Il comunismo ci ha messo 70 anni a morire e nonostante ciò ci sono ancora molti convinti, primi fra tutti la Cina, che sta derogolarizzando velocemente.
Il neo capitalismo monetario fondato da Greenspan e sviluppato al cubo da Bernanke quanto durerà?
Di certo meno di 70 anni.
Il comunismo, a parte il venir meno di un pò di libertà, circoscritta al pensiero politico e all’iniziativa imprenditoriale, creava certamente meno ingiustizie e invidie sociali di quanto lo stia facendo il neo capitalismo monetario.
Visto che il tutto si sta sviluppando all’interno di un’apparente democrazia, alimentata da una sete di consumismo sfrenato, che trova sempre meno appagamento, mi resta facile pensare che entro i prossimi dieci anni ne vedremo delle belle. Basterà una piccola scintilla per far esplodere il tutto.
Tuttavia al momento tutto tace. La palla di cristallo nella quale il sistema finanziario rimane protetto non sembra scalfita minimamente, mentre le perturbazioni derivanti dall’idea che la politica monetaria possa cambiare strategia, hanno vita molto breve.
L’arma del tapering è a salve, in quanto la Fed non può permettersi nei fatti di applicare una restrizione della liquidità. Il solo dare segnali in tal senso provocherebbe un ritorno alle origini della crisi, ad una velocità supersonica, rispetto a come ci siamo allontanati.
Come possiamo vedere dal grafico, con la linea rossa vengono rappresentati i tassi sui mutui a 30 anni. E’ bastata solo l’idea del tapering per far saltare i rendimenti di oltre 1 punto, mentre ad una mancata azione della Fed nel mese di settembre non è seguita una discesa degli stessi.
Nella relazione del Fomc è ben evidenziata la volontà della Banca Centrale di schiacciare i tassi sui mutui a 30 anni. Una salita ulteriore finirebbe per aggravare sensibilmente il ciclo dei consumi, che costituiscono i 2/3 del Pil.
Detto questo, la politica di exit-strategy è solo a parole, ma non nei fatti.
La Fed pertanto sarà chiamata in futuro a scegliere una delle due strade:
1) Riduzione della leva, con conseguenze devastanti in termini finanziari ed economici, con aggiunta di deflazione.
2) Proseguimento delle politiche espansive con inevitabile risveglio di inflazione e svalutazione monetaria.
In tutti e due i casi la perdita di credibilità sarebbe alle stelle, ma il punto 1 sarebbe fortemente in contraddizione con quanto fino ad ora perseguito dalla Fed.
Credetemi, non sono casuali al momento le tensioni viste sul Bitcoin, che fra le altre cose viene riconosciuto anche dalle autorità monetarie.
La sete di monete alternative è tanta (il Bitcoin è solo un pioniere il cui destino è tutt’oggi sconosciuto), proprio in considerazione di quello che succederà tra x anni, a causa delle politiche monetarie.
Il punto 2 per esempio è in fase di attuazione in Giappone e i primi effetti si iniziano ad intravedere più sul cambio che sulla crescita.
I primi segnali sembrano già presenti sulle valute
In questo grafico possiamo osservare come dopo un periodo di apparente letargo, la svalutazione dello Yen sia ripartita a razzo, soprattutto contro quelle valute che non sono oggetto di emissione gratuita come l’Euro e la Sterlina (da tempo la Boe ha interrotto il QE).
E’ sorprendente che in questo clima idilliaco di mercati, la forza dell’indice francese (rappresentato da società multinanzionali) sia precipitata pericolosamente sotto i minimi del 2012/2013.
Cosa si nasconde sotto?
E’ inevitabile, che così come stanno le cose la Germania si troverà sempre più isolata fino al punto in cui gli altri paesi chiederanno un’Europa a due velocità.
Detto questo, credo che nei prossimi mesi ci divertiremo.
Per quanto riguarda l’Italia e questo governo fantoccio, qualsiasi misura pro fiscal compact sia tardiva.
A questo punto le premesse per il nostro Paese sono diverse. Prime fra tutti la competitività e la redistribuzione del sistema pensionistico. Francamente non è un bello spettacolo vedere code chilometriche davanti alla Caritas per un pasto, l’unico della giornata.
Spero vivamente che qualcuno abbia il coraggio di resettare le pensioni secondo il sistema contributivo, azzerando i privilegi fin qui ottenuti, grazie ad una politica scellerata. Magari passando anche attraverso modifiche costituzionali onde evitare stop indesiderati.
Aforisma della settimana
“In mercati rialzisti le notizie ribassiste vengono ignorate e le rialziste esagerate, e viceversa.”
Jesse Livermore
Ancora una volta una bellissima analisi che mi trova completamente d'accordo.<br />Posso solo aggiungere solo alcune mie considerazioni che si sono via via rafforzate negli anni e che mi vedono fortemente pessimista sull'evoluzione dell'economia globale.<br />Ho la netta convinzione che il sistema che hanno messo in piedi con le frontiere aperte a tutto e a tutti avrà gli anni contati
Concordo, è una bella analisi. Sembra ormai che, sul piano monetario, agire in una direzione o in quella opposta produrrà comunque grossi problemi all'economia reale. Forse perchè non esiste più un legame sano tra denaro e lavoro, tra ingegno sano e investimento. Solo la rendita conta. Ricordo, ad inizio del decennio passato, un fatto che mi fece capire quanto gli esseri umani sopravvalutino
Proprio così. Solo la rendita conta. Il denaro è diventato un mezzo (un fine) fine a se stesso. L'1% che mena una massa sconfinata di topolini inebetiti verso il burrone con la musica suadente del "piffero" suonato 24 ore al giorno con l'ausilio della tecnologia mass-mediatica. Nulla succede per caso su questa terra ad opera dell'uomo. Ma non ci vorranno molti decenni per