Finiamola di dire che la disoccupazione è un problema soprattutto in merito ai giovani.
La disoccupazione è un problema di per sé: il rimanere a casa dal lavoro che si abbiano vent’anni, 40 anni o sessant’anni è e rimane un problema. Cadono improvvisamente certezze, spariscono sogni, ti viene rubato il quotidiano, si polverizza la dignità. Il lavoro è un po’ come la salute, non ci si accorge dell’importanza che ha fino a che non lo si perde.
E’ un problema a livello di reddito perché chi non lavora non percepisce soldi.
È un problema a livello di qualificazione lavorativa, perché chi non lavora perde le sue qualità professionali e non resta al passo con il mondo del lavoro.
È un problema sociale, perché chi non lavora soprattutto se è maschio si sente un fallito, un incapace che non è in grado di dare sostentamento alla propria moglie, ai propri figli, e di dare una vita decente alla famiglia che con tanta fatica ha costruito.
Ricordiamoci che avere un’occupazione vuol dire avere una dignità, e che l’Italia ha una bellissima costituzione che all’articolo 1 sancisce che ” l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro.”
Sicuramente è un problema grosso per i giovani, i quali non riescono a entrare in un mondo come quello del lavoro altamente formante anche dal punto di vista umano considerato che si trovano probabilmente per la prima volta a tu per tu col mondo dei grandi, senza le difese della famiglia o della scuola. I giovani, non recependo reddito, non imparano a gestire il loro stipendio, non possono pensare al futuro, non possono pensare a farsi una famiglia, non possono coltivare i loro sogni. Continuano inoltre ad essere bamboccioni, pur non volendolo. Con il tempo però lo status di bamboccioni gli si appiccica addosso e diventa un tutt’uno con loro, non per scelta, ma perché costretti per troppo tempo in questa situazione dalla realtà del proprio paese e della propria zona. I giovani hanno però una fortuna: il fatto che con un po’ di umiltà e di impegno, grazie alla loro elasticità mentale e la loro salute, possono adattarsi a qualsiasi tipo di lavoro.
Il problema è probabilmente in proporzione numerica minore, ma forse più grande per gli ultraquarantenni, ovvero coloro che 10,20,30 anni fa hanno fatto la gavetta e si trovano ora a perdere il lavoro e a dover ricominciare da capo. E’ inutile che mi si venga a dire che bisogna reinventarsi, che bisogna dimenticare il posto fisso, che in America funziona così da anni e che è normale che nella propria vita lavorativa si cambino tre o quattro lavori se non di più e che questo dà valore aggiunto e fa curriculum. Sarà anche tutto vero, ma la cosa vera è che non siamo in America, che non c’è un mondo del lavoro dinamico come quello americano, ma soprattutto che in Italia c’è veramente poco lavoro e quindi tutti questi bei ragionamenti teorici sulla carta perfettamente funzionanti, non sono applicabili nel mondo reale. Se perdo il lavoro anche se sono specializzato e capace me ne sto a casa. Punto e stop. Oppure trovo lavoro a progetto sottopagato, senza possibilità di avere permessi, malattie o quant’altro, rinnovato di mese in mese: praticamente una schiavitù del nuovo millennio legalizzata.
E’ inutile che mi si venga a dire che Letta ha portato in Europa il problema del lavoro e dei giovani, e portato a casa 1,5 miliardi per questo obiettivo. All’Italia non serve l’Europa per fare delle riforme strutturali che aiutino concretamente il mondo del lavoro. All’Italia non serve la carità dell’Europa per dare una spinta al proprio tessuto produttivo. All’Italia serve che la politica la smetta di fare campagna elettorale eterna e si dedichi ai cittadini.
Lo spostamento dell’Iva e del l’IMU sono un esempio di mosse politiche di bassa lega. Qualcuno di voi ha mai ricevuto un plauso dal proprio capo che gli ha assegnato un problema, non per averlo risolto, ma per averlo spostato la settimana dopo? Immagino proprio di no …
Inoltre che Europa è quella che permette una disoccupazione del 7,5% in Germania tra i giovani e del 40% in Italia o del 50% in Spagna. Certo, mi si potrà dire che in America in una situazione del genere i giovani si sarebbero spostati ad esempio dal Texas alla California. Ma ribadisco, non siamo in America e la cultura non si cambia dalla sera alla mattina dicendo a qualche centinaia di migliaia di giovani se gentilmente si vogliono spostare in un altro Stato a lavorare. Stato che tra parentesi grazie alle sue fissazioni culturali e alle sue politiche di austerity sta magari affamando lo stato di origine di questi giovani …
Tornando alla disoccupazione, probabilmente questa è una delle armi di distruzione di massa, di distruzione di culture, di distruzione di speranze e sogni, più grande e più silenziosa che esista e non stiamo facendo niente per combatterla e per salvare non solo le generazioni giovani, ma tutte le generazioni di lavoratori.
Se la politica pensa di farci credere che ha capito l’importanza del problema del lavoro solo riempiendosi la bocca in merito a tale problema, ci spiace deluderla ma non ci caschiamo.
Non mi stuferò mai di dirlo, ma quello di cui abbiamo bisogno è un lavoro, un lavoro caratterizzato da dignità e da uno stipendio che permetta di ridistribuire la ricchezza e far ripartire l’economia. Questa è l’unica e sola ricetta che può risolvere i problemi dell’Italia.
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Aforisma della settimana
“Per qualcuno che vende, c’è sempre qualcuno che compra.” Anonimo
bravo, molto bello e puntuale! ps. poi, sullo spostarsi, se pensiamo che un paese possa risollevarsi esportando cervelli e facendo si che chi rimane faccia elettricista o idraulico, mestieri bellissimi e importanti ma non certo quelli utili ai fini della resurrezione del ns paese… 🙁 pps. sulla mobilità, che vadano tutti a fare in cu.. mi fa schifo questa corsa all'eldorado: un conto che
Concordo completamente.<br />Ma consolati (si fa per dire) sul fatto che tutte le civiltà se ne sono andate…………come sono anche arrivate.E adesso si scava per trovarne le tracce. Se ci pensate fa anche ridere pensare a quando troveranno pezzi di plastica e telefonini sotto terra……………<br />Finirà anche quella anglo-usa-cino-indo-russo-finanziariaglobale!!!<br />L'unico cruccio
In effetti sperare di risolvere i problemi mediante il fatto che i disoccupati vadano a trovare lavoro all'estero, in considerazione del fatto che l'estero si prende un misto dei migliori e dei più intraprendenti, fa capire il poco essere statisti e lungimiranti dei nostri politici.
bellissimo articolo, ricco di quell'umanità che in questo paese si è ormai persa. purtroppo non vedo spunti di speranza all'orizzonte..
All'ottimo articolo si aggiungono gli ottimi commenti. Il problema sta nella non risolvibilità del problema. Politici incompetenti (o in malafede, o tutte e due, che è più giusto)), sistema saturo (IO VOTO QUESTA), altro? Forse tutte le cose assieme. e non le possiamo risolvere (dal punto di vista strettamente economico-molto pragmatico, solo INVENTANDOCI DENARO, come stanno facendo altri ma