MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!


PRIMA OSSERVAZIONE
Fiscal cliff, è un mix di automatismi tra tagli lineari di spesa e di incentivi fiscali, che entreranno in gioco, qualora entro fine anno non venga raggiunto un accordo sul bilancio Usa, tra democratici e repubblicani.
Ciò porterebbe il Pil americano a contrarsi nei primi sei mesi del 2013 del 2,9%, portanto la disoccupazione al 9%.
Tale automatismo ridurrebbe il deficit di bilancio, da un vertiginoso 7,3% (1100 mld di dollari) ad un 4%.
La Federal Reserve, nell’ultimo rapporto non ha nascosto le sue forti preoccupazioni, a tal punto da annunciare nuove misure quantitative in arrivo.
Del resto, chi sottoscriverebbe con questo fabbisogno le nuove emissioni, se non ci fosse un aiuto dall’esterno?

SECONDA OSSERVAZIONE
Nella giornata di ieri il Giappone ha pubblicato i dati sulla bilancia commerciale.
Un vero e proprio disastro.
Non tanto per il deficit (quando mai il Giappone ha posseduto un deficit commerciale?) quanto per il crollo dell’export verso Europa (oltre il 20) e Cina (-11%).
Proprio nella giornata di ieri ho approfondito l’articolo di Zerohedge sul Giappone. Ebbene, con le misure appena adottate il Paese nipponico ha un autonomia di autofinanziamento di circa 7 anni, ma i problemi non si fermano qua:
1) Deficit primario ben oltre la media europea per i prossimi dieci anni. Non voglio pensarci a quanto sarà il debito pubblico nel 2022.
2) Tasso di risparmio negativo già da qualche anno. Sono passati secoli da quel tasso di risparmio che contraddistingueva i giapponesi, vero?
3) Invecchiamento della popolazione sempre più orientata all’utilizzo del credito.
4) Gli investitori esteri benchè pesino per solo l’8% si limitano all’acquisto di titoli a brevissimo, che tradotto significa assenza di fiducia e consapevolezza del pericolo.
5) Assenza di un mercato di Cds trasparente, a conferma della diffidenza che nutro. Il mercato dei Titoli di Stato giapponesi è chiuso al suo interno.
Questi sono gli elementi che ho percepito dall’articolo.
In aggiunta, sottolineerei quello che andavo dicendo in merito alla competitività. Le società giapponesi più all’avanguardia (per molti versi troppo all’avanguardia) hanno completamente sbagliato il modello economico a vantaggio delle più pragmatiche società Usa e coreane. Solo adesso si sono ristrutturate in modo da replicare quanto fatto dai paesi più competitivi, ma con uno Yen così forte le difficoltà a penetrare i mercati esterni sono insormontabili.
Ciliegina sulla torta: il governo giapponese ha annunciato nuove elezioni per novembre. Mi ricorda un pò Zapatero quando voleva togliersi qualche patata bollente dalle proprie mani.

TERZA OSSERVAZIONE
Nel frattempo leggo stamani con molto piacere, che i piani adottati dalla Troika stanno dando i frutti per quanto  riguarda il Portogallo e l’Irlanda. Una vera e propria manna per chi avesse creduto in periodi di forte nervosismo, in quanto i tassi sono ritornati a livelli antecedenti alla crisi. Per l’Irlanda addirittura abbiamo rendimenti inferiori a quelli dell’Italia, grazie anche ad un mercato molto più rarefatto del nostro. Ovviamente non sto dicendo che la situazione è tutta rose e fiori, ma che qualcosa di positivo si inizia a concretizzare. Unico nodo quello della Grecia, ma in momenti di successo, sull’esempio di Irlanda e Portogallo, l’ottimismo, ma soprattutto la consapevolezza di percorrere la strada giusta, potrebbero sostituirsi all’agonia e allo sconforto degli ultimi due anni europei.

Riprendendo il titolo del post il mercato sembra descrivere una situazione ben diversa per gli Stati Uniti, visto che l’indice SP500 muove sui massimi, e il Dollar Index segna un +9% dai minimi di maggio 2011. Su quest’ultimo comunque è la performance sul lungo periodo che ci riporta alla storia reale del biglietto verde, visto che la perdita di valore in oltre dieci anni è stata superiore al 40%.

Indice SP500
Dollar Index

Non parliamo di quello che descrive il mercato sul Giappone. Sembra di trovarci nel Paese delle Meraviglie, se guardiamo allo Yen.

Dollaro/Yen

Impressionante il rialzo dello Yen contro Dollaro tra gli anni ’80 e i primi anni ’90, grazie al surplus della bilancia commerciale, che da tempo però lascia a desiderare.

Euro/Yen

Ovviamente non diverge il grafico contro la zona Euro, verso la quale i conti commerciali sono da tempo peggiorati sensibilmente.

Insomma da oltre due anni l’Europa sta cercando di rimettere a posto i conti, che a dire il vero non erano poi così disastrati e il mercato risponde picche.

Dall’altra Gli Stati Uniti e il Giappone che di rigore non ne vogliono sentir parlare nemmeno vagamente, succhiando liquidità dal sistema, e il mercato risponde cuori.

Fino a quando?

Chiedetelo a chi fino ad oggi rappresenta la locomotiva europea.

Vi fidate delle parole amiche della Merkel? Io no. Sono solo di facciata. Sotto sotto i crucchi pregano tutte le sante sere affinchè la Corte Costituzionale neghi la leggitimità dell’Esm. 

In caso di esito negativo infatti tutti se ne saranno lavati le mani e nessuno passerà sotto i riflettori degli accusatori evitando la caccia alle streghe.

Perchè non mi fido della Merkel? Semplice.

La cancelliera sembra di facciata prendere le distanze dalla Bundesbank, ma non è così.

Contraddire la Bundesbank significa deludere i propri elettori, in quanto i tedeschi vedono nell’Istituto Centrale un vero e proprio Dio in Terra.

Speriamo di non aver nemici in casa quindi.

Mi irrito, inoltre, quando sento parlare dei tedeschi o altri del club europeo della tripla A affermare:

“i nostri soldi”.

I nostri soldi? Bene, allora…..iniziamo a dare a Cesare quello che è di Cesare e vediamo se la Germania si finanzierà ancora a tassi negativi.

Il club della tripla A gode ad oggi di almeno 1000 mld di risparmi periferici, che per paura che scoppi l’Euro se ne sta posizionato in Bund, Schatz, Bobl o come cavolaccio si chiamano. E quelli sarebbero i loro soldi.

Ma mi faccia il piacere!!!

Come ho detto ieri, mi fido solo di Marietto.

Qualora prevalesse, come mi auguro, la logica del buon senso, ossia di un’Europa sempre più unita, il mercato non avrebbe avuto ragione. A quel punto i riflettori saranno puntati su altri protagonisti in negativo. Ovviamente.

Categories: Senza categoria

Comments are closed.

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
  • Massime dalla Finanza

    "Regola n° 1: non perdere mai denaro. Regola n°2: non dimenticare mai la regola n°1" W. Buffett

    "È meglio avere quasi ragione che completamente torto" W. Buffett

    Non è importante che tu abbia ragione o torto, ma quanti soldi si fanno quando hai ragione e quanto si perde quando si ha torto. G. Soros

    Il nemico principale dell'investitore è probabile che sia se stesso. B. Graham
  • Siti

     Consulenza Vincente



  • License e Copyright

    Licenza Creative Commons

    Il blog e i relativi post sono distribuiti con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.