Penso ci sia poco di così attuale, la parola al Presidente.
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Non si può rifuggire, oggi, dall’affrontare onestamente le attuali condizioni del nostro Paese. Questa grande nazione saprà sopportare, e saprà anche risorgere alla prosperità. […] Ci apprestiamo ad affrontare le comuni difficoltà: […] i valori sono scesi a livelli paurosamente bassi; le imposte sono cresciute; la nostra capacità di pagamento è diminuita, ogni categoria di amministrazione deve tenere conto di una notevole diminuzione delle sue entrate; nelle correnti commerciali si è prodotto un vero congelamento delle possibilità di scambio; per ogni dove si posano le foglie secche dell’iniziativa industriale; gli agricoltori non trovano mercati di sbocco per i prodotti della terra; e migliaia di famiglie hanno perduto i risparmi pazientemente accumulati in lunghi anni.
Ancora più grave è la circostanza che una folla di disoccupati si trova di fronte al vero problema della propria esistenza, mentre un numero non minore di cittadini continua a lavorare con scarso profitto. […] davanti al tribunale dell’opinione pubblica, condannati dal cuore e dalla mente degli uomini, stanno i sistemi di speculatori poco scrupolosi. […]
Bisogna porre fine a quella linea di condotta bancaria e commercialistica, che troppo spesso ha permesso di confondere la concessione di sacri diritti con la possibilità di perpetuare impunemente il male secondo criteri spietatamente egoistici. C’è poco da meravigliarsi di fronte alla diminuita fiducia, perché la confidenza prospera solo se è alimentata dall’onestà, dal senso dell’onore […]. Ma la ricostruzione non esiste solo modificazioni d’indole morale. La nostra nazione domanda di poter agire immediatamente.
Il nostro primo grande compito è di dare lavoro al popolo.
Non è un problema insolubile, se affrontato con saggezza e coraggio. […] Infine occorre tenere presenti le salvaguardie contro i mali del vecchio ordine di cose: bisogna esercitare una stretta sorveglianza su tutto il sistema bancario, creditizio e di investimento del denaro; bisogna finirla con le speculazioni basate sul denaro altrui.
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F.D. Roosvelt, Il Presidente degli Stati Uniti al suo insediamento, 4 Marzo 1933
L’unica cosa che mi permetto di aggiungere a un discorso di così elevato livello è il seguente:
non abbiamo politici in grado di fare un discorso che guardi la realtà, così netto e di concretizzare dei cambiamenti, questo probabilmente è il vero male del nostro tempo.
Inserite i vostri commenti! Ci fa piacere sentire anche le vostre esperienze e posizioni in merito. Ogni spunto può essere utile per dare un’informazione migliore e più completa!
Aforisma della settimana
“Non cercare di centrare i massimi e i minimi, solo i bugiardi ci riescono.” Victor Sperandeo
Oramai il mondo è in mano completamente ad affaristi di ogni tipo e le masse sono state tutte narcotizzate dal benessere e dalle tecnologie.<br />Questo almeno in occidente ma il resto segue a spron battuto.<br />E' fisiologico che il capitalismo ha bisogno continuo di espandersi per reggere e uesto è dimostrato dalla politica delle multinazionali.<br />Ma tutto finisce, tutto si ferma. E se
Concordo perfettamente. Il benessere sopisce "lo spirto guerrier ch'entro ci rugge", purtroppo.