Da allora, nei suddetti paesi, in termini di forza, le cose sono addirittura peggiorate.
I capitali hanno continuato a defluire per spostarsi verso porti ritenuti più sicuri, quali Germania e Usa.
Ovviamente, alla perdita di forza dei mercati emergenti hanno contribuito soprattutto le valute locali (pur sempre di deflussi si tratta), che hano subito seccanti svalutazioni (maggiore competitività), vedi Brasile e India.
Come possiamo vedere nel grafico sopra nelle ultime settimane vi è stata un’accelerazione negativa contro Dax, arrivata proprio dopo la rottura del minimo segnato a fine 2008.
Questo è il frutto delle aspettative di tapering, benché alcuni indici occidentali stiano galleggiando sopra il cielo.
Detto ciò, in caso di sorprese negative (dubito) provenienti dalle banche centrali, i porti ad oggi più sicuri potrebbero rivelarsi quelli meno preparati in ottica di medio periodo nel sopportare un rialzo dei rendimenti.
Viceversa le economie dei paesi emergenti (Asia in particolare), salvo reazioni negative del momento, dovrebbero mantenere tassi di crescita positivi più costanti, attirando nuovamente con se le simpatie degli investitori, ad oggi fuggiti in massa.
Ancora ci troviamo in una situazione di apnea, ma se seguire il gregge, come ci insegna il passato, fosse la soluzione di tutti i mali, ad oggi non esisterebbe la povertà.
Aforisma della settimana
“In mercati rialzisti le notizie ribassiste vengono ignorate e le rialziste esagerate, e viceversa.”
Jesse Livermore
E' interessante notare come in pochi mesi si passi da giudizi opposti nei riguardi degli EM a seconda dell'umore mattutino di 4 "gestori" della finanza mondiale. Dal mio punto di vista siamo all'isteria finanziaria pura che non farà altro che aumentare l'odio delle masse per la finanza "creativa" (la chiamo così per non usare altri termini).Se ci si perde a