Sulla tragedia greca sorvolo, in quanto parlano da soli:
– il debito/pil che ha nuovamente superato il 150%. Sorvoliamo anche sul formidabile 126% italiano.
– il fatto che nelle proposte sul nuovo programma di austerity appaia nuovamente lo spettro di una ristrutturazione del debito che in tempi moderni viene preceduta dall’aggettivo “soft” per non preoccupare più di tanto i banchieri che ormai presiedono da anni la stanza dei bottoni.
Il fallimento della cura greca (ormai sotto gli occhi di tutti), rappresenta un probabile traguardo al quale vogliono mirare altri paesi?
Il tutto per difendere un’Unione Monetaria che mal si sposa, così com’è oggi, con le leggi basilari dell’economia socio-politica.
La visita di draghi al Bundestag, benchè, risaltata positivamente dai giornali, quelli di casa s’intende, non ha mosso di una virgola gli equilibri politici tedeschi.
Il governatore della Bce ha voluto rassicurare il Parlamento sugli effetti che l’operazione Omt avrebbe sull’inflazione.
Ormai anche il gatto della mia vicina è fermamente convinto che l’inflazione è solo un pericolo che appartiene ai libri di storia.
Sulle televisioni e sui giornali specializzati si sentono i pareri più distorti come l’appello agli investitori:
“se volete perder soldi andate nei porti sicuri come il Bund”.
Si dà per scontato che in caso di risveglio dei tassi nelle aree sicure, gli effetti su quelle a rischio non sarebbero ovviamente più gravi di quelle attuali. Ovviamente questi stolti non sanno, che in caso di scenario rialzista dei tassi, sono proprio le aree più a rischio a perdere immediatamente la fiducia del mercato.
Dico ciò perchè mentre da una parte si vuole replicare quello che la Fed ha fatto oltre 4 anni fa (ricordo che i mercati non sono un elemento statico che può essere domato a tavolino nel lungo termine), dall’altra sono riuscito a leggere il parere di alcuni esperti che ritengo estremamente credibili e che non sto a nominare per vari motivi.
Ebbene, in un contesto apparentemente tranquillo e dopo molti mesi di silenzio, questi esperti stanno preparandosi ad un’inversione dei tassi americani di lungo termine.
Ci sono due motivi per far salire i tassi nel lungo termine.
- Il primo può essere una ripresa dell’economia.
- Il secondo, ben più grave, la perdita di credibilità.
Lascio a voi la scelta. Voglio tuttavia marcare il fatto che gli Usa, hanno accompagnato gli anni del QE della Fed, con un deficit annuo ben superiore ai 1000 mld di dollari. Altro che cicala!!! Trovatemi un altro animale più irresponsabile per dare un ruolo agli Usa nella famosa storiella. Magari un animaletto con una potenza militare simile.
Parallelamente la Cina ha smesso di comprare debito americano, sia per il rallentamento che sta attraversando, sia perchè i capitali derivanti dall’export (in diminuzione) rimangono parcheggiati fuori dal Paese. Solo il Giappone sta comprando a manetta debito Usa per svalutare il cambio, ma anche questo paese non è immune da problemi, anzi.
Un paese più virtuoso, ad esempio, sembra la Gb, rispetto agli Usa. Il Governo britannico infatti, ha accompagnato il QE della Boe, con un programma di rientro del deficit, che rimane tuttavia a livelli insostenibili, e solo oggi può godersi un sorprendente Pil cresciuto dell’1%. Tuttavia questo comporta prospettive di rialzo dei tassi, solo per il fatto che i buoni dati potrebbero finalmente arrestare la politica generosa della Banca Centrale.
Bene, non voglio sparar sentenze, ma anche la casalinga di Voghera non è più preoccupata dell’inflazione, mentre è certa che i tassi (quelli tripla A) rimarranno a zero in eterno, attirando con se i rendimenti dei paesi più a rischio.
Ho sempre odiato le mode
Alla prossima e cliccatemi i video sopra…………grazie