Doveroso riportare quanto si diceva un pò di tempo fa, al fine di focalizzare al meglio eventuali passi in avanti, caso mai fossero stati fatti,
in vista del vertice che inizierà domani.
“Partendo dal presupposto che ognuno faccia qualche passo indietro, per farne in un futuro più o meno lungo molti in avanti verso l’Unione Politica e Fiscale,
ritengo che sia doveroso escludere nel brevissimo l’emissione di Eurobond e un’Unione Bancaria in grado di accollarsi l’intero rischio sistemico dell’area Euro.
Pertanto le decisioni per il 28 di giugno potrebbero riguardare i seguenti temi:
- European Redemtion Fund
- Potenziamento del ruolo Bce
- Impegno a perseguire Unione Fiscale e Politica.
Non so se tutto questo basterà ai mercati, forse sì o forse no. Personalmente ritengo che sarebbe un successo, in quanto metterebbe chiarezza sulla volontà di proseguire nell’avventura della Moneta Unica, ma soprattutto rafforzerebbe la strada che porterebbe a quella convergenza inseguita e mai raggiunta nel corso degli anni precedenti.
Sul primo punto non mi aspetto soluzioni immediate, ma un processo a tappe che vada in parallelo con il terzo punto.
Il potenziamento del ruolo della Bce è quello che trova maggiore convergenza fra i paesi dell’Unione, mentre il Governatore potrebbe dar vita ad una nuova operazione quantitativa, sotto forma di prestiti alle banche, una volta che fosse raggiunto un accordo al punto 1 e soprattutto al punto 3. “
Questo era quanto detto il 15 giugno.
Ad un giorno dal vertice la voce 2 è quasi data per certa.
Per la voce 3 siamo sulla buona strada, sempre senza valicare i confini della cessione di sovranità, al fine di non indispettire la Francia, anche se incerti rimangono i tempi di attuazione
Per la voce 1 dobbiamo aspettare che la Merkel vada a morì ammazzata, vista l’esternazione di ieri sulla condivisione del debito. Sì proprio lei, quella che apparteneva a quei 18 milioni di tedeschi, la cui storia si era fermata all’inizio del secondo dopo guerra, per poi riprendere coscienza nei primissimi anni ’90, grazie ad un costo simile al Pil italiano.
Proprio questo atteggiamento sta a certificare la fine dell’Unione Monetaria così com’è.
La Merkel non vuole condividere il debito?
Bene
A questo punto, per il nostro Monti, ma anche per Hollande è arrivato il momento di affilare le armi e dar luogo all’ultima battaglia.
Come ho detto in questi giorni, chi si avvale del potere di veto per fare i propri interessi e non quelli della Comunità, Francia e Italia compresa s’intende, deve essere cacciato senza mezzi termini dall’Eurozona.