Cosa fa un investitore dopo aver aperto una posizione?
Solitamente si dimentica del motivo per cui l’ha aperta, della data di apertura, della strategia di apertura e inizia una fase che alcuni chiamano regressione cognitiva in cui da freddo calcolatore psicologicamente stabile diventa succube del più terribile degli psicofarmaci: gli alti e i bassi del mercato.
E appena prima di aprila?
Smania per aprirla perchè non vuole perdere il treno e perchè crede solitamente di aver capito la chiave di volta del mercato e quindi non può perdere l’occasione di guadagnare!
Cosa quindi è saggio fare prima di aprire una posizione
* definire l’assett dell’operazione (azione, obbligazione, altro?)
* definire l’operazione (long/short)
* definire la % del portafoglio da destinare
* definire la data di apertura e l’eventuale prezzo di apertura
* definire lo scenario temporale (minuti, giorni, mesi, anni)
* definire stop loss (consigliato)
* definire eventuale stop profit
* definire (se non è stato messo stop loss): cosa farei in caso di perdita del 10-20-30 altro?
* definire i motivi della scelta con chiarezza e pesarli con i motivi del non aprire la posizione
* i motivi prima di aprire la posizione e rileggerli anche dopo aver aperto la posizione
* seguire in maniera ferrea ala strategia, perchè quando non si è ancora aperta la posizione di è sobri, mentre appena aperta si diventa ubriachi improvvisamente
Scrivere tutto quanto sopra su un foglio, di carta o elettronico, in modo da poterlo leggere nei momenti difficili. Il primo momento difficile è subito, quindi leggerlo prima di aprire la posizione.
Questo ci permette di evitare entrate motivate solo dalla smania di investimento e permette al nostro io “regredito” in balia dei mercati di parlare con l’io “stabile” a distanza di tempo e prendere da lui conforto. E’ come fare il consulente di se stessi a distanza di tempo.
Aggiungo alcune domande che ci si possono porre prima di investire e che servono a delineare meglio i motivi dell’investimento, che sono alla base di tutto il ragionamento fatto sopra.
* come sta andando l’economia del paese dell’assett?
* l’assett è sufficientemente diversificato geograficamente?
* l’assett di investimento è da me conosciuto?
* l’assett di investimento è abbastanza liquido?
* l’assett è abbastanza capitalizzato o comunque sufficientemente “corposo”?
* l’assett è in un settore definito? Come si sta comporando il settore? E i settori correlati?
* l’assett sbilancia in qualche modo il mio portafoglio?
* l’assett va di moda (sembra stupida come domanda, ma non troppo)?
Sono solo alcune delle possibili domande che ci si possono fare, ma penso siano importanti per definire bene i confini degli investimenti che si vogliono fare.
Bell'articolo. Il problema è il tempo e la disciplina che non esiste nel 99% delle persone. Appunto quelle che perdono sempre.
Grazie per il complimento 🙂 E' insito nell'uomo non essere disciplinato, altrimenti non servirebbero regole da seguire e per questo è così difficile esserlo. Certo forse se il 99% della popolazione fosse disciplinata, probabilmente l'1% ovvero gli indisciplinati avrebbero la meglio finanziariamente proprio perchè non seguirebbero le leggi della massa. Per quanto riguarda il tempo è l