Il vertice dell’Ue ha finalmente partorito qualcosa di concreto, aprendo la strada in favore di quella convergenza politica, la cui assenza è stata causa dei principali mali della moneta unica.
Ovviamente ancora oggi siamo
in una fase intermedia, ma un grosso passo in avanti è stato compiuto con il “Fiscal compact” al quale hanno aderito i 26 paesi europei, con le riserve di Svezia, Repubblica Ceca e Danimarca, che sottoporranno il trattato al voto parlamentare. I tre paesi comunque ad oggi non fanno parte dell’area Euro.
Il Fiscal compact non è altro che un patto, fra i paesi membri, a rispettare vincoli stretti di bilancio pubblico, che si riassumono nel pareggio tra entrate e spese, con possibilità di sforamento dello 0,5% sul Pil. Sopra il 3% di deficit scatteranno sanzioni rigide e pesanti.
All’interno del trattato fiscale vi è inoltre la riduzione annua di 1/20 esimo del debito pubblico che eccede il 60%. Questo non è vincolante ai fini delle sanzioni. Per l’Italia, in ogni caso significa dover abbattere nel primo anno, il debito pubblico per circa 45 mld di euro, magari attraverso privatizzazioni o imposte una tantum. La cifra da abbattere diminuirà pertanto con il passare del tempo, in quanto calcolata nella misura di 1/20 dell’eccedenza.
Ovviamente la Gran Bretagna, questa volta il vero sconfitto, si è dovuta togliere la maschera, e, con la scusa di voler tutelare gli interessi della City, si è tirata fuori dal patto, andando per la propria strada.
In realtà, il Paese in questione ha seri problemi se consideriamo un deficit di bilancio intorno al 10% del Pil, per non parlare del rapporto debiti totali/Pil che è fra i più alti al Mondo.
La Gran Bretagna infatti, nonostante i programmi di austerità già intrapresi, stenta a rientrare dal deficit, e se non fosse stato per la Banca Centrale, avrebbe dovuto affrontare tassi di mercato ben superiori a quelli italiani. La crisi dell’Euro ha inoltre favorito l’acquisto di Gilts, che insieme a Bond e qualche altro titolo rappresentava un mezzo per stare fuori dall’Eurozona, fino ad oggi la più inaffidabile e la più controversa.
Non è per caso che qualcuno avesse e ha tuttora interesse a giocare contro la nostra moneta?
A mio modestissimo parere l’Europa si è tolta il nemico dalla propria casa.
Ma chi è il vero vincitore di questo vertice?
Molti sostengono che il vincitore sia la Merkel in quanto ha ottenuto ciò che voleva in termini di stabilità, rigore e indipendenza della Bce. Altri invece ritengono che Sarkosy non può certo lamentarsi, in quanto, il Fiscal Compact, oltre a far scattare la soglia delle sanzioni oltre il 3%, e non oltre lo 0,5% (la Francia prevede il pareggio di bilancio solo nel 2018), sono stati ottenuti risultati importanti in termini di EFSF ed ESM, ma soprattutto di finanziamenti al sistema bancario.
Proprio i finanziamenti della Bce al sistema bancario non si limiteranno più a quelli concessi nell’era Trichet che avevano una scadenza massima di 1 anno, in casi eccezionali, ma saranno allungati fino a 3 anni. Questi finanziamenti a tassi agevolati tra lo 0,5 e l’1% dovrebbero favorire acquisti di titoli di Stato, sostituendo il QE diretto della Bce.
Inoltre, e in questo caso Sarkosy può solo sorridere, verrà esclusa per il futuro la partecipazione di privati, alla ristrutturazione dei debiti sovrani, tanto cara alla cancelliera tedesca. Questa misura la leggo come un incentivo per le banche a comprare Titoli di Stato.
Io credo che questi due passaggi siano un QE travestito che a mio parere ha più importanza di quanto possa rivestire la facciata dell’EFSF e dell’ESM.
Gli effetti dovrebbero essere infatti quelli di una riduzione degli spread all’interno dell’Eurozona.
In ogni caso il fondo salva stati sarà potenziato con l’intervento del FMI che verserà (attraverso prestiti bilaterali ancora da definire tecnicamente) la cifra di 200 mld alla quale si andranno ad aggiungere investimenti privati e soprattutto di stati sovrani come la Cina, che in questo modo aumenterà il suo peso nelle decisioni in tema di scambi commerciali.
Proprio su quest’ultimo punto ho apprezzato il discorso di Sarkosy, quando ha sottolineato la necessità di difendere i prodotti europei da quelli proveniente da aree commerciali che non rispettino le regole. Cina avvisata quindi, ma sempre più interessata di facciata a difendere le sorti dell’Europa e degli Usa.
Altra vittoria del Presidente francese è da ricercare nel fatto che l’ESM sarà attivo da luglio 2012, con la possibilità quasi certa di avere la licenza bancaria per poter ricapitalizzare direttamente gli istituti bancari.
Insomma il vero vincitore del vertice a mio parere è Sarkosy.
Quali effetti avrà per l’Europa il Fiscal compact?
Personalmente credo che possa avere solo effetti positivi, in termini di tranquillità e convivenza tra i paesi dell’Unione. Pensiamo ad esempio a quale potrebbe essere la malleabilità della Germania di fronte a problematiche esogene dal trattato, nel quale si manifestassero alcune debolezze dello stesso.
Forse con questo accordo bloccheranno le famose stampanti destinate al Super Marco?
Per tutti gli stati aderenti, in ogni caso sarà un incentivo ad eliminare gli sprechi, sbilanciando e mirando la spesa in favore della crescita strutturale.
E’ ormai appurato che gli effetti dell’espansione del deficit sulla ripresa sono minimi e spesso deleteri per il futuro.
Per questo vorrei ricordare l’era Clinton, dove ad una politica rigorosa nella quale fu raggiunto il massimo di surplus di bilancio, seguì un’espansione della crescita senza precedenti.
Quello di cui ha bisogno in questo momento l’Europa è la tranquillità e non certo la lotta intestina tra gli stati membri, che non fa altro che dipingere una situazione paradossalmente peggiore, che peggiore non è, di quella presente in Gran Bretagna o negli Stati Uniti.
Ovviamente, l’accordo raggiunto venerdì 8 dicembre dovrà essere firmato da tutti i 26 paesi entro la fine di Marzo del 2012, ma su questo i dubbi sono vicini allo zero.
E il nostri Monti e l’Italia?
Finalmente qualcuno che ci ha rappresentato con le “palle”.
Otre ad essere stato il principale interlocutore nella discussione con la Gran Bretagna, il nostro Premier ha tenuto la conferenza stampa più chiara in assoluto, ai fini di far conoscere i passi in avanti fatti con questo accordo.
Sembrano lontani anni luce i tempi dei sorrisini di Sarkosy, che se non ci fossero stati non avrebbero risvegliato gli italiani dalla gravità in cui versavano politicamente.
Qualcuno avrà sicuramente da ridire sul nostro Super Mario, sottolineando l’iniquità della manovra.
Adesso voglio fare un pò di chiarezza.
Benché alla Presidenza del Consiglio ci sia un uomo capace sopra tutti gli altri, vorrei precisare che le manovre passano dall’approvazione del Parlamento (che io abolirei per la sua obsoleta utilità), nel quale il principale partito è delegittimato dal consenso popolare ormai da tempo. Anche in questa manovra è evidente lo zampino dei Berlusconi e dei Brunetta, i quali avevano minacciato più volte di ritirare la fiducia in caso di patrimoniale o di forte discontinuità (vedi lettera della Bce).
Esempi di quanto dico possono essere ricercati nella rinuncia del Governo all’addizionale del 3% per i redditi sopra i 75 mila euro e nel timido prelievo ai capitali scudati. Questi hanno avuto la precedenza su un’eventuale revisione della soglia del blocco delle pensioni. VERGOGNATEVI!!!! dedicato al PDL (comunque in fase di sgretolamento) e guai a chi confonde il Parlamento con Monti.
Siccome questo blog vede sempre il bicchiere mezzo pieno e non vuole aizzare nessuno, al Governo Monti e alle forze politiche proporrei un blocco all’indicizzazione con i seguenti meccanismi:
Soglia esente: da 0 a 1400 mensili.
Blocco 2 anni indicizzazione pensioni da 1401 a 3000 mensili.
Blocco 3 anni indicizzazione pensioni da 3001 a 5000 mensili.
Blocco 5 anni indicizzazione pensioni da 5001 a 10000 mensili.
Blocco 10 anni indicizzazione pensioni da 10001 a oltre mensili.
Questa potrebbe essere già una migliore forma di equità.
Questa invece è la mia considerazione sul Parlamento, alla luce anche delle ultime vicende ormai in mano alla Magistratura in tema di compravendita di voti:
“Siamo ormai nell’era in cui, i neutrini hanno potuto superare nel tunnel, (che grazie al nostro ex Ministro Gelmini, tutto il Mondo ci invidia), la velocità della luce.
Possibile, che ad oggi l’uomo, non abbia creato un sistema democratico computerizzato intelligente, alimentato dal consenso popolare internauta, in grado di sostituire questi magna pane a tradimento?”
Son convinto che per questo la scienza è già al lavoro.
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Come ormai avrete avuto modo di vedere dalla tabella in alto, da qualche giorno sono su Twitter. Siete tutti invitati a seguirmi.
Grazie
Una domanda:<br />"Per l'Italia, in ogni caso significa dover abbattere nel primo anno, il debito pubblico per circa 45 mld di euro"<br />significa dover ottenere un attivo di bilancio, oltre l'interesse passivo sul debito? se lo spread non scende ci avviamo verso un passivo per interessi di 100 mld euro/anno. Ammettendo che siano anche solo la metà, ci toccherebbe ogni anno una
Aspettiamo, la mia cifra di 45 mld è tanto per fare un esempio. La diminuzione del debito non è vincolante per cui non l'attuerà nessuno, al momento. Si spera che il rapporto scenda in virtù della crescita negli anni futuri, magari di una discesa dei tassi come credo e soprattutto di misure più eque.
Ma allora se Monti, che non è un idiota, ha accettato la presidenza sapendo di essere ostaggio del parlamento, l'ha fatto per amor di patria? per spirito di sacrificio? O piuttosto per fare il lavoro sporco d'accordo con quella maggioranza che si sta sgretolando in modo che una volta "sistemati" i conti si possa andare ad elezioni con il vecchio sistema elettorale e ripristinare
Monti ha semplicemente tradito la fiducia degli Italiani mettendosi al servizio dell'uomo (si fa x dire) di Arcore. Il professorone si è trasformato in un perfetto conte Dracula mostrandosi forte con i deboli (succhiando loro il sangue) e debole con i forti (obbedendo viscidamente). A questo punto non rimane che:<br />1- indire e votare per un referendum abrogativo se non dell'intera