Se due anni fa qualcuno avesse proposto l’uscita della Grecia dall’Euro con introduzione della Nuova Dracma lo avrebbero rinchiuso in manicomio.
“Ma stai scherzando? Se la Grecia esce dall’Euro sarebbe costretta a svalutare di almeno il 50-60%, avremmo un blocco dei capitali temporaneo, un dimezzamento dei salari reali e comprare materie prime e beni di prima necessità diventerebbe quasi impossibile”.
Fortuna che i pazzi pro-Nuova Dracma sono stati rinchiusi in un carcere di massima sicurezza, mentre i saggi pro-Euro hanno prevalso.
A distanza di due anni, la Grecia si è ripresa di slancio, grazie alle misure adottate da quei lungimiranti figli di Troika.
I cittadini greci oggi, infatti, affogano nel benessere, grazie ai massicci investimenti provenienti dall’estero, mentre i diritti umani di base, come quello di potersi curare non sono mai stati messi in discussione. Tutto questo grazie alla perfezione dell’Unione Europea.
Pare che da alcuni giorni, gli stessi pazzi criminali siano evasi dal carcere di massima sicurezza, e che questa volta stiano puntando in direzione di altri Paesi dell’Eurozona, da troppo tempo commissariati de facto dalla Krante-Cermania.
L’esercito dei figli di Troika pertanto si sta schierando in modo massiccio sui punti più nevralgici dell’Eurozona, al fine di prevenire gli attacchi dei pazzi criminali, riproponendo lo stesso modello applicato in precedenza, che tanto benessere ha dato al popolo greco.
Sono il primo a dire che se l’Italia abbandonerà l’Euro vedrà un impoverimento immediato dei salari compreso tra il 30 e il 50 percento. Questo, non perchè abbandoniamo un sistema monetario virtuoso, bensì perchè in oltre 20 anni di governo, il nostro Paese ha creato delle disfunzioni che rendono il cammino ormai insostenibile.
Personalmente sono del parere che sia meglio pagare questo pedaggio di insostenibilità attraverso una svalutazione piuttosto che con gli stessi automatismi applicati per la Grecia.
Solo dopo essersi liberati dal “buco nero” dell’Euro e subìto una svalutazione compresa tra il 30 e il 50 percento vedremmo riaffiorare investimenti dall’estero, che mai arriverebbero allo stato attuale.
Proprio ieri stavo leggendo un report di una grande casa di investimento che sottolineava come la Spagna presentasse fra i migliori coefficienti di competitività. Non mi risulta ad oggi che il paese iberico sia oggetto di afflussi di capitale. Osservo al contrario un tasso di disoccupazione simile ad un paese del Terzo Mondo.
Se da un lato quindi gli effetti di una svalutazione ricadrebbero sul potere dei salari (destinati allo stato attuale a scomparire o a dimezzarsi) dall’altro, il Paese uscente dall’Eurozona, oltre ad avere una Banca Centrale, potrebbe riordinare il livello di tassazione, in modo da incentivare la crescita e gli investimenti.
Vendere oggi il patrimonio statale, al fine di rimanere all’interno di un sistema comunque insostenibile, significherebbe indebolire il potenziale del Paese, qualora si mettesse in pratica l’azione di uscita.
Spero che il messaggio, che sono riuscito a scrivere da Alcatraz, sia arrivato a tutte le persone intelligenti, ma soprattutto armate di coraggio, coscienza, senso di solidarietà e voglia di rinascita.
Vi lascio con questa massima famosa
La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e disagi, inibisce il proprio talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è l’incompetenza. Il più grande inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita ai propri problemi.
Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.”