Notizia freschissima riportata da Repubblica è la seguente:
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Una lettera inviata alla Commissione di Bruxelles chiedendo che, sia la missiva sia il suo contenuto, restassero segreti. A inviarla il presidente della Banca centrale Mario Draghi, solo pochissimi dovevano saperlo, perché l’argomento di cui si parla è uno dei temi più sensibili per l’area euro: come far fronte alle esigenze di capitale delle banche, che potrebbero rivelarsi molto forti, quando l’esame della nascente vigilanza europea le avrà messe a nudo.
LA VIGILANZA UE SULLE BANCHE.
In vista della nascita della vigilanza europea sulle banche Draghi ha espresso la necessità di evitare di imporre perdite a chi ha investito in obbligazioni della banche almeno per il momento, se ciò può destabilizzare il sistema finanziario in Europa. A spiegarlo è Repubblica, sottolineando che la ” lettera segreta” risale circa a un mese fa in vista dell’avvio a inizio 2014 dell’Unione bancaria, con la verifica dei conti e dei bilanci di circa 150 banche europee, tra cui 13 italiane big e con quella delle capacità degli istituti di resistere nel caso di choc economici.
FAR PAGARE I CREDITORI.
Contrariamente alla linea di intervento delineata dalla Germania il presidente della Bce,come ha spiegato Repubblica, non sarebbe contrario a far pagare i creditori ma, in una prima fase vorrebbe che si evitasse il giro di vite sui bond bancari con possibili perdite che potrebbero destabilizzare i mercati.
Dopo, il compito di vigilare su quegli istituti verrà demandato alla Bce. Ma, come ha voluto specificare Draghi, il rischio sta tutto in questo delicato passaggio di consegne. Perché, se mal gestite, le conseguenze di questa verifica rischiano riportare in recessione intere economie o rendere insostenibile il debito dei Paesi più fragili.
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Vediamo di fare il quadro della notizia. Visto che la BCE dovrà controllare le banche europee, il buon Mario ha pensato bene di capire cosa lo aspetta. Per farlo si è deciso di fare dei controlli sulle banche europee tramite l’Eba che farà un Aqr (assett quality review). Si tratta di un attento esame degli attivi e dei prestiti deteriorati e di come sono riportati in bilancio, in vista come detto del passaggio della vigilanza unica in capo alla BCE. Riassumendo: si va a vedere come il fantabilancio delle banche europee ha storpiato i bilanci.
Stavolta viene detto che si farà sul serio, onde evitare che gli stress test vengano superati da banche come Dexia o le banche irlandesi per poi vederle fallire nei mesi successivi. Bernoit Coure, del consiglio esecutivo della BCE, spiega che stavolta i controlli saranno ferrei e i setacci saranno tre: la vigilanza nazionale, Francoforte e poi revisori esterni. Nessuna banca non solida potrà sfuggire.
Come dicevamo, questo processo preciso e rigoroso rischia di evidenziare problemi non noti ai mercati. Alcuni analisti sostengono che non ci saranno problemi per le banche italiane, come ad esempio Paola Sabbione di Deitsche Bank: “L’aqr avrà impatti gestibili e gli stress test evidenzieranno problemi già noti al mercato.” Sarà …
Le banche italiane come stanno?
Vediamo: aspetti positivi:
- 1. le banche italiane sono sottoposte alla rigida vigilanza della Banca d’Italia nota per la sua regolamentazione molto prudente. (Vedi MPS.)
- 2. i parametri di contabilizzazione di Banca d’Italia sono molto simili a quelli che l’Eba sembra voler utilizzare
- 3. delicato il capitolo dei titolo di stato, che le banche italiane detengono in grande quantità (398 miliardi). E’ probabile che l’Aqr usi il criterio mark to market che non avrebbe impatti significativi (allo stato attuale del valore dei btp).
- 4. In caso venga simulato un haircut, le banche italiane non dovrebbero avere problemi visto che la durata media dei titoli in portafoglio è attorno ai 3 anni
Vediamo: aspetti negativi:
- 1. i crediti andati persi o deteriorati sono l’aspetto più critico per le banche italiane (140 miliardi di sofferenze e altri 80/90 di incagli)
- 2. il rischio di una valutazione rigida dei collaterali, a cui le banche italiane fanno più ricorso di quelle europee, potrebbe creare loro problemi
- 3. si è ipotizzata una possibile penalizzazione per chi non ha ancora restituito i prestiti ltro. Gli istituti italiani sono i primi indagati avendo sottoscritto 225 miliardi e avendone restituiti solo 28.
Quindi possiamo concludere che le banche italiane non stanno nè bene nè male: dipende dalle regole che verranno utilizzate per l’Aqr e che non sono ancora chiare. Certo è che Draghi deve essere preoccupato di cosa può succedere, se si espone come sopra. E di Mario si può dire tutto ma non che sia stupido …
Ultima nota, sempre sulle banche italiane: le banche che comprano bot e btp al momento non devono accantonare niente per far fronte a questi investimenti. Questa regola potrebbe cambiare in futuro (Germania e Francia premono per questa modifica) a scapito dei titoli pubblici con rating più basso (vedi Italia e Spagna) costringendo le banche a fare accantonamenti o venderli.
Aforisma della settimana
Se non puoi battere il mercato alleati ad esso. Anonimo