Il DAX nelle ultime settimane sta perdendo la forza rispetto gli altri indici sia europei che internazionali.
Basti pensare che nell’ultima settimana in DAX ha perso l’1,93% mentre l’SP500 ha preso l’1,59%, il Nikkei ha guadagnato il 4,59% il CAC lo 0,40%.
Inoltre nelle settimane precedenti quando c’era da perdere l’indice tedesco era tra i primi in classifica mentre quando c’era da guadagnare stazionava a metà classifica.
Diverse riflessioni possono essere fatte in merito a questa situazione.
La prima è che i mercati scontino, o perlomeno inizino a scontare, un rallentamento anche della locomotiva tedesca alla luce della crisi europea che non vede uscite, dei nuovi problemi che stanno emergendo nella periferia e della competitività progressiva dei prodotti asiatici in crescita (in primis svalutazione monetaria giapponese).
La seconda è che ci sia una rotazione dei capitali dai listini europei a quelli americani. Questo potrebbe essere visto alla luce di investimento azionario difensivo: in fondo i listini americani sono di solito gli ultimi a capitolare e sono anche protetti dalla FED, mentre quelli europei sono protetti solo dalle parole di Draghi.
La terza analisi, più ipotetica e sottile, prevede un vero proprio attacco alla Germania da parte dei grandi fondi americani. Una sorta di sorpresa politica pilotata viste le elezioni che ci saranno a settembre. L’obiettivo della Merkel negli ultimi mesi è stato non fare niente, lasciare tutto tranquillo, a parole mostrarsi aperta a crescita e sviluppo ma con i fatti lasciare liberi i mastini della Bundesbank di fare gli attacchi che volevano a Draghi e a politiche espansive. Questo allo scopo di accattivarsi l’elettorato tedesco e di non creare particolare rumore prima delle elezioni.
La cosa è abbastanza evidente, ma probabilmente gli americani hanno deciso di prepararle una bella torta prima delle elezioni con qualche candelina incendiaria in modo da darle un po’ fastidio. Forse agli americani la politica di austerità europea comincia a creare qualche prurito. In fondo per ora tutti i rischi di stampare denaro in eccesso se li sono presi loro: immagino comincino a pensare che qualche rischio debba prenderselo anche l’Europa.
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Aforisma della settimana
“Le oscillazioni dei prezzi rispetto al valore fondamentale dell’azienda sono una misura delle oscillazioni dei sentimenti.” De Bond