MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Questa mattina non posso fare a meno di scuotere la testa nel vedere su Twitter qualcuno che si entusiasma dopo il rialzo del 14% di Bankia. Peccato che il titolo quoti 1,17 circa, contro 1,90 segnato alla vigilia del salvataggio. In sostanza vi è stata
una vera e propria nazionalizzazione, mediante la quale lo Stato ha rafforzato la sua partecipazione, diluendo la quota che era sul mercato.

Temo che quanto visto su Bankia non sia un caso unico. Il sistema bancario spagnolo necessita di una cifra molto vicina, a quella stanziata sabato, ragione per la quale assisteremo ad una vera e propria nazionalizzazione, grazie alla ricapitalizzazione del Fondo Salva Stati, che diluirà la quota circolante sul mercato.

Sarebbe già un successone se gli obbligazionisti riuscissero a non essere intaccati.

Dopo aver smaltito la sbornia dei mercati, dovuto all’ennesimo rattoppo europeo è doveroso tuttavia farsi una domanda molto semplice semplice:

Un investitore globale tedesco, francese o di un altro paese europeo, dopo il salvataggio di sabato, come si comporterà da domani?

Deciderà di aumentare la sua esposizione nei confronti del sistema bancario spagnolo, oppure preferirà sfruttare l’occasione per defilarsi ulteriormente senza dare nell’occhio?

Credo che una domanda del genere sia più che lecita formularsela, visto come sono andate le cose dopo le due operazioni LTRO della Bce.

Pertanto, in assenza di un’Unione Politica europea, questo salvataggio avrebbe più il senso della “truffa” piuttosto che della solidarietà dell’Eurozona.

Infatti, se l’Unione Fiscale non fosse praticabile, i sacrifici che il nostro Paese sta facendo oggi per garantire ben 20 mld al sistema bancario spagnolo, non solo sarebbero inutili, ma risulterebbero determinanti per immunizzare il sistema bancario tedesco dai problemi dei paesi periferici. Quindi oltre al danno ci sarebbe anche la beffa.

Nella mia buonafede e ingenuità pertanto, voglio leggere questa operazione, come un segnale premonitore di un’Europa sempre meno opportunista e più federale. Altrimenti tutto ciò non avrebbe senso.

Attendo quindi nei prossimi giorni segnali di AMORE da parte della Merkel, piuttosto che le solite prediche che finiscono per infastidire tutti noi, che un giorno forse, saremo chiamati alle urne per decidere il destino dell’Europa.

Dare un segnale nella direzione federale consentirebbe all’Europa di rivedere quegli afflussi di capitale che da troppo tempo sono assenti. Pensiamo ad esempio al tanto amato Obama che ci aiuta a parole, mentre la Fed da mesi invita esplicitamente le proprie banche di ritirare gli investimenti dall’Eurozona, oppure alla Cina che si è dichiarata assente nei paesi del Mediterraneo, accentrando nei paesi nordici.  la quota da destinare all’Europa.

Tuttavia un progetto del genere deve per forza passare da un voto popolare e per adesso l’unico voto che ci attende è quello del 17 di giugno, in Grecia. Per il momento comunque, mi accontenterei delle parole di AMORE della Merkel………….significherebbe che abbiamo intrapreso il giusto cammino e soprattutto l’atteggiamento corretto per crescere tutti insieme.
UTOPIA?
No. Buonsenso, vista la storia degli ultimi 70 anni.

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