Dai post precedenti si è capito come nel “tradare” tutto venga messo in gioco: la nostra psiche, i nostri valori le nostre credenze, bisogni, sicurezze, convinzioni, abitudini, preconcetti ecc
E tutti questi hanno una correlazione con la nostra cultura, i nostri geni, in nostro ambiente, il nostro sesso.
Maschi e femmine, o uomini e donne, hanno un atteggiamento molto diversi nei confronti del denaro e del trading. L’uomo è portato tipicamente e a ritenere giusto spendere per cose utili, la donna classicamente per cose belle o che le diano felicità e appagamento o a solo scopo celebrativa (per una festa, una ricorrenza, un evento) o per compensare uno stato emotivo.
Ecco come si crea quindi (semplificando) lo scontro epocale classico tra la moglie (ed eventuali figlie) “spendaccione” (o amanti dello shopping) e il marito “braccino corto” (o parsimonioso) che invece vuole risparmiare e spendere solo laddove ritenga utile.
Nella vita quotidiana c’è quindi un meccanismo per cui le donne sembrano poco attente ai rischi e gli uomini molto di più, mediamente più preoccupati di fare il classico mucchietto di soldi in banca per gli eventi nefasti.
Nel trading la situzione in parte si capovolge.
La donna trader è mediamente (e questo lo dicono studi specifici) più portata ad essere conservativa e ad accettare il rischio solo se ben ponderato, o in piccole dose o ben protetto da assicurazioni.
Ad esempio i dati dell’Associazione italiana private banking rivelano che nel portafoglio delle imprenditrici la quota di investimenti in Borsa (10%) è pari a quella dei colleghi maschi ma le donne investono il doppio degli uomini in polizze (9,2%) contro il 4% degli uomini.
Gli uomini invece sono più portati ad abbandonarsi al rischio puro, perchè presi da quella competizione classica del maschio che impara fin da piccolo, dalla smania di gareggiare e riuscire.
Un altro aspetto è il seguente: le donne pare siano molto insoddisfatte dei prodotti finanziari esistenti, visto che sono fatti da uomini e tengono conto di una vita “piatta”, mentre le donne vorrebbero che i prodotti finanziari tenessero conto anche del loro ciclo di vita, ovvero nascita di figli, divorzi, altro …
Altra cosa interessante, è che donne valutano molto di più il rischio finanziario, gli uomini il rendimento.
Studi specifici mostrano che una donna messa davanti alla scelta: investimento con perdita 100 euro e possibile guadagno di 1000 o perdita di 150 e guadagno di 2000, sceglieranno la prima. Gli uomini facilmente la seconda.
Quindi il Trading va a ribaltare il meccanismo “spendaccione” – “braccino corto” che contraddistingue femmine e maschi nella realtà. Altri sostengono invece che il meccanismo permanga e che siano forme diverse di oculatezza/correttezza nello spendere (per le donne) e avarizia (per gli uomini). A ognuno/a l’intepretazione che preferisce 🙂
E con questo post chiudiamo la serie sulla psicologia del Trading.
Si potrebbe dire ancora molto sulla psicologia del trading, ma credo ci siano anche altri argomenti interessanti da toccare su cui stiamo lavorando.
Per cui, sperando che questa serie ti sia piaciuta, sia stata interessante e ti abbia dato spunti utili a migliorare il tuo trading, ti diamo appuntamento alle prossime serie che a breve arriveranno!
Inserite i vostri commenti! Ci fa piacere sentire anche le vostre esperienze e posizioni in merito. Ogni spunto può essere utile per dare un’informazione migliore e più completa!
Aforisma della settimana
“Quando si fa questo mestiere non ci si puó permettere il lusso di avere opinioni rigide. Occorre avere una mente aperta e tanta flessibilità.” Jesse Livermore