MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Ormai in oltre 25 anni di battaglie viste in campo finanziario un minimo di esperienza sui cicli di borsa me la son fatta.

Quando si arriva a vendere sulle piazze principali, salite da 4 anni a questa parte, per comprare su quelle secondarie, rimaste al palo non per problemi marginali, ma strutturali, difficili da cambiare con la bacchetta magica, significa che i rischi di un cambiamento ciclico sono elevatissimi.

I primi realizzi si sono visti già all’inizio di quest’anno, proprio sulle aree economiche più virtuose, come i mercati emergenti. Adesso questi sembrano diventati la Grecia, visto che non li vuole nessuno.

Si sposta la liquidità sul mercato americano con gli indici che decollano fino a toccare nuovi massimi storici in modo molto simile a quanto verificatosi nel lontano 1987, mentre il Giappone trova la cura di tutti i mali stampando moneta (nemmeno di carta) digitale.

Dopo la scorpacciata, qualcosa inizia a scricchiolare sui tassi e di riflesso le aspettative diventano sempre più esigenti. Cisco, tanto per fare un esempio, batte le stime, ma lancia previsioni future meno esaltanti. Risultato? Un bel -10% e palla al centro. Nel frattempo il Dow Jones taglia di netto le medie mobili, ma nessuno ne parla più di tanto.

Ed ecco che come per incanto gli escrementi hanno preso a profumare di viole.

Ma che cosa sta succedendo? Forse hanno rovesciato il Mondo?

E’ normalissimo che prima di qualche brutta sorpresa, o meglio quando aumentano i rischi, là dove c’era il fetore si respiri un’essenza profumata.

Chi vende 1000 dollari da un mercato ormai maturo, e per la cronaca non secondario, può benissimo reimpiegarne 50 su una borsa secondaria rimasta al palo, al fine di abbassare il rischio ma allo stesso tempo cogliere le opportunità qualora la strategia di uscita non andasse in porto.

Il mercato secondario infatti potrebbe avere più beta, qualora le previsioni di correzione dei mercati non si verificassero.

A mio parere è quello che sta succedendo.

Sui mercati periferici stanno arrivando le briciole dei tozzi di pane mangiati dai big da quattro anni a questa parte.

In tutta questa area profumata stanno già affiorando da giorni segnali contrari snobbati con una sfacciataggine che non ha precedenti.

Vediamoli:

Egitto: la situazione ormai è fuori controllo. Le stime dei morti vanno da 600 a 5000 in soli due giorni, mentre tutti gli alleati stanno prendendo le distanze dal regime militare. Unico paese a definire terroristi i ribelli è l’Arabia Saudita. Chissà perché? Il canale di Suez vi dice qualcosa?
Intanto l’Europa si sta muovendo per bloccare gli aiuti economici stanziati dopo la Primavera Araba. L’Egitto, che non ha risorse in abbondanza, credete che se ne starà con le mani in mano a subire le ritorsioni internazionali?
Insomma la situazione non è affatto trascurabile e sembra in piena e preoccupante evoluzione.

Tassi d’interesse: per troppo tempo abbiamo convissuto con uno scenario di tassi a zero, insieme al quale si è sviluppato un sistema altamente pericoloso, che non sopporterebbe un risveglio dei rendimenti oltre certi limiti.
Pensiamo ad esempio a tutto quello che si sta muovendo sul filo del rasoio, legato a rendimenti zero:

1) Tassi sui mutui. Negli ultimi due mesi i tassi sui mutui trentennali hanno visto un’impennata. Ovviamente siamo ben lontani dai livelli del 2005/2006, ma la situazione del mercato immobiliare non è così fluida come nei primi anni 2000. Per molti versi la ripresa del mercato immobiliare degli ultimi mesi era stata costruita a tavolino attraverso i rendimenti zero.

2) Margin Debt. Nel grafico qui sotto possiamo vedere come il livello di indebitamento (barre nere) per finanziare gli asset abbia raggiunto livelli ben superiori al 2006/2007. E’ chiaro che un aumento dei tassi di mercato non incentiva ad un ulteriore espansione del debito, bensì il mercato tende ad un ridimensionamento.

3) P/E sulla parte alta. Le impennate che vedete risalgono alla recessione del 2002 e del 2009. Il livello attuale pertanto non può durare a lungo, a meno che non vi sia un’accelerazione in grande stile della crescita. Considerato che le società sembrano aver ormai raschiato il fondo in termini di marginalità, sembra improbabile assistere ad una discesa del p/e attraverso maggiori utili. Più facile attraverso una correzione dei prezzi. Chiaramente il livello alto del p/e mal convive con uno scenario rialzista dei tassi.

Insomma la situazione americana sembra vivere davvero sul filo di un rasoio. Ovviamente non stiamo parlando della Repubblica di Andorra, ma di coloro che rappresentano la locomotiva del Mondo.

Bernanke da qualche mese sta dondolando parlando di tapering nei sogni per poi smentirsi al suo risveglio. Il problema è che la Fed a questo punto non può nemmeno permettersi di sognarsi il tapering, a meno che il Dollaro non perda la fiducia riscossa dal mercato.
In tal caso, anzichè avviare il tapering, gli Stati Uniti potrebbero sempre optare per il piano B. La situazione egiziana sembra portarci in quella direzione non credete?

Parlando dell’Italia, il cui profumo di lavanda è insuperabile, non posso altro che riproporre il bel grafico della settimana scorsa, con una grande novità:

L’indice italiano si è fumato la resistenza di 17400 nella settimana più liquida 🙂 dell’anno. Quella del Ferragosto.
Quali altre cose positive dovrei vedere? Lo spread fasullo? Forse aveva ragione Brunetta a dire che non significava una cippa, visto che per il 2014 l’Italia vedrà un altro milione di nuovi disoccupati.

Chissà come mai proprio le banche italiane, nella settimana più rarefatta dell’anno, in termini di scambi, si sono sparate una performance da urlo? Forse si stanno preparando per nuove ricapitalizzazioni?

Francamente l’unica cosa bella che vedo è il grafico, ma gli anziani anche in quel caso mi hanno sempre insegnato che anche in analisi tecnica c’è bisogno di scambi accettabili per rendere credibili i segnali.

Alla prossima

Ah dimenticavo: sono ormai anni che la borsa tedesca perde forza contro i periferici nel mese di agosto per poi riconquistarla con gli interessi da settembre in avanti. Forse è proprio nei mesi meno liquidi che si cerca di spruzzare un pò di lavanda a chi di solito non ha un buon odore?

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Aforisma della settimana
Per avere successo dobbiamo essere preparati a fallire. Stefano Calamita

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4 Responses so far.

  1. Anonymous ha detto:

    Mi sembra strano che nel 2013 vi sia ancora chi (come l'autore di questo articolo) crede che la Finanza abbia qualcosa a che fare con l'Economia…

  2. Andrea Facchini ha detto:

    Acciderba, sei proprio saggio come uno sciame di mosconi 🙂 Mai creduto nel breve, ma nel lungo è inevitabile. Comunque alla px firmati

  3. Faustino ha detto:

    Che anonimo cretino. Come muovi l'economia senza Finanza? Probabilmente con il baratto ma è anonimo e non sapremo mai cosa tira prima di scrivere.

  4. Roberto Torre ha detto:

    Da qualsiasi angolo si osservi i grafici la soluzione è una:<br />SUPERLIQUIDITA&#39;………e tenerla anche per qualche mese.

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
  • Massime dalla Finanza

    "Regola n° 1: non perdere mai denaro. Regola n°2: non dimenticare mai la regola n°1" W. Buffett

    "È meglio avere quasi ragione che completamente torto" W. Buffett

    Non è importante che tu abbia ragione o torto, ma quanti soldi si fanno quando hai ragione e quanto si perde quando si ha torto. G. Soros

    Il nemico principale dell'investitore è probabile che sia se stesso. B. Graham
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