MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

La mia non è la trovata elettorale di Berlusconi, che spara sul mucchio tanto per sollevare il polverone, invitando la Zecca italiana a stampare
euro in stile Monopoli, bensì il frutto di un ragionamento tanto semplice quanto saggio.

Il trattato di Maastricht prevede che la Bce sia “autorizzata” a creare moneta, qualora i paesi sovrani lo consentissero. Ciò è ben diverso dalla Fed, che invece decide di sua iniziativa, sull’immissione di nuova moneta.

Questa sottile differenza fu introdotta nel trattato di Maastricht, in quanto rappresentava la condizione essenziale affinché la Germania entrasse nell’Eurozona.

Il motivo era semplice. Attraverso questo limite, in futuro, la banca centrale, sarebbe stata impossibilitata nell’avvantaggiare un paese poco propenso al rigore, a spese di uno più virtuoso, con il rischio di aumentare ingiustamente il tasso di inflazione.

Le paure insite al trattato di Maastricht si sono poi puntualmente manifestate negli ultimi anni, come noi tutti ormai sappiamo, a tal punto che la Bce e i paesi più in difficoltà stanno chiedendo alla Germania di rivedere la linea.

Tuttavia, Grecia a parte, i paesi periferici, negli ultimi due anni si sono trovati in difficoltà soprattutto per il vistoso aumento della mole del debito pubblico internazionale, le cui cause sono da ricercare nel salvataggio del sistema bancario, primo fra tutti quello americano. Pertanto, le difficoltà maggiori nel collocare bond sul mercato primario, sono nate proprio in quei paesi più deboli, appartenenti a un’area che non avesse una banca centrale in grado di monetizzare il debito, ossia l’Europa.

Paradossalmente i paesi maggiormente in difficoltà, negli ultimi due anni, sono stati proprio quelli che hanno attuato le cure più dure, varando riforme che altrimenti non avrebbero potuto attuare, vedi la riforma pensionistica in Italia, tanto per fare un esempio.

Le cure sono state talmente devastanti sotto il profilo della crescita, che semmai esistesse un problema ad oggi, non sarebbe l’inflazione, bensì quello della deflazione.

Personalmente, e qui la mia soluzione, non troverei quindi scandaloso se la Bce attuasse un QE in stile Fed, di comune accordo con i paesi europei, compresa la Germania, comprando una quantità di bond sul mercato, proporzionale al peso che ciascun paese possiede all’interno dell’Eurozona.

Questo, aiutando in modo imparziale gli stati, permetterebbe inevitabilmente una riduzione degli spread, ma soprattutto metterebbe quei paesi, ancora in forte difficoltà, in condizione di riaffacciarsi sul mercato delle aste.

Io credo che sia allo studio una cosa del genere, piuttosto che l’introduzione di nuove figure giuridiche di salvataggio LIMITATO, che finirebbero per delineare i confini oltre il quale la speculazione andrebbe a nozze.

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2 Responses so far.

  1. Claudia ha detto:

    Io penso di essere d'accordo con quanto dici, caro Hawk, ma avrei una domanda: quando la BCE (o la FED) comprano bond, con l'unica differenza che nel caso dell'Europa devono comprarli in maniera proporzionale, mi sono sempre chiesta: perchè questi titoli non li eliminano dalla circolazione? Invece li tengono, da quel che ho capito, a bilancio e allora poi ci credo che hanno dei

  2. the hawk ha detto:

    Brava. Lì tengono a bilancio e guai a stralciarli. Significherebbe ammettere la fine della moneta. <br />Casomai saranno utilizzati fra qualche &quot;decennio&quot; al fine di controllare la politica monetaria. Nel senso che se ci sarà una ripresa folle tale da creare inflazione preoccupante, la banca centrale drenerà liquidità sul mercato rivendendoli. Se invece i titoli fossero stralciati, la

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