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Come vedete dal grafico sopra l’indice tedesco, che rimane tutt’oggi fra i più forti dell’intero sistema finanziario, sta perforando il supporto dei 7180 punti, dopo aver compiuto un pull-back da favola a ridosso della trendline rialzista rossa, che aveva tracciato a suo tempo. Vi lascio immaginare l’indice SP500 in che stato comatoso si trovi, se penso alla performance ottenuta dal giorno in cui Bernanke ha benedetto la finanza americana con il QE3.
Ebbene, dopo un massimo di 1470 nel giorno seguente al QE3 l’indice SP500 si trova a completare un triplo massimo che difficilmente può passare inosservato. Il tutto dopo aver fallito l’estensione attesa dalla fuoriuscita rialzista dal triangolo di lungo periodo.
Interessante notare inoltre come questo scenario si stia concretizzando in presenza di un sentiment che definire positivo, potrebbe rivelarsi diminutivo.
Ieri mi ero soffermato su un report di una famosa banca americana, non proprio positiva riguardo al mercato d’oltreoceano. Mi ha colpito soprattutto, il timore evocato in merito alle attese su un possibile aumento dell’imposta sui capital gain a partire dal 2013. Questo, sempre secondo la banca, potrebbe accelerare i realizzi in plus, riguardanti ovviamente i titoli più sani, mentre per gli altri sarebbe conveniente concretizzare la perdita nel periodo oggetto di modifica fiscale.
Ma questo è solo un fattore tecnico secondario.
La realtà, come era facilmente prevedibile per chi non cade nel tranello dell’avidità, è che i prezzi scontassero l’elisir di lunga vita, in un contesto economico che da tempo aveva evidenziato qualche sintomo di febbre.
Ritornando agli indici azionari, dobbiamo sottolineare per adesso l’assenza di direzionalità. Questo per dire che non ci troviamo affatto nel bel mezzo di un trend ribassista. Piuttosto è lecito preoccuparsi di una fase d’inversione, qualora i supporti di 7180 per il Dax e 1415 per lo SP500 fossero confermati nei prossimi giorni.
Al prossimo aggiornamento. Grazie
