Vediamo in dettaglio la differenza tra lo shutdown e il debt ceiling.
Shutdown
Lo shutdown avviene quando il congresso USA non riesce a trovare un’accordo sul budget per l’anno fiscale successivo, che inizia il 1 ottobre. E come se tu e tua moglie o tuo marito non foste d’accordo sui soldi che dovete spendere nell’anno successivo. Questo vi porta a dover discutere per trovare un accordo e non spendere perché non conoscete ancora il budget futuro. Erano circa 17 anni che non veniva attivato lo shutdown. Questo vuol dire che negli ultimi 16 anni un accordo è stato trovato per tempo. Il risultato dello shutdown è un impatto su coloro che lavorano direttamente per il governo, su coloro che fanno contratti con il governo o che gestiscono risorse per il governo. Gli impiegati del governo non essenziali vengono mandati in una specie di licenza e quindi non lavorano, con la promessa però che quando l’accordo verrà raggiunto verranno rimessi a lavorare e pagati. Diversi fornitori del governo non ricevono più lavori e non vengono pagati. Lo shutdown, riassumendo, provoca un fermo di alcuni servizi che fa il governo generando fastidi e noie nell’utenza, lascia a casa un buon gruppo di dipendenti pubblici non essenziali (e questo genera problemi alle loro famiglie perchè non sono pagati) e riduce in parte il Pil. Lo shutdown è anche destinato a essere dimenticato dopo un paio di giorni che ne viene decretata la fine, essendo “un guaio” non duraturo ma temporaneo.
Il Debt Ceiling
Il Debt Ceiling (DB) non è una conseguenza dello Shutdown, anche se ovviamente è ad esso correlato per il fatto che se il budget di spesa comporta un aumento del debito è chiaro che non accordo sul budget potrebbe essere dovuto alla non volontà di aumentare il debito. Quindi il DB non è niente altro che un limite al credito che si vuole chiedere agli investitori per poter far fronte alle spese degli USA. La sua data di nascita è il 1917, e da allora è cresciuto molto. Il congresso l’ha alzato per ben 78 volte, di cui 49 sotto un presidente repubblicano e 29 volte sotto un presidente democratico. Per semplificare è come se tu e tua moglie o marito voleste fare un mutuo aggiuntivo ma non andate in accordo sul farlo, perchè uno dei due ritiene che sia meglio ridurre le spese e l’altro che sia meglio accendere il mutuo e spendere di più. Se un accordo non verrà preso entro 17, il Tesoro americano nell’arco di pochi giorni non avrà più i soldi necessari a pagare i creditori e quindi la credibilità degli Stati Uniti d’America verrà seriamente danneggiata, ci sarà probabilmente un sell off sui treasuries e TBOND e verrà intaccato anche il ruolo di valuta di riserva del dollaro.
Cosa vuol dire questo? Attualmente i commerci internazionali sono condotti in dollari americani. Quando gli stati stranieri comprano petrolio, acciaio e altre materie prime lo scambio avviene in dollari. Questo ha reso il dollaro molto forte a livello internazionale, anche come riserva visto che gli stati mondiali lo utilizzano come valuta di scambio e quindi ne possiedono grosse quantità per queste operazioni di compravendita di scambio beni e servizi.
Se il 17 non dovesse essere trovato un accordo, potrebbero non essere pagati gli interessi per i detentori di obbligazioni del governo americano. Sarebbe la prima volta che accade questa cosa. La perdita di fiducia nella politica americana e l’instabilità dovuta alla ridotta fiducia nel mondo finanziario, darebbe un colpo significativo all’economia degli Stati Uniti e sarebbero un danno d’immagine clamoroso. Questo metterebbe gli Stati Uniti in una situazione di estrema difficoltà e minerebbe il loro ruolo di prima potenza economica mondiale.
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