Quello che più mi ha impressionato ieri e allo stesso tempo irritato è stato il dover leggere i dati delle vendite di Volkswagen nel primo trimestre del 2012.
Ecco qua alcuni numeri:
Nel primo trimestre 2012 sono state consegnate 1,36 milioni di autovetture con un +10,50% rispetto al periodo di riferimento.
Nel solo mese di marzo vi è stato un record di consegne con 536 mila unità +14,6%.
Nell’area più carente invece, ossia l’Europa occidentale ex Germania le vendite nel primo trimestre hanno subito un calo di solo il 3,7%.
Potevo avere tutte le ragioni del caso per essere contento, da buon stimatore del Gruppo Volkswagen, eppure mentre leggevo, provavo un senso di rabbia e di impotenza pensando ai numeri presentati da Fiat, che in Europa (questa volta inclusa anche la Germania, unico mercato in crescita) ha registrato un calo delle vendite di quasi il 20% nei primi tre mesi del 2012.
Scusate, ma se lo Stato italiano è già commissariato da agosto/novembre, mi sento in dovere di domandarvi:
Ma nessuno commissaria la Fiat?
Se invece di pensare agli incroci azionari tra Fiat e Chrysler, tanto per il gusto di far ingrassare ancor più la pancia di Marchionne, o allo Juventus Stadium, tanto per rendere mansueto qualche ignorante drogato di calcio (non nascondo la mia fede calcistica VIOLA, quindi lo so 5 a zero e palla al centro) per apparire vincenti quando non lo si è,
si fosse investito più in ricerca, tecnologia, design e marketing con l’intento di assicurare un futuro roseo alla classe operaia italiana?
Sto delirando?
Non credo.
Ma il problema dell’Italia si sa, è l’articolo 18 e soprattutto i tassisti vero?
Con questo non dico che sia sbagliato agire su queste voci, ma non posso fare a meno di chiedermi se le priorità erano corrette.
Vorrei solo ricordare che il nanetto francese, per il quale non nutro grande simpatia, nel 2009 finanziò le case francesi con l’impegno delle stesse ad accentrare la produzione nel territorio nazionale.
Vorrei anche ricordare che nel 2004 la Fiat ottenne dalle banche italiane, che ultimamente hanno goduto pure delle garanzie statali per attingere all’operazione LTRO, la convertibilità del prestito a condizioni marziane. In caso contrario Marchionne o non Marchionne la Fiat sarebbe fallita.
Pertanto non mi rimane altro che fare la preghierina dell’operaio italiano:
Caro Gesù, Giuseppe e Maria,
fa che una Volkswagen o Bmw, la Fiat se la porti via,
e che i furbetti se ne vadano a raccontar balle, belli puniti
sotto l’ala di Obama negli Stati Uniti.
Altra preghierina che invece faccio a voi: contribuite al blog……grazie
Credo che parlare di Fiat e Chrysler non sia corretto. Piuttosto si deve parlare di Chrysler e Fiat. La Fiat è una dependance italiana della Chrysler. La Fiat di Torino, a Torino non esiste praticamente più. La produzione a Torino è marginale. La Fiat in Italia credo sia quasi tutta a Melfi, gli altri stabilimenti sono poco più che officine di riparazione…
Un buon motivo in + per nazionalizzarla