1) Se credete in misure quantitative della Bce su larga scala, in grado di rianimare non solo il mercato dei bond, ma anche l’economia stessa.
L’investimento in una banca potrebbe ripagare le vostre attese. Il punto in esame, infatti, oltre ad eliminare le minusvalenze generate dal calo dei bond e degli asset, finirebbe per diminuire l’incidenza delle sofferenze sugli impieghi.
2) Se credete in un salvataggio bancario indolore per i privati.
In questo caso, scommettere in una banca sarà vincente, a condizione che non scegliate l’istituto oggetto di salvataggio. In questo caso sareste vittime di una diluizione del capitale.
Ovviamente queste due ipotesi rappresentano lo scenario migliore possibile per il sistema bancario, ma lascerebbero ben aperta la questione del moral hazard?
In questi giorni, come avrete certamente seguito, si sta discutendo sul metodo di salvataggio da adottare per il sistema bancario spagnolo.
Il Governo spagnolo vuole un salvataggio che non coinvolga una ristrutturazione dei bond bancari in mano agli investitori privati. Bruxelles al contrario preme per coinvolgere quest’ultimi nel salvataggio.
Il salvataggio preferito dall’Ue renderebbe meno oneroso il peso da sopportare per gli Stati, che verrebbero in soccorso attraverso l’Esm. Del resto l’ipotesi avanzata da Rajoy, non sarebbe proprio corretta e rispettosa, nei confronti di quei paesi, che al contrario della Spagna, hanno saputo in qualche modo, controllare meglio il proprio sistema bancario.
Il paese che maggiormente sponsorizza la tipologia di salvataggio voluta dall’Ue è ovviamente la Germania, la quale non potrà essere isolata fino al punto da subire tutte le condizioni avverse ad essa.
Purtroppo un salvataggio che coinvolga i privati, finirebbe per pesare molto gravemente sull’economia spagnola. Pare infatti che molti bond bancari siano distribuiti fra i piccoli investitori, i quali ad oggi non scoppiano affatto di salute, considerato il tasso di disoccupazione e l’andamento del mercato immobiliare.
Inoltre tale mossa, si rifletterebbe inevitabilmente sul premio di rischio che le banche andrebbero a pagare per emettere nuovi bond sul mercato.
Credo quindi che la partita sul settore bancario sia meno semplice di quanto appaia.
Personalmente continuo a vederci più rischi che opportunità, ma questo non significa precludere al settore.
Piuttosto vedrei la necessità di una massima selettività, all’interno di un settore, in cui, ancora, permane il divieto di short selling, se guardo alla Spagna e all’Italia. Quindi ancora molto malato.
Continuo pertanto a distinguere l’economia di carta da quella essenziale.