Prima i mercati con lo spread, poi le società di rating e in ultima analisi i politici. Questa
fino ad oggi è sempre stata la sequenza del riconoscimento rischio paese.
Dopo le tensioni di queste settimane, Standard and Poor’s, mentre minacciava con una mano di abbassare il rating argentino per la vicenda Repsol, con l’altra ufficializzava il taglio di due gradini della Spagna, portandola a BBB+, ossia lo stesso giudizio dato all’Italia qualche mese fa.
Quello che più preoccupa è l’abbassamento di quattro livelli negli ultimi cinque mesi per il paese iberico, il che sta a sottolineare un forte degrado dei conti e soprattutto del sistema bancario.
Altra preoccupazione deriva dal fatto che le revisioni sono tutte verso il basso, a conferma che non assistiamo nemmeno a marginali miglioramenti della situazione europea.
Personalmente non so quali effetti possa avere il giudizio di SP, ma una cosa è certa: i mercati non si stavano sbagliando. Quella che abbiamo visto in queste settimane, infatti, non era solo speculazione, ma qualcosa di più.
Nei prossimi giorni vedremo se il caso sarà isolato (dubito), oppure se il tutto rappresenterà l’apertura della stagione estiva in merito ai giudizi delle agenzie di rating.
Una Spagna con rating BBB+ sicuramente, non è un buon biglietto da visita per approdare alle prossime aste di mercato.