MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

In Europa, da alcune settimane sembra aver preso corpo il fenomeno “deflazione”. Anche questa mattina dalla Spagna arrivano segnali verso una situazione tale.
Di per sè la deflazione sarebbe un normale fenomeno necessario a riequilibrare un eccesso di sovrapproduzione, ma nel Mondo moderno è considerato il peggiore di tutti i mali, specie quando le cause sono da ricercare in una situazione fiscale insostenibile.
In questi anni la sovrapproduzione non è mancata, mentre si è sopperito alla perdita di potere dei salari reali attraverso la leva del debito al fine di mantenere equilibrati i consumi. Là dove non arrivava il privato interveniva il pubblico, sottraendo successivamente ricchezza al sistema, attraverso nuove tasse o minori spese (pensioni, assistenza e servizi vari). Insomma un bel circolo vizioso.

Detto questo ci troviamo con molti paesi alle soglie con la deflazione, ma con due aggravanti:

Il primo aggravante è dato da una spesa statale superiore al 5% del proprio reddito per sostenere il debito. Detti soldi vanno ad accentrarsi sempre più verso quella classe sociale più abbiente (possessori di bond), il cui potenziale di consumo non può andare oltre o quantomeno viene frenato dalla dinamica discendente dei prezzi, che invita a preservare la liquidità. Di contro per pagare questi soldi viene sottratta ricchezza attraverso imposte dirette e soprattutto indirette che vanno a diminuire ulteriormente il potere di acquisto di chi già è impossibilitato a spendere.

Il secondo aggravante, deriva dal fatto che i paesi maggiormente colpiti da questa deflazione non hanno la possibilità di perseguire una politica monetaria indipendente, utile ad attenuare almeno gli effetti più incisivi di una discesa dei prezzi. Un esempio, quello di rendere più sostenibile il pagamento del debito o quantomeno di farlo pesare il meno possibile sull’intera collettività.

Personalmente, dopo aver visto gli effetti delle politiche monetarie non convenzionali, mediante le quali vi è stato un’ulteriore concentrazione di ricchezza, senza produrre effetti convincenti sarei per lasciar alla deflazione di fare il suo corso, con conseguente riequilibrio del sistema. Del resto è sotto gli occhi di tutti l’insostenibilità della crescita a tutti i costi.

Tuttavia sapendo di essere un pesce fuor d’acqua, l’istinto umano, dominato dagli indottrinamenti monetaristi obbligherà a percorrere a tutti i costi quello che sia gli Usa o il Giappone stanno facendo da qualche anno. Stampare moneta.

C’è però un problemino, di nome Germania.

Ecco allora che da giorni sta montando sempre più un’opinione pubblica inconsueta:

Smetterla di sottostare ai diktat della Germania e di unirsi fra paesi deboli (Francia compresa) per far la voce grossa.

E’ chiaro che questa è l’ultima spiaggia, prima di far saltare la macchina dell’Euro.

Ieri Moody’s ha detto che esistono possibilità superiori al 30% che un Paese lasci l’Euro, a causa della volontà popolare, per troppo tempo tenuta a freno con promesse mai mantenute.

Nessuno si domanda del perchè ancora il nuovo Parlamento non ha fatto una nuova legge elettorale?

Moody’s non dice però che uscito uno Stato, seguirebbero poi a ruota gli altri. Infatti, nel caso di un’uscita di un’Italia o di una Grecia, l’Euro finirebbe per avvicinarsi sempre più al Marco, spingendo automaticamente fuori i paesi più vulnerabili.

Detto questo, quindi, i politici di tutta Europa, spinti dall’opinione pubblica che sta avanzando come uno tsunami a causa di una situazione economica che viene riassunta con la deflazione, smetteranno di giocare a fare l’alunno (Piigs) e il maestro (Germania), per affrontare temi vitali, in modo molto più esplicito, primo fra i quali il concedere alla Bce gli stessi poteri della Fed.

Nel frattempo arriverà la sentenza della CC tedesca, che ha buone possibilità di pronunciarsi contro l’operazione Omt, visto quanto detto a suo tempo in tema di Esm.

Il gioco quindi va avanti, ma la situazione è destinata a farsi sempre più avvincente.

Personalmente scommetto un Euro che la Germania apparirà sempre più sorda e i politici degli altri paesi sempre più nel panico, incapaci di prendere decisioni forti………..aspettando nuove elezioni.

Alla prossima

Aforisma della settimana
“Se sei uno che compra e vende con elevata frequenza in Borsa, che entra ed esce molto spesso dal mercato, vorrei essere il tuo broker, non il tuo socio.” Warren Buffet

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4 Responses so far.

  1. Anonymous ha detto:

    Magari sarà la Germania ad uscire per prima!<br /><br />Federico

  2. Antonio ha detto:

    Non me la sento di scommetere un Euro contro il tuo parere perchè ho già perso in partenza. Antonio

  3. Roberto Torre ha detto:

    Personalmente credo che la Germania perderà anche questa guerra (x la terza volta) semplicemente per un fatto culturale. Per lavoro conosco bene il modus operandi dei sassoni.Ma quando il maestro ha tutti gli alunni contro non va più da nessuna parte. Peggio se ha contro anche le altre scuole con relativi professori………..Esce dall&#39;aula prima e alla fine cambia scuola. Se la trova……

    • Antonio Nieddu ha detto:

      Giustissimo Roberto. COncordo su tutto. L&#39;importante sarà …. esserci ….. quando si avrà il cambiamento. Ovvero, essere riusciti a resistere. Se poi avverrà troppo in là nel tempo, beh …. pazienza. Però io sono proprio curioso di vedere cosa accadrà e – soprattutto – come riusciremo ad adattarci.

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
  • Massime dalla Finanza

    "Regola n° 1: non perdere mai denaro. Regola n°2: non dimenticare mai la regola n°1" W. Buffett

    "È meglio avere quasi ragione che completamente torto" W. Buffett

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