Ma chi vogliono prendere per i fondelli?
Monti doveva essere il Giuliano Amato del 2011, come del resto i media lo avevano dipinto. Così non è stato.
Volere o volare, il governo Amato riprese l’Italia per i capelli grazie a una manovra shock, in modo condivisibile o non. Oltretutto avevamo una moneta in grado di farci riconquistare competitività.
Nei venti anni successivi, l’Italia, anziché imparare la lezione ha perseverato e amplificato gli errori visti durante la gestione andreottiana e craxiana, fino ad arrivare al commissariamento della politica, in quanto la situazione non era più sostenibile agli occhi degli investitori. La Lira nel frattempo non poteva aiutarci in quanto aveva lasciato il posto all’Euro e ad una Banca Centrale di stampo tedesco, ostile a qualsiasi politica inflattiva.
Questa volta quindi, a parte le lacrime da coccodrillo della Fornero, che si apprestava a penalizzare i più deboli, di manovre shock non ne abbiamo viste. Perchè è di questo che il nostro Paese aveva bisogno.
Siamo stati invece un anno a corteggiare la Merkel e le istituzioni finanziarie, senza passare ad azioni forti.
Per azioni forti intendo semplicemente manovre in grado di abbattere consistentemente la massa del debito in tempi veloci (del resto siamo considerati un Paese ricco no?), al fine di alleviare il peso fiscale di coloro che lavorano, a differenza dei magna magna che si meritano non 1 ma 1000 Beppe Grillo, al fine di toglierli dalla poltrona.
Non sto qui ad elencare le manovre necessarie per non dilungarmi molto. Basti pensare alle proposte fatte da alcuni economisti, come la vendita di 500 mld di beni dello Stato o la patrimoniale sui grossi capitali, in grado di racimolare tra i 200 e i 300 mld.
Queste sono manovre shock. Il resto è tutta teoria e perdita di tempo, in attesa che la Germania modifichi il proprio Dna, evento questo impossibile.
Visto che così non è stato fatto, sarà lecito attendersi eventi shock esogeni, in grado di riequilibrare una situazione insostenibile.
Lascio a voi qualsiasi libertà di individuare i fantascenari futuri che ci riporteranno ad un più sano equilibrio.