MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

L’Europa ha dimostrato di reagire, progredendo verso la meta finale, tutte le volte che il mercato la mette sotto pressione.

Una meta finale che è identificabile nel raggiungimento di uno
Stato Federale delle Nazioni Unite Europee.

Non so quali saranno i tempi necessari. Due, tre, dieci o forse venti anni, ma la strada è ormai intrapresa. Il bivio è ormai dietro le spalle, insieme alla strada della divisione, del caos totale e delle inutili rivalse campaniliste.
Il tutto nell’interesse della Comunità. Quella sana s’intende, onesta e desiderosa di crescere in un contesto in cui la competitività globale, rende la vita difficile a tutti coloro che sposano l’isolamento.

Quanto venuto fuori dal vertice di Bruxelles non mi ha sorpreso di una virgola.

Il rafforzamento del ruolo della Bce che controllerà direttamente il sistema bancario, oltre a partecipare con l’Esm alla sua ricapitalizzazione,

la consapevolezza di agire in favore dei paesi responsabili con il “salva spread” voluto da Monti,

ma soprattutto l’impegno a raggiungere una centralità fiscale ed economica,

sono pietre miliari che solo un “pazzo” potrebbe non vedere o addirittura scalfire con dichiarazioni fuori luogo.

Leggendo sullo Spiegelonline International, possiamo avere la conferma di come la vittoria di Super Mario Monti sia legittimata dalla stampa tedesca, mentre la Merkel ne esca con le ossa rotte.
Questo risultato, però, non sarebbe stato possibile se la Spd tedesca, non avesse minacciato un voto contrario al Bundestag sul patto fiscale, in caso di mancato accordo a Bruxelles sul pacchetto della crescita.

Se la posizione della Spd fosse stata più morbida, cosa avrebbe potuto minacciare l’Italia? Un bel niente.

Da quello che si percepisce dall’articolo del settimanale tedesco, il più grande alleato della Spd è senza dubbio il neo Presidente Hollande, il quale sembra aver ben lavorato ai fianchi del rigore tedesco, che per due anni ha contribuito ad affossare la fiducia sulla Moneta Unica.

Come possiamo intuire inoltre, i poteri forti della Germania sono nettamente contrari alla distruzione dell’Euro e quindi potrebbero tirare l’acqua al mulino della Spd per le prossime elezioni. Un ritorno al Marco infatti darebbe luogo ad una debacle economica di proporzioni bibliche, mentre la disoccupazione si impennerebbe a livelli a dir poco imbarazzanti, per la legge della competitività globalizzata.

Alla rivoluzione delle forze politiche e sociali in campo, credo che la Merkel stia già pensando. Un atteggiamento troppo rigido nei confronti di un processo di redistribuzione delle risorse, isolerebbe sempre più politicamente la cancelliera, agli occhi delle forze sociali, ma soprattutto economiche in campo.

Mi attendo pertanto per i prossimi mesi una Merkel più morbida, ma soprattutto più vicina ai veri interessi della Germania economica, i quali sono strettamente legati a quelli di tutta l’Unione Europea.

Ma parliamo anche di mercati

Il giovedì pomeriggio di Italia-Germania, tanto per capirci, stavo tenendo un corso di analisi tecnica c/o gli uffici di Firenze di una famosa banca, nel campo del trading-online.

Ebbene, dopo aver spiegato un bel pò di teoria, da Elliott al metodo delle candele giapponesi, la lezione è passata alla pratica al fine di leggere al meglio in quale situazione si trovasse il mercato azionario italiano.

Il mio giudizio finale fu il seguente:

“Quanto stanno decidendo oggi a Bruxelles è un fattore determinante per il futuro dei mercati. Gli stessi, osservando i grafici mostrano una predisposizione a leggere il bicchiere mezzo pieno, ma un eventuale colpo di testa di qualche filo-nazionalista potrebbe innescare uno shock drammatico sulle piazze finanziarie, in particolare quelle più deboli, come l’Italia”.

Sono diverse settimane, infatti, che vi metto in guardia sulla delicatezza della fase attuale e sul fatto che il mercato italiano ha raggiunto un livello importantissimo secondo la teoria di Elliott, situato proprio a 12700. La rottura confermata dello stesso avrebbe dato luogo ad un ulteriore ribasso con target molto preoccupanti, tipo 10000 e 7000, tanto per intenderci.

Sul livello di 12700 al contrario, si è formata una base solidissima, costituita dalla formazione di un inghiottitoio rialzista (una delle figure più affidabili di inversione in materia di candlestick) descritto meglio nel secondo grafico.
Tale formazione è stata seguita da minimi settimanali crescenti culminati poi con la conferma rialzista di venerdì.

In termini pratici pertanto, in queste ultime cinque settimane la piazza milanese ha vissuto una fase di accumulazione che dovrebbe dar luogo al compimento della prima onda rialzista.

Ciò è confermato dal sentment di mercato, ancora fortemente negativo e timoroso di rivedere nuovi minimi.
Da parte mia conosco davvero poche persone che venerdì hanno comprato sul mercato con l’indice in forte rialzo fino a superare il 6%. Molte invece che hanno preso sottogamba la cosa, convinti di un rientro immediato dei prezzi.

Chi mastica un pò di analisi tecnica saprà benissimo a che livello deve essere il sentment al compimento dell’onda numero 1 rialzista o nella fase di accumulazione.

Se guardiamo il primo grafico possiamo renderci conto di quanto terreno il nostro mercato abbia davanti solo per confermare un timido rafforzamento in ottica di lungo periodo.
Le medie sono infatti ancora configurate negativamente, mentre la trendline più importante è situata a 16100.
Tuttavia non sottovaluterei una rottura violenta di questa trendline, che potrebbe arrivare anche nel giro di poche settimane.

La prudenza ovviamente è d’obbligo, ma a quelli con il paraocchi suggerirei di non scherzare con il fuoco.

I mercati europei infatti, da due anni a questa parte hanno vissuto un afflusso di capitali in favore della Germania. Un pò per i meriti della stessa, ma molto per la paura che l’Euro finisse la sua avventura.

A mio modesto parere venerdì più che il parco buoi sono intervenuti i più svegli. Quelli cioè che hanno visto nei segnali del vertice un cambiamento di rotta dei flussi della liquidità e che in futuro dovrebbe consentire un riavvicinamento della forbice.

A conferma che non ci troviamo proprio in una situazione priva di significato diamo uno sguardo al comparto del reddito fisso italiano, al fine di capire in che fase ci troviamo.

Nel grafico raffigurato sopra è descritto l’andamento del BTP 15FB 2037 4%.

Come possiamo vedere le quotazioni, salvo il sell-off di maggio, si stanno muovendo al di sopra della media a 200, la quale ha arrestato da qualche mese la sua discesa. In termini tecnici pertanto verrebbe da pensare che la situazione sia meno grave di quanto possiamo percepire attraverso i media e le sensazioni stesse.
Teniamo presenta anche il fatto che ad oggi la Bce non è intervenuta sul mercato, a differenza di quanto accadeva a novembre 2011.

In sostanza, anche il mercato dei Titoli di Stato italiani, quello determinante al fine di intuire la sostenibilità del nostro Paese, sembra entrato da più mesi in una fase di accumulazione. Il mercato pertanto sembra idoneo a recepire eventuali miglioramenti del contesto europeo. In tal caso l’Italia uscirebbe velocemente da quel ciclo vizioso al quale hanno contribuito anche gli elevati tassi d’interesse, con tutto quello che ne deriverebbe sulla parte equity.

Forse a qualcosa dovrà pur servire, questo benedetto “Salva Spread” voluto da Monti, che ne dite?

Detto questo suggerisco alla signora Angela, se davvero vuole la salvezza dell’Euro (compresa la Germania) di parlare il meno possibile, ma soprattutto di tenere un atteggiamento che salvaguardi la Comunità intera e non solo gli interessi di partito.

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