MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Nella settimana appena trascorsa non sono mancate certo le news negative, che avrebbero potuto in qualche modo, creare le condizioni per un rafforzamento della tendenza negativa alla quale i mercati sembravano predisposti.
Non è bastato il mancato accordo sugli aiuti alla Grecia, rimandato a Lunedì, mentre gli effetti di Moody’s sul declassamento della Francia, sono durati lo spazio di mezza nottata.
Infine, le forti divergenze tra i paesi Ue, in tema di bilancio comunitario, sono passate addirittura inosservate, agli occhi degli investitori.

L’indice Dax, ad esempio se ne è ritornato sui valori di inizio Novembre, superando le rispettive medie e avvicinandosi alla resistenza dinamica di breve, situata a 7420. In Germania va anche detto che i dati sull’indice Ifo sono stati ben superiori alle attese, mentre l’inflazione si è rivelata più contenuta.
Nel complesso la situazione tecnica ha visto un arresto deciso della tendenza ribassista di breve, confermato anche dagli indicatori, mentre gli oscillatori di direzione sono al momento in fase di trend laterale.

Da un punto di vista settimanale possiamo vedere meglio in che posizione si trovi il Dax sotto l’aspetto di lungo. Se unisco i massimi del 2007 con quelli del 2011 ottengo infatti, una trendline estremamente significativa, sulla quale l’indice ha intrapreso un movimento laterale evidente, che sembrava sfociare in una correzione marcata. E invece nella settimana scorsa, addirittura, la candela rialzista ha sovrastato quella precedente ribassista, confermando oltretutto la reazione positiva a ridosso della media a 21 settimane.
E’ chiaro quindi, che una rottura al rialzo dell’area di 7420 aumenterebbe sensibilmente le possibilità in favore di un’accelerazione rialzista verso i massimi del 2007, situati a 8000 circa. Chissà forse potremo puntare su target mai visti? Ma di questo non ce ne dobbiamo certo occupare adesso.

Nella sostanza da quasi tre mesi sui mercati non sta succedendo un bel niente. Queste sono fasi importanti per capire e non per abbuffarsi, dove spesso a prevalere è la speculazione professionale.

Questo è l’andamento dell’indice Dax di quasi tre mesi. Senza una direzione, tipico per gli amanti del trading stretto e che spesso anticipa movimenti chiari e duraturi.

Essendo questo movimento preceduto da una fase rialzista ben definita. Quella che vediamo sotto.

Ed avendo visto i segnali ribassisti, perdere le proprie forze in modo considerevole e in tempi brevissimi, non possiamo assolutamente trascurare l’ipotesi di una fase terminale imminente del movimento laterale, con rottura di quota 7420.

Anche il nostro indice FTSEMIB sembra rientrato dalla fase di pericolo, riportandosi all’interno del triangolo superiore.

In questo caso è ancora più evidente l’importanza della resistenza di 15850, rappresentata dalla linea che unisce i massimi decrescenti degli ultimi due mesi.

Benché gli indici Usa siano sottotono, rispetto a quelli europei è interessante notare come in questa settimana vi siano stare reazioni significative. Soprattutto l’indice Nasdaq ha reagito in modo puntuale sulla parte inferiore di un perfetto canale rialzista di lungo periodo.

Nonostante la reazione, il quadro delle medie rimane ancora ben più incerto rispetto a quello dei mercati europei. Quota 2480 rappresenta il supporto più importante, mentre segnali di conferme rialziste le avremo al superamento di quota 2670 e 2730.
In fase più avanzata invece l’indice SP500

In questo caso l’indice ha superato nuovamente al rialzo la media a 200 gg. presentando maggior forza rispetto all’indice tecnologico.

Ma il vero volano sembra essere stato la CORSA ALLA SVALUTAZIONE ben raffigurata dalla reazione dell’oro, nuovamente in tensione. Il quadro tecnico conferma un nuovo attacco alla resistenza dei 1800 punti.

Corsa alla svalutazione ben legittimata da un livello dei tassi tenuti artificialmente bassi, grazie alla monetizzazioni di fatto di alcuni debiti pubblici, come quello giapponese e a seguire americano e britannico. Non dico che la Bce sta monetizzando il debito altrimenti la Buba s’incazzerebbe di brutto.

Domani ad esempio vedremo come sarà affrontata la questione greca. Di ristrutturazione del debito nemmeno a parlarne, secondo la Germania, (almeno fino alle prossime elezioni dico io). Difficilmente la Grecia sarà solvibile, se in futuro la Bce non svaluterà i propri bond in portafoglio. Ma il teatrino sembra continuare.

Ben più evidente il caso Giappone.

In questo caso addirittura il futuro governo, che verrà sicuramente eletto a metà dicembre, ha parlato chiaro, in merito al ruolo della propria banca centrale, la quale nei fatti sembra perdere la propria indipendenza, con effetti che potrebbero essere molto pericolosi sulla credibilità dello Yen.
Nel grafico sopra possiamo osservare come l’Euro sia prossimo a superare la resistenza di 107,50 contro Yen.

Insomma, qui, più che di economia, dovremmo affrontare il problema della credibilità monetaria. Tutti a stampare moneta, al fine di ritrovare quella competitività venuta meno con la globalizzazione selvaggia.

E’ chiaro che in questo contesto non saranno certo i bond a pagare, bensì gli asset. Ovviamente fino a che le banche centrale decideranno il contrario.

Vi prego di cliccare sui video, se volete contribuire al blog…………….GRAZIE

Categories: Anali Tecnica, Scenari

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