In questo grafico possiamo osservare il salario minimo dei paesi europei. Come vediamo non sono presenti nè la Germania nè l’Italia. Quest’ultima ad esempio ha come riferimento il minimo sindacale e varia per categoria, mentre in Germania la determinazione del minimo sindacale è molto complessa e spesso dalla parte dell’impresa locale.
Qui sotto ecco una mappa europea su quelli che sono i salari minimi approssimativi là dove si voglia confrontare anche i paesi che non li applicano.
E’ impressionante osservare come la Germania abbia un minimo salariale (approssimativo) di 1758 euro contro i 748 dell’Italia, con un costo della vita simile.
AGGIORNAMENTO 26 febbraio 2012: in Germania e in Italia non essendoci una legge di minimo salariale è molto difficile quantificarlo. Dovremmo oltretutto depurarle gli stipendi dai bassi salari che non rientrano nella contrattazione sindacale.
Questo articolo descrive in modo molto chiaro la situazione dei salari in Germania: Il miracolo…..
Da leggere anche questo: ITALIA stipendi fra i più bassi d’Europa.
Per avere un idea dei salari medi europei ecco qua una tabella che avevo fatto qualche settimana fa
PAESE | SALARIO 2000 | SALARIO 2010 | DIFFERENZA |
PORTOGALLO | 12266 | 16616 | 35,46 |
KOREA | 12814 | 21140 | 64,98 |
GRECIA | 14189 | 21914 | 54,44 |
SPAGNA | 18593 | 26418 | 42,09 |
ITALIA | 21638 | 27732 | 28,16 |
GERMANIA | 28038 | 32693 | 16,60 |
FRANCIA | 26755 | 34965 | 30,69 |
INGHILTERRA | 27015 | 37149 | 37,51 |
USA | 31549 | 41099 | 30,27 |
GIAPPONE | 42042 | 43010 | 2,30 |
Addirittura la Grecia fino a pochi giorni fa aveva un salario minimo di 863 euro con un costo della vita inferiore all’Italia del 10%. Alla faccia delle cicale dico io.
Con la nuova manovra il salario minimo della Grecia scende quindi a 600 euro, ossia un 10% reale sotto quello applicato in Italia. Pertanto il paese ellenico in termini di competitività salariale dovrebbe adeguarsi al Portogallo.
A conferma delle contraddizioni che caratterizzano l’Unione Europea, spicca il minimo salariale in Irlanda, pari a 1462 euro, il doppio dell’Italia, a parità di costo della vita. Questo grazie ad un sistema fiscale che ha favorito (a spese di altri paesi) una crescita del sistema terziario, caratterizzato da margini ben superiori rispetto a quello secondario o primario. Alla faccia del “fiscal compact”.
Insomma, come possiamo vedere non tutti sono stati trattati con la stessa moneta.
Dopo che avete dato un occhio alla mappa dei minimi salariali adesso fatevi una domanda:
Negli ultimi 10 anni abbiamo visto una delocalizzazione della produttività a favore delle aree maggiormente competitive all’interno dell’Europa oppure no?
E’ chiaro che la risposta è negativa. Addirittura i paesi, con i salari più competitivi sono stati quelli che attraverso un aumento del debito pubblico e privato hanno ingrassato il surplus dei paesi nordici in particolare della Germania.
L’espansione facile del credito avvenuta fino al 2008, grazie all’ingegneria finanziaria dei paesi anglosassoni e delle banche del Nord Europa, è collassata improvvisamente, fino a svelare il vero volto del fantascientifico equilibrio dell’area Euro.
Un’Europa Unita e virtuosa avrebbe dovuto livellare alla lunga le differenze salariali.
E invece adesso siamo qua, a parlare dell’ennesima prova di forza della macchina Ue, che si prende cura di salvare la Grecia.
Questa sera voglio focalizzare i salari minimi, perchè è negli stessi che si trova la soluzione per invertire il circolo vizioso degli ultimi anni.
La riduzione del salario minimo greco a mio parere ha un solo fine, purtroppo: quello dell’austerità, o meglio della diminuzione della spesa pubblica e non un disegno più lungimirante.
Per disegno lungimirante si intende l’introduzione delle condizioni per nuovi investimenti, magari attraverso una delocalizzazione di alcune attività produttive, dalle area più ricche a quelle più bisognose ma allo stesso tempo più competitive. Sarà questo il fine per disegnare un’Europa più omogenea e meno assistenzialista?
Oppure la Germania e quei pochi virtuosi rimasti continueranno a succhiare le ultime gocce di sangue?
Insomma, senza un programma comune di crescita non esiste un solo salvataggio credibile, ma un destino certo. La fine dell’Euro.
Mi raccomando cari miei lettori siete tutti invitati a contribuire al blog.
Scusa ma 1758 è il minimo sindacale del <br />Lussemburgo mentre 748 è riferito alla Slovenia
Si….secondo quella scala. Quelli in grigio sono i paesi che non applicano il minimo salariale, ma un minimo sindacale.
Questo articolo fa molta luce sul sistema tedesco dove (come in Italia non esiste un minimo salariale) <br />http://www.infonodo.org/node/29866