Leggo stamani le previsioni di Roubini e so che nel 2013 avremo una crisi molto più grande di quella vista nel 2008, i banchieri si saranno impiccati per le strade e che i Maya (finalmente una notizia buona) avevano “toppato” le loro previsioni.
Insomma veramente un clima idilliaco in vista del vertice dell’Eurogruppo di stasera.
In questi giorni le parole usate dalla Germania sembrano nascondere un atteggiamento più consapevole, difronte ai problemi che stanno caratterizzando l’Eurozona. Si parla sempre più di Unione Politica per negoziare gli Eurobond, ma non si risparmiano elogi a paesi come Italia, Spagna e Portogallo per i passi fatti fino ad oggi.
Non credo quindi, che il nostro Mario Draghi sia isolato in un angolino, in questi giorni, ma al contrario rappresenti parte attiva e determinante nel dibattito dell’Eurogruppo, dal quale dovrebbero emergere rafforzamenti e non indecisioni, tanto gradite alla speculazione.
Nel frattempo in Usa sembrano esserci tutte le premesse per dar vita ad una nuova fase di QE, dopo i passi fatti dalla Boe, ma soprattutto i dati sulla disoccupazione americana usciti venerdì.
La parola ai mercati