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Le vendite viste sull’oro in questi due giorni, più che basarsi su motivazioni fondamentali conosciute al mercato, sembrano derivare soprattutto da fattori tecnici emotivi, forse innescati da qualcuno ben presente nella stanza dei bottoni, vedi Goldman Sachs (proprio giovedì uscita con un downgrade per target 1400 nel 2013 e 1300 nel 2014) o Fed, quest’ultima interessata a valorizzare il predominio del Dollaro.
John Paulson, intanto, che nel 2008 aveva previsto il crollo dei mercati azionari, con il suo “Gold Fund” sembra perdere al momento circa 400 mln di dollari. Lascio a voi immaginare che effetti possa aver provocato la rottura dei 1500 dollari l’oncia, sulle posizioni long degli hedge fund e degli investitori più speculativi.
Magari il mercato dell’oro sta anticipando un probabile arresto delle politiche espansive?
La cosa certa è che da giorni (per non dire settimane) i mercati non sembrano muoversi in modo lineare.
I titoli cosiddetti ciclici, quelli che dovrebbero essere più sensibili alla crescita economica, hanno da tempo intrapreso una strada tutt’altro che rialzista.
I dati che evidenziano il rallentamento della Cina dovrebbero far riflettere su quelle che sono le potenzialità dell’economia nei prossimi mesi e su cosa effettivamente stiano scontando le commodity come petrolio e rame. Altri indizi non sono mancati se guardiamo i recenti dati usciti negli Stati Uniti, dalle vendite al dettaglio ai nuovi occupati nel mese di marzo, per non parlare della fiducia e dei tagli alla spesa pubblica.
Ora la domanda che mi pongo è la seguente: le maggiori istituzioni economiche hanno sempre rimandato al secondo semestre una ripresa dell’economia. E se le commodity stessero scontando un nuovo ed imprevisto avvitamento?
Che cosa ne sarebbe dei mercati?
Ma soprattutto, fino a che punto gli Stati già adesso in difficoltà, potrebbero sostenere il proprio debito?
Oppure, è probabile che stia dicendo una grande fesseria, visto che il Btp Italia, oggi, è andato a ruba?
Del resto viviamo in due mondi paralleli:
Nel primo Mondo si prestano 40 mld di euro per finanziare l’Efsf, oppure si collocano 10 o 20 mld di Btp nel giro di 2 o 3 giorni.
Nell’altro Mondo, invece, quello che riguarda tutti noi, non si riesce a sbloccare i crediti verso la PA, oppure a trovare 1 mld per garantire la Cig.
“Care banche centrali, volete fare una bella politica quantitativa reflazionistica? Bene, stampate meno, ma meglio. Fate in modo che i soldi possano circolare sul sistema reale e non solo in quello finanziario”.
E’ inutile gonfiare gli asset come bolle, se a beneficiarne sono solo le banche e quei pochi che detengono il 90% della ricchezza mondiale, quando parallelamente si persegue la “cinesizzazione dei salari”.
E’ chiaro che prima o dopo il sistema imploderà su se stesso.
Forse un giorno scopriremo che Paulson ci aveva visto bene.
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Grazie per i continui spunti di riflessione che offri