Si parla da mesi di concessione della sovranità nazionale per il bene dell’Europa e come per incanto le parole del Premier italiano vengono strumentalizzate a proprio piacimento dagli esponenti politici, sia tedeschi che italiani.
L’unico monito che mi sento di fare a Mario Monti è quello di aver concesso un’intervista nella tana del lupo, ossia a Der Spiegel, che, ricordo, ai tempi di Schettino, non perse l’occasione per accentuare i difetti degli italiani, al fine di risaltare le virtù dei tedeschi.
In realtà, nell’intervista, era stata solo puntualizzata la necessità di accelerare l’iter legislativo, al fine di rispondere adeguatamente alle esigenze della macchina europea, mediante deleghe all’esecutivo etc etc.
Del resto dobbiamo solo meravigliarci, se, a difesa della democrazia, certi provvedimenti approvati a larghissima maggioranza parlamentare, devono poi passare dall’approvazione della Corte Costituzionale, nel momento in cui una manciata di nazionalisti euroscettici è in grado di contrastare la votazione. Vedi Esm.
Il problema pertanto, non sono tanto le parole di Monti, quanto il modo con cui si interpretano certe strade necessarie al raggiungimento dell’Unione Europea.
Quando si parla di cessioni della sovranità popolare dell’Italia, della Francia o dei Piigs in generale, tutto fila liscio, ma quando si mette in discussione la lentezza della macchina legislativa tedesca, son guai per tutti.
Queste reazioni francamente le trovo altamente contrastanti con l’Unione Europea, le quali vanno a sommarsi ai numerosi “nein” fin qui pronunciati dalla Germania, che ad occhio, sembra davvero possedere un disegno egemonico piuttosto che comunitario.
Ovviamente qualche parlamentare del Pdl o giornalista filo berlusconiano non ha perso occasione per speculare su questa vicenda.
Fossi stato Monti non avrei smentito un bel niente, ma avrei ribadito il fatto, che quando si parla di Piigs tutto è lecito, anche quello di mettere alla fame un popolo per il bene della Troyka a prescindere dalla volontà popolare, mentre risulta un tabù, fare proposte alla macchina perfetta della politica tedesca, al fine di migliorare il disegno europeista.
Questa volta non ce l’ho con i tedeschi, ma con quegli italiani che non solo non hanno saputo prendere le difese del nostro Premier, ma che lo hanno perfino criticato. Ebbene, questi mi fanno letteralmente schifo, in quanto so di non poterci fare affidamento nel momento in cui ci sarà davvero da tirar fuori le “palle” per il bene del nostro Paese.
Ma passiamo ai mercati
Questo pomeriggio alle ore 16 è atteso un discorso di Bernanke (il calendario erroneamente me lo segnalava per ieri) che dovrebbe dare maggiore chiarezza sulle possibilità di un nuovo QE.
Personalmente non credo in una politica quantitativa imminente, visto il periodo elettorale, ma soprattutto il contrasto tra repubblicani e democratici sul tema degli incentivi monetari.
Del resto l’economia sembra accennare a qualche segnale favorevole.
Stavo leggendo ad esempio, come gli hotel in america siano ritornati ad un grado di utilizzo superiore al 75%, il che non si vedeva dal lontano 2007.
Inoltre il credito bancario presenta segnali di distensione a differenza di quanto sta accadendo in Europa.
Insomma, piccoli segnali, ma sufficienti per intuire un certo miglioramento. Del resto nella settimana scorsa abbiamo osservato alcuni indicatori riprendere la corretta via.
Parlando di analisi tecnica, è doveroso segnalare come l’indice Stoxx 50 abbia superato un nuovo massimo di periodo, che non fa altro che rafforzare la fase di recupero in corso.
Le resistenze più importanti sono da ricercare a quota 2470 e 2600, mentre segnali positivi si confermano sugli indicatori di lungo periodo.
Manca ancora all’appello quel grado di direzionalità necessario allo sviluppo di un rally sostenuto, che dovrebbe coincidere proprio con la rottura di 2470.
Sul fronte valutario si conferma una fase di congestione, soprattutto se guardiamo al cross Euro/Dollaro, mentre segnali di forza sono ancora presenti sulle valute secondarie.
La posizione della Germania in questa Europa che vuole cambiare ,mette molti se e ma. Forse sarebbe cosa gradita se la Germania riguardasse la propria posizione e facesse il possibile per creare un'Europa davvero unita , almeno sotto il profilo economico!!