MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!


L’altro giorno guardando la trasmissione “Piazza Pulita” sono rimasto allibito quando il sottosegretario all’economia Polillo, ha dichiarato che uno dei barlumi che lasciano prefigurare una ripresa del ciclo, nasce dall’aumento dei prezzi del petrolio, a cui assistiamo in questi giorni. Se questi infatti scendessero a causa del ciclo negativo, la catastrofe sarebbe assicurata. 
Quindi i nostri “bocconiani” si stanno aggrappando a variabili correlate? Chi avrà letto il “Cigno nero” o “Robustezza e fragilità” sa benissimo che non esistono regole eterne. 
Le ragioni di un rialzo del petrolio possono essere numerose e non necessariamente legate alla crescita.
Da quello che ho appreso partecipando all’evento di Carmignac, ad esempio, la Exxon Mobil, pensa di investire circa 30 mld di dollari nei prossimi 5 anni, per mantenere le stesse capacità estrattive, di adesso. 
Forse caro sottosegretario sarà il caso di andare a cercare altre variabili, e pregare soprattutto, per sperare in una ripresa del ciclo, fermo restando così le cose.


La realtà è che il Paese Italia sta vivendo un’accelerazione impressionante dell’impoverimento, che ormai stiamo subendo da anni.
Quella di agire sulle imposte indirette, comprese le accise sulla benzina, in nome dello spread, proprio non ci voleva. L’economia si blocca inevitabilmente, anche per le piccole cose. 
Quanti saranno coloro che rinunceranno ad una gita domenicale, visto il costo della benzina, evitando quindi di far circolare ricchezza?
L’aumento dei prezzi alimentari già si tocca con mano. Basta comprare un pò di frutta e verdura per farsi accapponare la pelle. 


Se questo è quanto ci chiedeva la Ue per rispettare i conti andiamo bene. La gente già non arrivava alla fine del mese prima, figuriamoci adesso.


E invece tutti lì, incollati al video a guardare lo spread, le banche che salgono (o almeno ci provano) muovendosi come Alice nel paese delle meraviglie, mentre si studiano modifiche ai diritti dei lavoratori, al fine di stimolare nuove assunzioni, visto che anche questo ce lo chiede la Ue. 


Personalmente sarei anche favorevole alla modifica dell’art.18, se il tutto fosse accompagnato da una revisione al rialzo dei salari lordi e da una diminuzione dei carichi fiscali. 


Guardiamoci in faccia!!! Molte aziende ormai decotte, sarebbero destinate a chiudere anche con i salari a zero, in quanto oltre a perdere competitività non rispecchiano più le esigenze del mercato.


Altre aziende invece sopporterebbero pure un aumento salariale, magari aiutate anche da una diminuzione della pressione fiscale, in quanto competitive e reattive alle esigenze del mercato.


Ovviamente gli aumenti salariali dovrebbero essere supportati da una politica efficace nel combattere la concorrenza scorretta. Da non confondersi con protezionismo.

Per chi avesse qualche dubbio sulla necessità di un aumento salariale suggerisco di leggere il grafico sotto che compara i rendimenti dei bond corporate Usa con quelli degli utili aziendali. Mai come adesso le società hanno raggiunto margini così alti. Forse qualcosa è da rivedere non credete?






Vorrei sottolineare, quanto sosteneva Emiliano Brancaccio nel 2009: “la vera causa della crisi attuale è da ricercare nei bassi salari. I subprime e i debiti in generale sono una conseguenza degli stessi”.


Parallelamente gradirei da questo governo una politica più incisiva sul mercato immobiliare, che provocasse un vero e proprio terremoto, utile a sbloccare capitali latenti da anni.
Chiamatela patrimoniale o come vi pare.
Sono stufo di vedere l’Italia a braccetto con la Grecia e la Spagna al top della classifica delle famiglie proprietarie di case, quando la Germania si trova in fondo. 
Bere, mangiare ed avere un posto nel quale abitare è un diritto di tutti e non un pregio, che spetta solo ai più fortunati.


Se dobbiamo seguire la Germania pertanto, seguiamola fino in fondo, magari scopiazzandola in qua e in là anche sulla politica immobiliare.


L’occasione sarebbe gradita inoltre per abbattere consistentemente il debito pubblico.


L’alternativa? LA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO. Francamente non riesco a vedere altro………forse iperinflazione con bassi salari? Quindi nuovi debiti? 


Al momento altre idee scarseggiano, fatevi avanti voi, magari anche contribuendo al blog.

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