MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

L’indice Nikkei sembra voler fare un bel dietrofront dal livello che avevo indicato a 15300, come obiettivo massimo Fibonacci. Il movimento ribassista, forse più di una semplice correzione, desta qualche preoccupazione, se consideriamo il fallimento del superamento del precedente massimo di maggio e la rottura delle medie a 21 e 55 giorni avvenuta senza grande esitazione.
A supporto della fase delicata osserviamo come gli indicatori sembrano convergere in favore di un proseguimento del movimento negativo, che potrebbe culminare con il raggiungimento dei minimi di giugno, situati tra 12700 e 12600.

E’ importante a mio parere guardare al Giappone in quanto rappresenta la massima espressione delle politiche quantitative non convenzionali delle banche centrali.

Un paese che sta sfidando i numeri della fisica, con un debito di oltre 2,5 volte e mezzo il Pil e un’inflazione inesistente da circa 20 anni.

Ma cosa sta succedendo al Giappone nonostante la moneta gratis stampata dalla Boj?

Innanzitutto gli investitori avevano abusato del momento favorevole, scommettendo oltre il dovuto sull’esito elettorale, per il rinnovo della Camere. Esito ovviamente scontato, ma che ha evidenziato un certo disinteresse dei cittadini, visto l’alto grado di astensione. Inoltre, nel partito di Shinzo Abe sembrano non mancare le correnti avverse, soprattutto in tema ambientale e di politica estera.

Dopo le elezioni, adesso l’attenzione si sta spostando totalmente sulle misure atte al rientro del debito pubblico.
Entro il 2015 il Giappone vedrà infatti un raddoppio graduale dell’Iva, che la Boj non vede come una preoccupazione, ma che nella realtà potrebbe provocare squilibri poco simpatici. I consumi infatti potrebbero accelerare in previsione dei futuri aumenti, per congelarsi successivamente. Non proprio uno scenario idilliaco.

Dal 22 luglio, nella tranquillità e noia più totale dei mercati, l’indice Nikkei ha lasciato sul terreno quasi il 9%. Non proprio una situazione esemplare, per chi sostiene ancora oggi l’interventismo delle banche centrali.

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Aforisma della settimana
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