E ‘chiaro come ormai i mercati non considerino più l’oro come denaro. Esso è stato relegato al rango di un asset rischioso, a collaterale o copertura di qualcosa, o semplicemente come commodity che “aveva” una storia associata al cambio di moneta e beni. Questo è un errore.
Il grande economista austriaco, von Mises, ha scritto che ciò che è considerato “vero” denaro in un epoca deve sopravvivere al test di regressione. In parole povere, deve essere stabilito se questo denaro aveva un valore prima di essere usato come moneta. In caso contrario, stiamo parlando di un oggetto che deve il suo valore semplicemente alla fiducia. Quindi abbiamo bisogno di porci due domande: che valore aveva l’oro prima che fosse usato come moneta di scambio? E che valore avevano le monete moderne prima di essere usate come moneta di scambio?
La risposta alla prima domanda è chiara. Chiunque abbia visto l’Alfred Jewel nel Museo Ashmolean di Oxford (vecchio di 1000 anni), il Snettisham Torch nel British Museum (vecchi di oltre 2000 anni), o la maschera d’oro di Tutankhamon nel Museo del Cairo (datata attorno al 1000 a.C.),avrà guardato a questi artefatti con stupore. Il loro valore è semplicemente inestimabile. Non vi è quindi alcun dubbio che l’oro, l’elemento fondamentale in tutti questi oggetti, supera grazie a loro il test di regressione di von Mises. Si può inoltre aggiungere a rafforzare quanto detto che anche gli Aztechi e gli Incas nel Nuovo Mondo, che era completamente isolato dalle civiltà europee e asiatiche, comunque utilizzavano l’oro per gli artefatti più importanti e di pregio.
Le valute di carta invece non sopravvivono a questo test. Inizialmente si è partiti con utilizzarle al posto di oro e argento. Poi, nel corso del tempo hanno perso tutta la loro convertibilità. Come risultato finale, esse ora dipendono come valore semplicemente dalla fiducia che gli si attibisce.
I traders e gli investitori nei mercati dei capitali sono indifferenti a questa distinzione. Invece di rendersi conto che la Legge di Gresham (la moneta cattiva scaccia quella buona) è in corso di applicazione, essi considerano la “moneta cattiva” (le valute attuali) come unico valore nei tempi moderni. Ciò può essere comprensibile se si considera che tengono i loro conti e pagano le tasse in “moneta cattiva”. Stessa cosa se si pensa al fatto che investono in valuta corrente. Ulteriore rafforzativo al loro ragionamento è dato dal fatto che possono coprirsi dagli investimenti e gestire portafogli di investimento senza più ricorrere all’oro.
Per queste ragioni pratiche la maggior parte dei traders e degli investitori sostiene che l’oro non è più denaro, ma questa view rischia di essere minata dagli eventi. Stiamo infatti vedendo che le quattro principali banche centrali sono impegnate a stampare la loro valuta in quantità crescente, per finanziare i loro governi e per sostenere le banche.
Domandiamoci: ma quando smetteranno, come faranno e cosa succederà?
L’effetto dell’inflazione monetaria solitamente è prevedibile: prima si alzano i prezzi degli assett, come stiamo già verificando. Poi aumentano i prezzi delle materie prime e dei manufatti, visto che la gente inzia a spendere incoraggiata da bassi tassi di interesse, il che porta inevitabilmente ad un aumento dei prezzi e all’aumento dei tassi di interesse. La sequenza dei cicli economici, alimentato dal credito è fin troppo familiare.
Questa volta, data la probabilità di una crisi finanziaria e di collaterali dovuta al calo dei prezzi degli assett, il ciclo economico rischia un cortocircuito. L’aumento dei prezzi delle materie prime e dei beni potrebbero essere causati dal calo della fiducia nelle valute moderne, invece che dall’aumento della fiducia nelle prospettive economiche.
Questa crisi sembra essere l’ultimo test per le valute non più convertibili. A quel punto, chi sarà a loro esposto si ricorderà del test di regressione di von Mises.
Inserite i vostri commenti! Ci fa piacere sentire anche le vostre esperienze e posizioni in merito. Ogni spunto può essere utile per dare un’informazione migliore e più completa!
Aforisma della settimana
“Per operare proficuamente in Borsa non è necessario che l’investitore sappia prevedere il futuro. Quello che gli è richiesto è di saper valutare correttamente la situazione corrente secondo buon senso.” MC Pix