Ogni tanto non guasta soffermarci su quello che accade al di fuori della nostra “vecchia” Europa, tanto per osservare il fondo sul quale si muovono i mercati.
Dal mese di Aprile anche l’indice SP500 ha intrapreso un movimento correttivo piuttosto deciso, accentuatosi poi nel mese di maggio.
Molto chiara la figura 1-2-3 secondo la teoria di Ross (figura di inversione) con discesa a mozzafiato (-8,5%) che ha trovato arresto solo a 1290, che ad oggi sembra costituire il supporto più importante, ben confermato anche dalla media a 200 gg, passante per 1280. Il supporto intermedio sembra situato a 1310, sotto il quale vi sarebbe un nuovo attacco sul livello di 1290.
Il quadro degli indicatori presenta una situazione che converge verso il basso, mentre la volatilità rende alquanto probabile un proseguimento del trend negativo, che sotto 1290/1280 troverebbe spazio almeno fino al target di 1230. A quel punto sarà necessario rivedere la situazione.
Tanto per capire che non ci troviamo in una situazione bullish riporto ancora una volta qui sotto la famosa correlazione tra petrolio (crescita) e indice SP500.
Come possiamo vedere la correlazione è pressoché identica e destinata a proseguire, per i temi legati appunto, alla crescita. Più è robusta la crescita, maggiore è la domanda di petrolio. Un trend discendente è esattamente il contrario.
In questi giorni pertanto l’indice SP500 sembra chiaramente galleggiare rispetto al petrolio, grazie alle aspettative su un nuovo intervento Fed, che tuttavia sembra tardare ad arrivare.
Quanto alla forza di questo indice rispetto al Dax è doveroso segnalare una perdita ancora tutta da confermarsi, che in ogni caso potrebbe essere colmata dal rapporto di cambio Euro/Dollaro qualora fosse perforato il supporto di 1,26.
A presto