La candidatura di Marini, più che di “inciucione”, ha sapore di offesa alla democrazia. E’ palpabile, infatti, il malcontento fra gli elettori del Pd, i quali si sentono sempre più lontani dalle decisioni della dirigenza del partito.
Questo è il prezzo, che molti elettori pagheranno, per dare a Bersani quella governabilità, che si baserà sulle stesse forze, che hanno guidato il Paese dal novembre 2011, con l’aggiunta della Lega.
Segnali evidenti di questo scenario li vediamo già dalla posizione di SEL, sempre più lontana dall’alleato Bersani.
Insomma, detto in parole povere, se Marini sarà il Presidente della Repubblica italiana, avremo un Monti Bis, attraverso un prestanome nella veste di Bersani.
Quindi, l’aver votato a febbraio è stato a dir poco inutile.
Provo una grande tristezza nel vedere l’assenza di segnali di rinnovamento di un Paese che avrebbe avuto bisogno di tutto fuorché quella di ritornare al passato.
Purtroppo vincerà la Casta.
Questo non significa che il Paese rimarrà inerme difronte all’affronto delle forze oscure, anzi.
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Dopo un’apparente tregua, i nodi verranno al pettine ancora più dolorosi di prima, ma questa volta non basteranno nuove votazioni a placare l’ira di coloro che avrebbero voluto vedere un rinascita del Paese.
A questo punto non ci resta altro che attendere questo spettacolo indegno, non tanto per la figura di Marini, quanto per la sordità e la strafottenza della vecchia politica.