Quest’oggi correvano le voci di un downgrade da parte di Moody’s sul debito francese.
Le solite voci che circolavano anche in merito al giudizio di Standard & Poor’s, puntualmente realizzatesi nel giro di qualche mese.
Che la Francia non sia più da tempo un paese da tripla A è ormai noto a tutti gli esperti, ma il fatto che le voci stiano diventando sempre più insistenti alla vigilia del voto elettorale la dice lunga sul disegno d’Oltreoceano.
Una riconferma di Sarkosy significherebbe legittimare la politica fin qui percorsa dall’asse franco tedesco, mentre una vittoria di Hollande farebbe saltare, almeno psicologicamente, quei piani che fino ad oggi hanno portato la nostra Europa ad essere il fanalino di coda della crescita mondiale.
Un declassamento della Francia, ma anche solo le voci, sposterebbero l’ago della bilancia in favore del candidato di Sinistra, con conseguente perdita secca del Presidente in carica.
E intanto la Merkel tace.
Gli Stati Uniti non hanno mai visto di buon occhio la politica rigorista europea filo tedesca. Là dove potevano sferrare qualche colpo di avvertimento non si sono tirati indietro. Per questo basta pensare all’evoluzione dei mercati negli ultimi due anni. Perfino la Cina si è chiamata fuori, dichiarandosi completamente vuota di titoli periferici europei, a conferma che nemmeno lei crede nel tipo di Europa voluta dalla diabolica Angela.
Un’Europa austera infatti non è assolutamente di aiuto a risollevare le sorti dell’economia mondiale. Piuttosto rappresenta una minaccia, che alla lunga potrebbe nuovamente trascinare la crescita globale verso i livelli di tre anni fa.
I mercati pertanto sembrano entrati in una nuova fase belligerante, con la quale potrebbero essere sferrati colpi letali per l’Unione Monetaria così com’è.
Personalmente, se avessi la bacchetta magica, vorrei un’Europa a due velocità, con la Germania e i paesi nordici liberi di applicare le loro ideologie deflative, mentre quella mediterranea guidata da una banca centrale in grado di replicare ciò che stanno facendo da tempo la Fed o la Boe, per non parlare della Boj, che consente ad un sistema indebitato al 280 percento del Pil come il Giappone di avere tassi inesistenti.
Credo che questo sogno lo stiano covando in molti paesi, primi fra tutti gli Stati Uniti e noi stessi.