MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Di ridistribuzione della ricchezza tra classi sociali sei è parlato molto, ma in Italia e forse anche in altri Stati c’è anche un grosso problema di redistribuzione della ricchezza tra le diverse generazioni.

E molto probabilmente  che una delle soluzioni a questo problema sia la patrimoniale,  parola ormai bandita da qualsiasi tavolo di discussione da quando è il Pdl a gestire il futuro dell’Italia e del governo mascherato da Enrico Letta.

Vediamo perchè.

Le nuove generazioni sono fatte da giovani squattrinati, senza lavoro o con un lavoro precario e a tempo che non riescono ad arrivare a fine mese, a farsi una famiglia, ad ottenere un lavoro qualificato. Sono soggetti alla nuova schiavitù del lavoro in un mercato poco competitivo in cui si gioca al ribasso grazie alla crisi, alla scarsa voglia di faticare, alla presenza degli stranieri che sono disposti a lavorare per pochi soldi e senza garanzie. Non arriveranno mai alla pensione, si trovano a dover pagare le tasse più alte di sempre in Italia, vedono continuamente venir ridotti i sussidi e gli aiuti. Vivono al contrario quello che hanno vissuto i loro padri ovvero si spostano da un passato migliore a un futuro peggiore, sempre che riescano a nutrire speranze per il futuro.

Le vecchie generazioni invece hanno vissuto i boom economici, sono passate dall’aver niente o poco all’aver molto, hanno vissuto l’epoca degli aiuti statali, della bassa tassazione, delle lotte sociali, dell’aumento dei salari, dello sviluppo del lavoro e dei sindacati a loro supporto. Sono arrivate alla pensione e la percepiscono in maniera non proporzionale a quanto versato. Hanno 1 o più case, hanno patrimoni in banca e sanno cosa vuol dire aver faticato. Hanno vissuto un passato peggiore e l’la speranza nel futuro migliore quando erano “giovani” generazioni.

La patrimoniale oltre ad essere uno strumento per togliere a chi più ricco e dare a chi è più povero, in versione quindi Robin Hood o più propriamente progressiva, avrebbe anche l’aspetto collaterale di togliere alle generazioni più vecchie che praticamente sono anche le più ricche perché hanno avuto tempo per risparmiare e per tutti i motivi enunciati sopra, e distribuire soldi allle generazioni nuove, permettendo loro di avere un lavoro farsi una famiglia e generare a loro volta ulteriori generazioni nuove. Questo con come mezzo il Governo e lo Stato, il cui scopo è l’equità delle possibilità di lavoro e di condizione sociale. Rimane l’ottica liberista: stesse possibilità non stesse condizioni, il risultato dipende dall’individuo ma le condizioni dallo Stato.

Ma il Governo e lo Stato non possono fare quanto non piacca a chi compra debito, ovvero lobbies e finanza e quindi non possono più garantire questo processo di pari possibilità.

Ma non c’è tempo di parlare di queste cose: prima di tutto la parola patrimoniale è stata bandita dal vocabolario italiano, è sparita dal vocabolario politico dopo l’Amato Day e non è visto come strumento di redistribuzione equa ma come punizione per chi possiede. In realtà dovrebbe essere visto come un modo per partecipare alla vita pubblica, per distribuire la ricchezza e forse anche ristrutturare un po’ il debito pubblico. Servirebbe a ridare fiducia nello Stato e certezza nell’equità della tassazione 

E di qui un altro argomento di cui non si parla più: se il problema che abbiamo è quello del debito perché nessuno parla del debito? Perchè nessuno si preoccupa di fare un piano per la ristrutturazione del debito? Forse perché nessuno vuole parlare di patrimoniale che è la strada più semplice e più ovvia per farlo. Una bella patrimoniale che ci fa recuperare qualche miliardo di euro e quindi ci fa andare meno sul mercato e pagare meno interessi no? Una piccola patrimoniale per evitare rotture di scatole sull’IVA e su l’IMU che colpiscono tutti e non i più ricchi?

Certo la patrimoniale non piace neanche a me, ma se mi dicessero che con una patrimoniale si può far ripartire l’Italia darei volentieri il mio contributo. Ma solo ed esclusivamente se mi certificano che i soldi che consegno non vanno in auto blu, festini, o in megastipendi ma in opere, rilanci, lavoro.

Quindi vediamo il giro logico:

deficit sotto 3% -> 
riduzione debito e spesa -> 
patrimoniale -> 
       ricircolo capitali da generazioni vecchie/ricche a giovani/povere ->
       ricircolo capitali da 1% popolazione ricca a 99% povera ->
       ripristino progressività tassazione -> 
       riduzione tasse sul reddito -> 
       ruolo del welfare governativo in questo percorso di redistribuzione ->
       ripristino fiducia e speranza

E come al solito, la storia si ripete. Vediamo cosa scrisse Einaudi nel 1946:

di Luigi Einaudi

Il miracolo che l’imposta straordinaria patrimoniale è chiamata a compiere in Italia è davvero grande: nientemeno che mutare a fondo la psicologia del contribuente. Finora, le imposte italiane sul reddito sono sempre salite, su su, sino alla intollerabilità. Pochi studiosi hanno fatto il conto di questo crescere (…).

La molteplicità, l’intrico, le sovrapposizioni sono oramai giunte a tale stremo, che nessuno ci si raccapezza più. La gente tira a non pagare; i procuratori ai diversi generi di imposte, disperati per la fatica disumana di applicare tante imposte diverse e di compilare e copiare ruoli a non finire, giuocano a mosca cieca; le commissioni giudicatrici dei ricorsi hanno una massa enorme di arretrati da liquidare; il catasto edilizia, il quale prometteva tanta scoperta di materia imponibile ignota, è rimasto arenato quand’era quasi giunto al traguardo; e, come conclusione finale, le imposte dirette rendono troppo poco in più di quanto fruttavano nel 1939 mentre dovrebbero rendere, a causa della svalutazione monetaria, almeno dieci volte tanto.

Il rimedio antico ed accettato al malanno è noto: poiché le vecchie imposte non rendono quanto debbono, se ne creino delle nuove. Insieme con l’avocazione dei profitti di regime, mi pare di aver contato almeno sei imposte gravanti tutte sul medesimo oggetto, che sono i guadagni ottenuti tra il 1939 ed il 1945, con diaboliche indicibili sovrapposizioni e confusioni. Il legislatore, disperando di cavare quel che si dovrebbe dalle imposte ordinarie, inventa nuovi balzelli, nuovi tormenti e nuovi tormentati. Se però le vecchie imposte rendono poco perché è male accertata la loro materia imponibile, non c’è speranza che gli accertamenti ai fini delle nuove imposte siano migliori. Si costruisce sulla sabbia mobile ed i frutti avranno sapore di tosco: disillusioni per la finanza e scoraggiamento per i contribuenti. Il contrario di quel che si dovrebbe fare per la ricostruzione economica e sociale del paese.

Giunti a questo malaugurato punto v’ha una sola strada di uscita, una sola via di salvezza. Dare per la prima volta ai contribuenti italiani, coi fatti e non con le prediche di noialtri economisti, la sensazione precisa che si vuol mutare rotta. Questo è il momento di ripetere l’esperienza che Roberto Peel compié nel 1842 in Inghilterra, semplificando il sistema delle vecchie imposte, consolidando le sopravvissute, abolendo i dazi su 1000 voci e lasciandone sussistere una ventina; ristabilendo, migliorata, la gloriosa imposta sul reddito, la income tax che, istituita nel 1797, era stata abolita alla fine delle guerre napoleoniche, nel 1815, a furia di popolo. All’imposta sul reddito Roberto Peel chiese ed ottenne di fare il ponte nel momento di transizione quando i 1000 dazi aboliti avrebbero cessato di fruttare ed i 20 conservati non avrebbero ancora oltrepassato, come poi di fatto avvenne, il gettito di tutti i 1020 insieme. Questo è il grande compito della straordinaria patrimoniale nel presente momento storico; il miracolo che essa deve compiere. Lo compirà, se saranno bene poste le sue condizioni.

Prima condizione: dare col fatto la sensazione precisa che è finita l’era lunga (1860-1945) dell’incremento continuo esasperante delle imposte ordinarie sul reddito. Gli aumenti debbono essere riservati ai momenti di pericolo, alle grandi opere trasformatrici, discusse secondo un piano ragionato ed accolto dalla opinione pubblica. Anche gli italiani sono disposti a vedere raddoppiate, triplicate le aliquote delle imposte sul reddito quando la patria fa ad essi appello per una causa giusta. Anche gli italiani sono disposti a plaudire al giudice – ma sia il giudice ordinario ed indipendente – il quale mandi in galera il contribuente frodatore, alla pari di ogni altro delinquente. Ma perciò occorre che il peso dell’insieme delle molte inspiegabili imposte sul reddito sia ridotto ad un limite ragionevole. A partire dall’operaio e dal bracciante ad andare sino al grande industriale o proprietario tutti devono e sono disposti a pagare; ma siano imposte, le quali vadano, ad es., dal 4 al 40 per cento su redditi bene accertati. Una sola o due imposte; una reale alla base ed una complementare progressiva possono bastare a fruttare assai di più di quanto non frutti l’imbrogliato amalgama incoerente delle imposte odierne (…).

Ma la via della sanità importa un rischio. Le imposte moderate e bene repartite sono certamente destinate a fruttare, sono le sole le quali fruttino; ma alla lunga. Oggi noi non corriamo certamente il pericolo che le imposte sul reddito, ridotte e trasformate secondo ragione, fruttino di meno del gettito attuale, perché al disotto del miserando gettito odierno non si può scendere. Ma il gettito attuale non basta. Bisogna crescerlo. Con le male maniere non ci si riesce; con le buone, sì; ma alla lunga. All’intervallo pericoloso provvede la straordinaria patrimoniale. Se noi daremo la sensazione netta precisa sicura al contribuente che il letto di procuste in cui egli è ora costretto dal grottesco cumulo di imposte vigenti sarà allungato ed appianato; che ad ogni anno non si rinnoverà il tormento del taglio minacciato di qualche membro del suo corpo vivo; se gli si assicurerà che, saltato il fosso, egli si ritroverà sul terreno sodo e respirerà di nuovo liberamente, anche il contribuente italiano salterà il fosso; ossia pagherà la imposta straordinaria patrimoniale (…).

Quando non si fa giustizia, le leggi non sono osservate, nemmeno quelle tributarie, e gli stati vanno alla perdizione. Gli italiani vogliono invece, tutti, la ricostruzione del paese che essi amano sovra ogni altro al mondo.

Ringrazio F.M. per i sempre interessanti discorsi che facciamo insieme 
il sabato e che danno vita a post come questo




Aforisma della settimana
Sono giunto alla conclusione che è necessario saper interpretare se stessi, almeno quanto è necessario saper leggere il mercato. Jesse Livermore

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7 Responses so far.

  1. Antonio Nieddu ha detto:

    Io sono favorevole alla patrimoniale. Ma ben fatta. Perchè, altrimenti, come vorrebbero strutturarla questi pellegrini che ci governano, si peggiorerebbe la situazione, sostituendo delle imposte che in qualche modo sono collegate alle possibilità di pagarle (cioè reddito), ad una imposta completamente slegata dal reddito, con i pericoli che da essa possono derivare. Il mio esempio: io sono

  2. Andrea T. ha detto:

    Einaudi avrebbe detto: non ti preoccupare saremo equi. Visto che di Einaudi non ce ne sono più, direi che la tua preoccupazione è più che lecita.

  3. Anonymous ha detto:

    La patrimoniale, o qualunque altra tassa, non serve a niente se non viene ridotta la spesa della pubblica amministrazione.<br />Si tirerebbe avanti un po&#39; e poi saremmo da capo !<br /><br />Anni fa qualcuno voleva abolire i cosidetti &quot;enti inutili&quot; 150-200 non ricordo bene, ricordo che c&#39;era quello dei profughi della Libia e quello dell&#39;Eritrea, sono tutti ancora funzionanti

  4. Roberto Torre ha detto:

    Statene certi che alla fine pagheranno i soliti comprendendo anche quelli che hanno fatto sacrifici per una vita partendo dai nonni e dai padri.<br />Sarà un lento e inesorabile impoverimento della maggioranza degli italiani.In atto da anni.<br />E anche quelli che hanno sempre votato i 2 più grossi partiti che ora fanno finta di governare pagheranno il conto e sarà salato come tutti gli altri. <

  5. VincenzoSava ha detto:

    Prima della patrimoniale necessario privatizzare scuola e sanità e inoltre ricalcolo di tutte le pensioni con il metodo contributivo. Urge finanziare riduzione tasse sul reddito di almeno 20% ed eliminazione irap. Industria e servizi hanno lasciato l&#39;Italia e per avere lavoro occorre farle tornare. Patrimoniale solo per ridurre debito pubblico e solo unito a consolidamento dello stesso con

  6. Andrea T. ha detto:

    Facciamo una patrimoniale che tassa maggiormente i ricchi (progressiva) e che prende il ricavato per tagliare l&#39;irpef sui redditi in misura maggiore ai redditi inferiori (riduzione irpef con progressività al crontrario). Se questa non è redistribuzione ed equità, non so cosa può esserlo.

  7. Dumarest ha detto:

    Cero, la patrimoniale è un&#39;equa misura per redistribuire la ricchezza tra le vecchie generazioni e quelle nuove, più povere e con un futuro incerto.<br />non capisco come ho fatto a non capirlo prima, pensavo che la patrimoniale fosse un modo per continuare a mantenere i privilegi da parte di una classe politica inetta e corrotta.<br />Si, una bella patrimoniale la metterei, da quattrocento

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
  • Massime dalla Finanza

    "Regola n° 1: non perdere mai denaro. Regola n°2: non dimenticare mai la regola n°1" W. Buffett

    "È meglio avere quasi ragione che completamente torto" W. Buffett

    Non è importante che tu abbia ragione o torto, ma quanti soldi si fanno quando hai ragione e quanto si perde quando si ha torto. G. Soros

    Il nemico principale dell'investitore è probabile che sia se stesso. B. Graham
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