L’Italia può ritenersi fortunata e soprattutto degna della massima considerazione da parte dei principali paesi.
I risultati elettorali, infatti, a differenza di Grecia e Francia, non hanno mostrato una crescita esponenziale delle frange estremiste, i cui effetti avrebbero portato al caos totale.
Il malcontento infatti si è espresso con l’astensione, ma soprattutto con la forte crescita del “Movimento 5 Stelle”, che rischia di diventare in breve tempo il secondo partito italiano, se non il primo.
Parallelamente i partiti che hanno governato fino al novembre del 2011 sono deflagrati, insieme a coloro che avevano fatto un’opposizione morbida.
Sarebbe un errore infatti valutare il voto degli italiani come una bocciatura al Governo Monti, visto che il Pd sembra aver consolidato il proprio elettorato.
Gli italiani hanno individuato correttamente i responsabili della debacle italiana, ricordando le gare di burlesque da un lato e la superficialità con la quale si affermava come i ristoranti fossero pieni.
Poi, gli scandali sull’utilizzo dei finanziamenti pubblici ai partiti non sono stati altro che la ciliegina sulla torta.
Poi, gli scandali sull’utilizzo dei finanziamenti pubblici ai partiti non sono stati altro che la ciliegina sulla torta.
Trovo deplorevole, come i responsabili che ci hanno portato in questa situazione, indossino oggi la casacca dei paladini della ricostruzione, tappandosi gli occhi difronte alla volontà popolare e addirittura snobbandola.
Al Presidente Napolitano infatti, darei la nomina di segretario del M5S, perchè proprio grazie alle sue affermazioni ha amplificato ancor più la voglia degli italiani di riappropriarsi delle istituzioni, in quanto è morto per sempre il vecchio modo di far poitica. Una politica che non ha mai visto il popolo protagonista, bensì vittima degli interessi personali di chi lo rappresentava proprio nelle istituzioni.
E oggi siamo qua, con 2 mila mld di debito pubblico, un Pil fasullo, creato per il 40% dalla spesa pubblica e un sistema di sprechi da Nord a Sud, da far incazzare anche i santi.
Quando i capi dei vecchi partiti vedono il M5S come il ritratto dell’antipolitica hanno ragione, in quanto la loro visione si avvicina da troppo tempo al concetto di Max Weber, secondo il quale la politica è l’aspirazione al potere e al monopolio legittimo dell’uso della forza.
Il M5S invece è uno dei pochi movimenti che nasce sotto la stella di Aristotele secondo il quale la politica significava l’amministrazione della “polis” (città) per il bene di tutti e la determinazione di uno spazio pubblico (la rete ai giorni nostri) al quale tutti i cittadini partecipano.
Sbaglia chi annovera i “grillini”, (che non amano essere definiti tali), fra i qualunquisti e coloro che vogliono solo far sentire la protesta.
Gli studi di statistica hanno elaborato un identikit molto interessante dell’elettore modello del M5S:
– Esso è compreso tra un’eta tra i 24 e i 40 anni, ama informarsi sui giornali e naviga sulla rete alla ricerca di approfondimenti, mentre alle precedenti elezioni non ha votato per il 50%.
Visto così sembra di vedere il ritratto di un elettore del “Partito Du Pilu” di Cetto La Qualunque, che ne dite?
Scherzi a parte, ritengo che visto così, il M5S sarà destinato ad entrare nella storia della politica italiana, se penso alla risonanza mediatica dei prossimi mesi, che non si limiterà più agli internauti e agli affamati dell’informazione, né tanto meno alle persone di età compresa tra i 24 e i 40 anni.
Seguo il blog di Beppe Grillo, dal lontano 2005, quando già il comico era passato alla storia per aver visto giusto su Parmalat, dando prova di visioni lungimiranti.
Peccherei di omertà se non dicessi che fu proprio il suo blog ad aprirmi gli occhi sulla crisi che sarebbe arrivata nel giro di due anni.
Era il 2006 e come un tamburo battente non c’era un giorno che non si ridicolizzasse il sistema economico e finanziario del momento: “vai a comprare un televisore e ti impediscono di pagarlo in contanti”, era uno dei tanti slogan che descrivevano a lettere cubitali quale sarebbe stato il conto da pagare negli anni successivi. E così è stato.
Adesso la politica italiana e non, sta attraversando il cambiamento più importante della sua storia. C’è chi la cambierà in peggio e chi in meglio. Credo che l’Italia sarà fra quest’ultimi, in quanto il suo popolo ha dimostrato di imparare sempre la lezione dai propri errori.
Non so quali saranno gli effetti di questo percorso. Sono consapevole che non sarà indolore e che richiederà un coraggio da leoni, ma il risultato sarà senza dubbio utile a noi e soprattutto ai nostri figli.
Sta cadendo la politica secondo il concetto di Max Weber per far posto a quella di Aristole…..AVANTI TUTTA.
QUESTA "SIGNORA" è CONSIGLIERA REGIONALE IN LOMBARDIA: In una conversazione col padre, Nicole Minetti racconta di avere conosciuto Giorgio Faletti a una cena. Il giudizio è impietoso: “Una testa di cazzo comunista. Un tipo insoddisfatto della vita”. Il motivo? Il giudizio negativo dello scrittore sul sistema “mignottocratico” di Berlusconi. Parole al vetriolo anche per l’ex sindaco di