MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Era il 9 Novembre 2011, quando Berlusconi annunciava le sue dimissioni. Il clima di quei giorni non era molto distante da quello che abbiamo visto fino a pochi giorni fa in Grecia, mentre il cavaliere rischiava seriamente di finire nella morsa della folla, destino questo, riservato a personaggi autoritaristici, sconfitti dalla forza della democrazia.
In quei tempi (quasi ormai come se stessimo parlando di una leggenda) lo spread era a 570 e l’ipotesi che il nostro Paese dovesse affrontare una seria ristrutturazione del debito, non era affatto remota.
Molti italiani si dichiararono disposti a qualunque cosa, pur di scongiurare il rischio di perdere i propri risparmi, mentre il cavaliere di Arcore si ritirò dietro le quinte onde evitare di essere bersagliato.

La politica quindi, incapace di risolvere la situazione (che era letteralmente scappata di mano), accettò il commissariamento, affidandosi ad un governo tecnico, l’unico in grado di godere della necessaria credibilità internazionale.
Nonostante il suo fallimento  in tema di equità, coesione sociale e soprattutto crescita, il Governo Monti, ebbe il merito di placare le preoccupazioni dei tedeschi, ma soprattutto degli ambienti finanziari.

La convinzione di cambiare, inoltre, mostrata dagli italiani in quei tempi, fu così mano a mano ripagata in soldoni, visto che poterono rivedere i loro risparmi ritornare a livelli accettabili, anziché polverizzati in poche ore.

Il cammino verso il traguardo non fu privo di insidie, e con molta probabilità, se non ci fosse stato l’intervento di Mario Draghi, si sarebbe interrotto prima del tempo.

Oggi quindi, a distanza di 14 mesi, possiamo constatare come l’Italia abbia più che dimezzato lo spread rispetto ai livelli del 9 novembre 2011 e come gli italiani stiano ritornando al pensiero di un tempo, che tanto ha nuociuto al Paese.

E’ bastato infatti il tam tam mediatico di Berlusconi per far risalire i consensi verso quel partito che in 10 anni di Governo su 12 ha portato l’Italia nelle ultime posizioni della competitività Ue, per non parlare ovviamente dell’impennata del debito.

Questa è la dimostrazione che molti italiani non hanno capito la situazione effettiva del Paese. 

Parallelamente il resto della politica si è arenato improvvisamente. Stessi partiti, stesse facce e soprattutto stesse coalizioni, che in passato hanno dimostrato di non avere i numeri per governare. 

I più ottimisti vedono la formazione di un Governo tra Pd e Agenda Monti, ma secondo le ultime dichiarazioni, sembra impossibile veder coesistere il Centro di Casini e Fini con l’ala estrema di Nichi Vendola. 

Gli italiani, ben rappresentati dai politici attuali, sembrano quindi aver dimenticato tutto, grazie allo spread, mentre gli allarmismi quasi totalmente svaniti. 

Nel frattempo vi lascio al grafico sopraindicato relativo al famoso Target 2, che, spread o non spread sottolinea come la divergenza tra paesi core e paesi Piigs sia ormai su livelli di non ritorno. 

Sono curioso pertanto come arriveremo alle elezioni. Quelle tedesche s’intende. 

Riguardo a quelle italiane, credo che saranno ininfluenti. Saremo governati dalla Bce, a prescindere da chi sarà il vincitore. Questo non significa che per gli italiani sarà una strada in discesa. 

Del resto, da politici (Destra, Centro e Sinistra) che stanno impostando una campagna elettorale sulla menzogna non mi aspetto miracoli…………anzi.

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