MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Ormai ci siamo, domani sapremo quanti “volontari” aderiranno allo swap. Un’adesione superiore al 90% rappresenterebbe una buona spinta per i mercati, mentre all’interno della soglia compresa tra il 66 e il 90, ci sarebbero tutte le ragioni per fantasticare tutti gli scenari possibili.
Ovviamente ad oggi non posso fare miracoli, difronte alle leggi della finanzia innovativa, con la quale l’impossibile diventa possibile.
Credo piuttosto sia doveroso osservare a che punto si trovino gli indici più importanti e le variabili legate ad essi.

DAX (6650)
Da inizio anno sta mettendo una performance del 12,70%, nonostante la correzione di questi giorni. 
Ad oggi ci sono segnali molto timidi di perdita di forza contro alcuni degli indici periferici, come quello italiano, tanto per fare un esempio. E’ chiaro che ci troviamo ancora in una fase totalmente da confermare. 
Con il calo subìto ieri l’indice Dax si è portato in un area di supporto compresa tra 6590 e 6660. In sostanza ci troviamo al di sotto dei livelli visti nel post del 5 febbraio, quando trovavo sensato un atteggiamento prudente e meno avido, alla luce di un eccesso di alcuni indicatori che non avevano precedenti da molti anni a questa parte. 
Ovviamente siamo lontani anni luce dal dover considerare un’inversione di tendenza del trend. In sostanza ci troviamo in presenza di un movimento correttivo di breve termine, che ha visto l’area obiettivo situata a 6830 respingere tentativi rialzisti nell’immediato. 
Il quadro delle medie di breve periodo è stato intaccato con la rottura di 6800, mentre validi supporti sono da considerare a quota 6590 e 6500.  Gli indicatori sottolineano comunque la necessità di mantenere un atteggiamento ancora diffidente, per una ripresa del trend primario. Solo la rottura di 6500 determinerebbe un quadro più allarmante per l’indice in questione. Segnali di risveglio al momento sono da considerare solo in presenza di una rottura confermata di 6830. 
Se andiamo a guardare la carta settimanale l’area di 6500 si conferma come il livello di tenuta più importante.  Alla rottura di questo livello i target sarebbero da indicare in quota 6390 e 6250. 
FTSEMIB (16410)
Come ho detto in precedenza l’indice italiano sembra dare qualche cenno di forza rispetto al Dax, ma se guardiamo il grafico settimanale qui sopra già ci possiamo fare un’idea di quanto sia ancora lunga la strada per una fase migliore. Prima di tutto guardiamo le linee parallele rosse indicate, che delimitano il trend blando degli ultimi tre anni, il cui range è comunque ampio e compreso tra 13000 e 25000. 
Unendo poi i massimi relativi di 44000 e di 22500 possiamo tracciare una trendline di lungo periodo molto importante passante a quota 18000. Solo la rottura di questo livello rappresenterà un segnale considerevole sotto il profilo di lungo periodo. 
Guardando agli indicatori di lungo periodo direi che ancora non ci troviamo affatto in una situazione fortemente rialzista. Piuttosto ci troviamo in presenza di una formazione di una base estremamente importante, che in assenza di segnali precisi è inutile affrontare di petto. Il Dax ad esempio presenta indicatori che segnalano la presenza di un trend ben definito al rialzo, in ottica di lungo periodo, ma come accennato precedentemente si registra una timida perdita di forza nei confronti del mercato italiano.
Insomma, non dico una bugia, nell’affermare che ci troviamo in una situazione piuttosto confusa, per quanto concerne il nostro indice. 
Sul breve periodo gli indicatori rimangono in posizione riflessiva e tale da mantenere un atteggiamento ancora prudente. Area di supporto più immediato a 16100 per target 15850 e 15650. Sulla natura fondamentale dell’economia italiana mi sono già espresso Domenica scorsa. 
EUROSTOXX 50 (2454)
Questo invece è il grafico dell’Eurostoxx di lungo periodo, postato più volte in questo blog. Significativa la reazione in area 1970 e l’importanza del livello di 2380, da poche settimane superato. 
A questo punto il livello di 2380 rappresenta un supporto estremamente importante rafforzato dalla media a 21 settimane, passante a 2370. Nel breve la resistenza più importante è situata a 2510 e 2580. La situazione degli indicatori ricalca quella vista sul nostro FTMIB. Resistenza di lungo a 2700.

NASDAQ COMPOSITE (2921)
Come un orologio svizzero l’indice in questione ha toccato quota 3000 e si è preso una pausa, almeno sembra.
Il grafico in questione mette in evidenza il superamento avvenuto della resistenza di lungo periodo situata a 2870. Pertanto la correzione in essere potrebbe avere più di una possibilità di rappresentare un pull-back rialzista, con nuovo attacco in area 3000. 
Assistere ad una correzione era matematico, in quanto la rsi giornaliera era arrivata a superare il livello di 80 punti, sfidando i record della bolla delle dot-com. Ad oggi la stessa rsi la troviamo a quota 53. Insomma: indicatori di breve alleggeriti. Parlare di inversione adesso potrebbe essere troppo pericoloso, vista l’assenza di segnali concreti. Solo un rientro sotto 2870 (tutto da verificare) rappresenterebbe un primo segnale di allarme. 
Se guardiamo alla forza comparativa al momento non ci sono rivali, soprattutto se lo confrontiamo con il concorrente SP500. In Europa solo il Dax ha tenuto il passo in termini di forza, ma ripeto, non ci sono paragoni. 
Guardando allo scenario di breve, si registra una perdita di movimento direzionale. Pertanto è probabile una fase di consolidamento tra 2870 e 3000. Resistenza intermedia a 2950. 
BUND/INCUBO UE (140,41)
L’intestazione del grafico dice tutto. E’ impressionante il movimento del Bund negli ultimi anni. Quello che vedete è un grafico settimanale che riassume gli ultimi 17 anni del decennale tedesco. 
Nel breve invece possiamo osservare una formazione triangolare molto importante che vede le due estremità in quota 141 e 138,50. Ovviamente una rottura verso l’alto non sarebbe un segnale incoraggiante, in quanto preluderebbe a scenari in favore di forte avversione al rischio. In ogni caso nel post di Domenica ho dato il mio parere su quali siano i canali che alimentano il titolo tedesco (banche tedesche soprattutto e strascichi speculativi in minima parte). Gli indicatori per il momento non evidenziano segnali di vendita o di debolezza. Il supporto di 138,50 è confermato dalle medie di breve periodo. 
Premesso: il Bund è considerato un bene rifugio, al momento, ma se di rifugio dobbiamo parlare ricordo l’economia sostanziale e non quella di debito o di carta.

GOLD/LA BOLLA SCOPPIATA DA UN DI’ (1676)

A parte l’ironia del titolo è doveroso sottolineare che da Agosto nuovi massimi non se ne sono visti, mentre i tentativi di ritorno sopra 1800 sono stati respinti violentemente.
Dal grafico in questione possiamo vedere come il livello di equilibrio sia costituito da quota 1690 che rappresenta un obiettivo Fibonacci di lungo periodo. Quota 1690 viene rafforzata dal passaggio della media a 200 giorni situata a 1685. E’ chiaro che in assenza di rientro sopra 1700 le probabilità per ulteriori discese aumentano. Quota 1575 rappresenta un probabile traguardo. Se guardiamo alla forza comparativa, l’equity sembra rappresentare ad oggi un’alternativa migliore, anche se i segnali in tal senso sono ancora precari.

CRUDE OIL (105,05)

Il WTI viaggia stabilmente da molti giorni sopra il livello dei 100 dollari. Al momento tuttavia non si registrano segnali di tensione, nonostante il clima geopolitico non proprio idilliaco.
Il quadro tecnico tuttavia rimane rialzista confermando l’importanza dei supporti posti tra 100 e 101.
Interessante notare come le medie stiano intraprendendo un movimento ascendente dopo una fase laterale.
Quota 110 rappresenta la resistenza più importante.

Seguiranno aggiornamenti sempre se lo desiderate.
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