1) Il forte disallineamento dei mercati dei titoli di Stato ostacola la giusta trasmissione della politica monetaria della Bce: «In particolare – ha detto Asmussen – le voci sull’uscita di singoli Paesi membri, e della conseguente svalutazione, danneggiano in modo massiccio il funzionamento del mercato interbancario». Insomma Asmussen, indiretamente, ha ribadito che la Bce darà una risposta di dimensioni tali da eliminare ogni timore dei mercati di una fuoriuscita dall’Eurozona della Spagna e dell’Italia.
2) L’intera discussione in seno alla Bce «si orienterà sul principio che qualsiasi riserva sul fatto che si tratti di un finanziamento ai Governi contrario ai Trattati venga cancellata», ha premesso Asmussen per cercare di evitare frizioni con il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.
3) La Bce «si muoverà soltanto in parallelo con l’Efsf e in futuro con l’Esm», se la Corte costituzionale tedesca lo considererà legittimo, come si prevede, il 12 settembre. «Il Governo in questione dovrà presentare una richiesta di aiuto formale e sottostare a condizioni complessive di politica economica, cioè alla firma di un memorandum».
4) La Bce, inoltre, risolverà il problema dello status di creditore privilegiato (la seniority) che in passato ha reso complesso ai Paesi in difficoltà il ritorno al mercato dei capitali.
Tratto dall’articolo scritto da Vittorio Da Rold su Il Sole 24 Ore.
Come ormai sapranno i miei “pochi (ma buoni)” lettori, non amo fare il copia e incolla come fanno tanti, ma credo che in certi casi sia importante mettere nero su bianco argomenti di vitale importanza come questi.
Asmussen è il tedesco buono, o meglio quello che all’interno della Bce non sta facendo la guerra a Draghi, a differenza del suo collega Weidmann.
E’ importante focalizzare questi 4 punti perchè in essi sono contenute tutte le misure che la Bce adotterà.
Ho voluto evidenziare il punto 3, in quanto rappresenta il pernio delle misure promesse dalla Bce.
Immaginatevi voi quindi, cosa ne sarebbe dell’Euro se la Corte Costituzionale tedesca si pronunciasse favorevolmente (non ci voglio nemmeno pensare ad un parere negativo), ma con riserve sufficienti tali, da rallentare l’attuazione dell’Esm. Il caos totale.
Fatto i dovuti scongiuri, credo che quanto lasciato trapelare da Asmussen possa rassicurare sia i mercati che i falchi desiderosi di cogliere in fallo il nostro Mario Draghi.
Il punto 2 verrebbe adempiuto attraverso l’acquisto di Titoli di Stato a brevissimo, in quanto rientrerebbe in una semplice azione di politica monetaria. Ciò consentirebbe ai Paesi di respirare (magari collocando titoli a breve) sul fronte dei tassi, ma allo stesso tempo li obbligherebbe ad essere ligi nel perseguire e rispettare i parametri imposti dall’Unione.
Il punto 4 è sicuramente uno strumento che permette un’azione maggiormente efficace in tema di riduzione degli spread di mercato, in quanto non farebbe perdere ai creditori il diritto iniziale.
Insomma, credo che i mercati ormai abbiano preso conoscenza di tutto o quasi, di ciò che probabilmente uscirà dalla riunione del 6 di settembre, salvo qualche elemento positivo ulteriore, da annunciare all’ultimo secondo. Ancora una volta tuttavia dovremo attendere la macchina burocratica tedesca, che si pronuncerà il 12, in quanto senza “lilleri” la Bce non “lallererà”.
Volevo poi cogliere l’occasione per domandarvi.
Ma avete capito da che parte sta la Merkel? Con Draghi o con la Bundesbank?
Sarei felice per una vostra spiegazione in quanto mi è difficile interpretare una saponetta, a maggior ragione se parla tedesco che conosco come l’arabo.