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Grafico daily: quello che mi preoccupa di questa fase è l’incapacità reattiva rialzista del mercato, vista l’evoluzione del rally estivo. L’indice sembra trovare un supporto importante in area 15100/15000. Ovviamente non ci scommetterei.
Directional Movement: è interessante notare come in realtà da luglio, il mecato italiano non abbia una tendenza definita. Segno questo che il range è molto ampio e che i supporti intemedi nell’area 16700/12700 hanno un peso relativo. Addirittura in questi giorni la forza ribassista ha incrociato verso l’alto quella rialzista, mentre la linea nera si trova ancora in fase di mercato flat. Quindi, considerare la fase attuale come una correzione tecnica, potrebbe anche rivelarsi fatale.
Forza contro Dax: ciliegina sulla torta è la perdita di forza che il nostro indice sta subendo nei confronti di quello tedesco. Ciò risalta un probabile aumento dell’avversione al rischio. Ovviamente le tensioni in Spagna, Grecia e pure le incertezze della Francia nel raggiungere gli obiettivi prefissati per il 2013 (deficit al 3%) non contribuiscono certo a rasserenare gli investitori. Mettiamoci pure i dati economici americani e la frittata è fatta. E meno male che abbiamo avuto anche il QE-infinity della Fed. Ecco quindi salire l’avversione al rischio.
Volatilità: E per fortuna che ancora ci troviamo in presenza di una volatilità che da modo di ragionare. In ogni caso in questi giorni abbiamo assistito ad un aumento di questo indice che rimane sotto la media di riferimento. Anche in questo caso lo leggo come un aumento delle preoccupazioni e non il contrario.
Grafico weekly: il grafico settimanale non mette assolutamente fuori pericolo il mercato. Di positivo al momento si registra la permanenza al di sopra delle medie a 21 e 55 settimane, che non è poca cosa. Per la prossima settimana pertanto indicherei due punti importanti da tenere d’occhio. Quota 16000 e 15000. Una rottura di questo livello se confermata venerdì prossimo contribuirebbe ad un aumento del pericolo. Lo scenario di lungo infatti è tutt’altro che stabile, almeno fino a che non vedremo una rottura del livello di resistenza posto a 16750.
Alla prossima