MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

……..cercherei di far ragionare il cervello e meno la panza.

La Germania in questi giorni sembra davvero trovarsi difronte ad un bivio che potrebbe decidere le sorti dell’Europa e di se stessa per i prossimi 50 anni:

La strada A indica la via verso un rafforzamento dell’Unione Europea con conseguente ritorno alla fiducia dei mercati, che da due anni a questa parte dirottano incessantemente i capitali verso gli Stati Uniti (assetati di liquidità per soddisfare il fabbisogno del proprio debito) e le aree emergenti, le cui prospettive offrono aspettative più ottimistiche.

La strada B invece, apparentemente più agevole agli occhi del cittadino tedesco, porta all’uscita della Germania dall’Eurozona, con probabile deflagrazione dell’Euro stesso. A quel punto il virtuosismo che per tanti anni ha fatto della Germania un paese esemplare agli occhi del Mondo, lascerebbe il posto ad una fase drammatica che molti filo tedeschi preferiscono non vedere, in quanto accecati dagli effetti monetari benefici immediati, quali la rivalutazione del cambio (maggiore potere di acquisto) e la denominazione del debito estero in Euro, che con molta probabilità rimarrebbe tale.

La strada A potrebbe essere percorsa con un mezzo molto semplice, in grado di continuare il cammino, senza necessità di essere riparato al primo problemino che si presenterà. Arrivati a destinazione gli effetti, da un punto di vista economico sarebbero notevoli,  per tutti, in particolar modo per la Germania, che ancora oggi, presenta i requisiti più idonei per recepire al meglio la crescita.

Benché l’Europa sia l’unica ad oggi, sul banco degli imputati, non possiamo certo accusarla nel suo complesso per essere stata negligente sul controllo dei propri conti pubblici.
Per il 2012 l’Eurozona, infatti, avrà un debito pubblico pari al 92% del Pil, mentre il deficit non supererà il 4%. Parallelamente invece gli Stati Uniti presenteranno un debito/Pil pari al 105% circa con un deficit attorno all’8%. Stessi numeri per il Giappone in termini di deficit, mentre in termini di debito/Pil ho perduto il conto, ma superiamo abbondantemente il 200%.

Da ciò si può capire che i problemi per l’Europa non sono di natura oggettiva, ma semplicemente strutturali e su questo, in due anni, di crisi, nessuno ha avuto il minimo dubbio.

Il mezzo molto semplice per percorrere la strada A quindi, sarebbe quello dell’European Redemtion Fund o futuro Debito Federale se così preferite chiamarlo, mediante il quale l’eccedenza del 60% del debito europeo verrebbe consolidata fra i paesi dell’Unione, con l’aggiunta di garanzie reali, quali riserve auree o flussi fiscali certi.

Pertanto il debito federale ammonterebbe a circa 3.000 mld di Euro. In questo caso la Bce sarebbe investita degli stessi poteri delle altre banche centrali diventando prestatore di ultima istanza.

A molti la cifra sembrerà spaventosa, ma in realtà non lo è se pensiamo agli importi già stanziati per Efsf, Esm, LTRO, Fmi e acquisti diretti della Bce.

Avremmo quindi un sistema trasparente in grado di ridare fiducia ai mercati, ma soprattutto lasciando ai singoli stati l’incentivo a perseguire politiche virtuose in termini di bilancio e crescita.

Ma il cittadino tedesco, forte dei suoi mezzi potrebbe optare anche per la strada B.
In questo caso, parlare degli effetti deflattivi in cui si tufferebbe la Germania sarebbe solo minimizzare il problema.

Ben più preoccupanti invece sarebbero gli effetti geopolitici, con un’Europa frazionata ed esposta ai mille venti che soffiano da ogni direzione.

Inoltre la Germania si troverebbe a dover riconquistare competitività senza poter far affidamento su quelle regole di mercato che l’hanno portata oggi ad essere una leader indiscussa in Europa e nel Mondo.

In sostanza il Paese sarebbe schiacciato decisamente dalla concorrenza e dal peso politico sia cinese che statunitense.

Insomma, se il cittadino tedesco ha in mente di ritornare indietro di 70 anni faccia pure, l’importante è che la sua scelta sia il più ponderata e lucida possibile, senza farsi prendere il sopravvento da ideologismi nazionalistici che mai in passato hanno pagato.

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4 Responses so far.

  1. MINE ha detto:

    analisi chiarissima ma desolante, non stricto sensu, ma perchè dimostra come non si impari mai dagli errori del passato e non si esca dal mors tua vita mea… la prima guerra mondiale scoppiò per volontà egemoniche tedesche, e ci risiamo, e la seconda per volontà vendicative del soccombente, allora i tedeschi, e ci risiamo: come la francia di allora, la germania di oggi non riesce a vedere aldilà

  2. the hawk ha detto:

    Ottimo commento, ma voglio augurarmi che le forze politiche tedesche facciano le scelte più sensate. Non credo che la Merkel sia una stupida, ma semplicemente furba al fine di poter strappare le condizioni più rassicuranti per la Germania. <br /><br />Se poi decideranno la strada sbagliata la loro fiducia sui mercati sarà pari a zero, non tanto per i numeri finanziari, quanto per la scelta

  3. Unknown ha detto:

    Domanda: una volta portato il debito (o parte di esso) a livello europeo chi garantisce che paesi tipo Italia non continuino a spendere&amp;spandere allegramente, sino ad far esplodere nuovamente il debito?<br />Io credo che la germania, prima di garantire il debito di altri paesi, voglia essere sicura che il debito prima o poi scenda, perché se no alla fine anche lei si troverà a non poter più

  4. the hawk ha detto:

    Per queste paure esiste già il Fiscal Compact

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