Chiunque abbia operato in borsa e l’abbia comunicato a parenti o amici prima o poi si sarà sentito fare la classica domanda, con quel fare misto di accusa, timore e invidia di chi poco ne sa e poco ne capisce: “Ah ma quindi sei uno speculatore?”
Le risposte possono essere numerose, ma trovo che la più interessante su cosa sia e a cosa debba aspirare un trader (detto volgarmente speculatore), l’ho trovata in un libro di Antonio Lengua, il cui titolo è”trading, emozioni, decisioni”.
La riporto qui sotto.
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Speculare non per guadagnare, ma per capire se stessi e diventare migliori. Speculare è una delle più alte attività della mente umana, è uno degli sforzi maggiori che la nostra limitata razionalità possa compiere.
Il prevedere l’andamento futuro di una grandezza economica, che si tratti di un’azione, di un indice, di un titolo di Stato, quando non si è seduti nella stanza dei bottoni, o nelle grandi sale operative dove si ha precisa percezione dei movimenti degli enormi flussi di denaro, richiede una sensibilità, un’attenzione, un’apertura mentale, una concentrazione e al tempo stesso una deconcentrazione che solo menti allenate perennemente alla ricerca dei più piccoli segnali possono raggiungere.
Ridurre la speculazione, intesa come fenomeno intellettivo volto alla comprensione del futuro, ad una mera attività volta produrre a redditi velocemente e senza fatica significa:
a. Non capire l’enorme allenamento mentale che richiede tale attività
b. Non cogliere le occasioni di crescita personale che l’insegnamento del trading può portare nella propria vita
Il trader, lo speculatore, deve avere una serie di caratteristiche che lo rendono una persona profonda, attenta, pronta ma calma al tempo stesso.
Abbiamo parlato in questo capitolo di caduta di motivazioni, di perdita di autostima, insufficienti stimoli economici: sono tutte patologie che prima o poi colpiscono il trader. Quale potrebbe essere una motivazione per questa straordinaria attività?
Secondo me la soluzione sta nell’adottare il miglioramento personale come obiettivo finale del trading: se si avvicina l’attività di trading con questa filosofia di fondo, si eliminano alla radice tutte le motivazioni, anche perverse, che ho citato, e anche se non si diventa perfetti, l’esperienza che si matura rimane sempre comunque come qualcosa di costruttivo positivo. Questo evita tanti problemi psicologici di conflittualità interna che si potrebbero incontrare.
In tanti anni di lavoro ho visto colleghi stanchi, nervosi desiderosi di cambiare professione, clienti in preda al panico, allo stress, prossimi al fallimento personale e finanziario, matrimoni andati a rotoli per ingordigia o eccessivo attaccamento al lavoro, e tutto per il trading. Mi sono spesso chiesto come fosse possibile che questa attività così immateriale possa arrivare a trasformare tanto l’animo umano. Ho impiegato parecchio tempo per elaborare questa filosofia di fondo che può permeare con successo l’attività di trading: è difficile abbandonare l’idea che il trading debba necessariamente portare guadagno come primo fondamentale obbiettivo avendo alle spalle tanti anni di studio, di gavetta, di pratica concreta giornaliera di mercati finanziari, ispirati animati da logiche e schemi fondamentalmente economici legati al profitto.
Il problema che questi schemi sono pur sempre degli schemi, che legano e imbavagliano il nostro libero modo di pensare. In realtà risultati analoghi, e addirittura migliori, si possono raggiungere astraendosi da queste logiche così piccole e tenendo logiche più pure e limpide, che, se in una fase iniziale di apprendimento possono parere astratte, alla lunga vengono metabolizzati e inglobate nelle proprie strategie di trading con risultati spesso sorprendenti, in termini di riduzione dello stress, aumento di consapevolezza e di capacità decisionale e, non ultima, possibilità di generare utili elevati.
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Non posso che trovarmi in accordo con Lengua: penso che il trading ci metta davanti ad uno specchio e a dover affrontare due degli aspetti più complessi della vita: il rapporto con le nostre emozioni e il rapporto con i soldi. Il tutto in modo molto più accelerato che nella vita reale. E’ come un percorso di crescita accelerato, un bootcamp emotivo che nessun altra esperienza lavorativa umana può dare. Anche solo uscirne più consapevoli del proprio io può essere un valore aggiunto incredibile.
Aforisma della settimana
E’ più facile seguire il movimento che non anticiparlo. Anonimo
Quanto è vero. ci hi provato e ho scoperto che non sono in grado nemmeno di concepire una perdita. ho imparato che gestire lo stress fa rischio non fa per me. <br />Ciao e grazie per i vs. scritti.<br />Dr.K.
La conclusione del tuo articolo è perfetta. Direi quasi che l'aspetto economico è passato in secondo piano per me. Dopo oltre 25 anni che seguo gli investimenti personali mi sono chiarito non poco sulle dinamiche della materia. Certo aiutato dalla mia professione di controller e dal mio carattere testardo, analitico , emotivo ma anche glaciale per reazione.E la curiosità innanzitutto. Sempre
Oggi, dopo più di un anno ho chiuso due operazioni in perdita e non mi pesa. Ciò che ha scritto lo condivido in pieno. GRAZIE.