Domenica pomeriggio sono andato a fare un giro Cremona, alla famosissima festa del torrone. Come noto a molti, Cremona è la città delle 3 T: Torrone, Torrazzo e … (cercate in google).
A parte questa nota di colore, è a parte aver comprato un po’ di torrone e del cioccolato, nel camminare in una via, ho visto un negozio la cui insegna era “(R)evolution is the solution”.
Non ricordo nemmeno che cosa vendesse quel negozio perché la frase mi ha talmente colpito che ho cominciato a riflettere su di essa.
In numerose situazioni, storicamente parlando, la rivoluzione (es. le classiche francese o russa) è stata la soluzione a dei regimi violenti, totalitari o di stallo, che quindi non permettevano l’evoluzione sociale, politica, economica della popolazione da loro controllata o perlomeno da loro governata. È curioso come quello che nei computer è il reset, sia nella storia la rivoluzione: riavviare il sistema per partire da zero e cercare di evolvere e funzionare meglio.
E’ un po’ quello che segna anche la teoria economica degli studiosi austriaci: un liberismo che semplifico così nel contesto attuale: chi deve defaultare lo faccia, la pulizia che ne deriverà permetterà ai sopravvissuti di evolvere e crescere in un contesto più florido (se la Grecia avesse defaultato, probabilmente ora starebbe molto meglio. Non ci è dato saperlo, ma non possiamo escluderlo). Una sorta di paragone con il giardinaggio può essere: pota i rami secchi o comunque i rami che ritieni giusti in modo che i rami sopravvissuti possano crescere meglio e la pianta continuare rigogliosa la sua vita.
A questo punto, proseguendo il mio ragionamento, mi è venuto in mente quanto mi ha detto un caro amico con cui ogni tanto parlo di politica. Lui è un tipo abbastanza estremista, una sorta di reazionario dei tempi moderni, una figura politicamente difficile da collocare nel tempo e nello spazio ma che di solito fa riflessioni interessanti e sicuramente non scontate. Un paio di giorni fa stavamo giusto parlando della scissione del vecchio Pdl tra Forza Italia e Nuovo centrodestra e lui, spiazzandomi, mi ha detto: io voterò Berlusconi. Che lui fosse imprevedibile lo sapevo, ma non al punto di dirmi che avrebbe votato Berlusconi che lui non ha mai amato. All’inizio pensavo fosse uno scherzo, ma poi lui mi ha detto che lo riteneva il modo migliore per appoggiare un sentimento anti-euro in crescita progressiva in Italia e in Europa. Il mio amico aveva provato ad appoggiare questo sentimento seguendo il M5S, con il quale è infuriato perchè è stato in grado solo di congelare il 25% dei voti degli italiani (forse nemmeno per colpa sua, aggiungo io), ma senza esito. Di per sé mi è sembrata una sparata quella di votare Berlusconi, ma riflettendoci ho capito che probabilmente, se uno crede che la strada giusta per l’Italia sia effettivamente un reset prima della ripartenza, potrebbe essere una soluzione.
Appoggiare Silvio vuol dire appoggiare il sentimento anti-euro che lui dovrebbe cavalcare per attirare voti. In Italia abbiamo numerosi esempi di come essere antiqualcosa aiuti molto di più ad essere votato che avere un programma o essere proqualcosa. E Silvio, con la sua potenza mediatica, può davvero avere una marcia in più in questo percorso. Se dovesse raccogliere tanti ma tanti voti, potrebbe lanciare l’attacco finale alla permanenza dell’Italia nell’Euro, con conseguenze devastanti sul breve ma forse conseguenze buone sul medio-lungo termine. Una sorta di reset antieuro-fuori dall’euro che permetterebbe forse di cambiare le cose.
Certo, quel mio amico può sembrarvi un pazzo, ma il confine tra la pazzia e la genialità nessuno lo conosce.
E per tanto uno sia pazzo, se dà dei punti di vista non banali, sarà anche pazzo ma sicuramente è anche interessante. Penso ci rifletterò ancora, ma rimango convintamente proeuropa (se non vogliamo essere schiacciati dalle potenze del mondo), anche se non necessariamente proeuro come è fatto adesso. Forse, l’euro è stato introdotto semplicemente troppo presto e prima di altri aspetti che probabilmente erano più importanti e più fondamentali.
Aforisma della settimana
“Se sei uno che compra e vende con elevata frequenza in Borsa, che entra ed esce molto spesso dal mercato, vorrei essere il tuo broker, non il tuo socio.” Warren Buffet
Sono sempre più convinto che se vogliamo capire la storia passata, quella presente e le prospettive future dobbiamo seguire l'evoluzione del sistema bancario. Il resto purtroppo è solo una immagine disordinata di un puzzle dove le forze che si oppongono alla realizzazione del quadro non potranno mai comporre l'immagine che cercano di rappresentare. Le banche, oggi, hanno raggiunto i
Bravo Luigi.
Ciao Antonio… mi permetto di darti anch'io del tu se non ti dispiace. Mi sto chiedendo da tempo come mai le economie occidentali siano in deflazione e le risposte che trovo leggendo articoli su internet non mi convincono pienamente. Ho trovato questo articolo http://www.keinpfusch.net/2013/05/perche-non-cresce-linflazione.html che mi sembra spieghi il problema in termini diversi da quelli
Dammi tranquillamente del tu. <br />Grazie dell'articolo che mi hai suggerito. Fa un'ottima analisi, secondo me corretta. Una provocazione (che poi è collegata a quell'analisi): chi lo dice che siamo in deflazione? Basti pensare a quanto sono alti i listini di borsa (e a quanto ancora cresceranno, per i motivi che si dicono nell'articolo). Anche questo è inflazione!
Si la tua osservazione la trovo corretta. Tant'è che quando verrà il momento tutto il denaro riversato nelle borse creerà inflazione ma per ora serve a fare altro denaro e coprire le scommesse. Quello che accade invece all'economia è la carenza di consumi, mancanza di credito alle famiglie e alle aziende con conseguente contrazione dei prezzi al consumo(si fa per dire 🙂 ). Pensando poi
Bravo Luigi. Analisi perfetta. E aggiungo che, se non sarà il sistema stesso che autocollasserà per autoconsumazione, la spinta decisiva la darà la natura stessa. Ho visto 1 ora fa cosa ha fatto il tempo negli ultimi 3 giorni negli States. Pensate che interessi a qualcuno cosa sta succedendo al clima? Certo che no! Oramai abbiamo un pianeta di 6/7 miliardi di tele-rincoglioniti. Ma non perdiamo
Ciao Roberto, quando ero ragazzo ho sempre avuto attrazione verso la natura. Mi piaceva ascoltarla e percepire nel suo silenzio il segreto che la governa. Una tranquillità indistruttibile perchè assente di un centro che osserva. Ma per me e per ogni altra persona comune è sempre stato diverso. Il perchè è semplice, bisognava preoccuparsi di raggiungere qualcosa, un lavoro, una sicurezza, un