MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Se penso che il 30 dicembre 1996 il Governo Prodi introdusse pure una tassa per raggiungere il famoso 3% di deficit e poter entrare nell’Euro mi vengono i brividi.

Nessuno può dirci cosa sarebbe stato per l’Italia se questa fosse rimasta alla Lira. Molti ritengono che sarebbe stato per noi il disastro, altri invece hanno teorie completamente diverse.

L’unica cosa che posso constatare sono i dati di crescita del nostro Paese dal 1999 ad oggi. Questi, se confrontati con gli altri partner europei sottolineano quanto l’impresa dell’Euro sia stata per noi italiani fallimentare.

Come ormai sappiamo l’Italia era un paese che basava la propria economia su due settori ben precisi:

  1. Manifatturiero. Composto principalmente da piccola e media impresa.
  2. Turismo. E vorrei vedere fosse stato il contrario, vista la bellezza del territorio nel quale abitiamo e che tutti ci invidiano.

Nel corso di questi 11 anni a dire che ci sono stati dei cambiamenti strutturali dell’economia globale rischierei di passare da superficiale.

I professoroni che ci hanno messo mille paure, sul fatto che se fossimo rimasti fuori dall’Euro sarebbe stato un disastro, già sapevano che un Paese che aveva una distribuzione delle risorse come il nostro, sarebbe decesso in dieci anni, sovrastato dalla concorrenza della Germania, mentre la Cina stava facendo già i primi passi verso occidente.

A voi lettori quindi il compito di comprendere il giro di vite del nostro Pese in termini di competitività, mentre il settore turistico vedeva sempre maggior concorrenza, rispetto a quelle aree, caratterizzate da una moneta debole.

Queste ormai sono cose risapute e con le quali sembra che abbiamo imparato a convivere, fino a trovarci un bel giorno, con il mercato che non ci dà più credito.

Le probabilità che la Comunità internazionale ci salvi nel breve, sono pari al 101%. Questo avverrà attraverso il FMI, la BCE, l’EFSF o una CAMBIALONA in bianco firmata da Sarkosy e la Merkel.

Tuttavia, quello che a me interessa non sono tanto i salvataggi nel breve, quanto invece sapere cosa l’UE vorrà fare dell’Italia.

Così come ci troviamo oggi il nostro Paese è destinato a rappresentare un “black hole” di proporzioni inaudite, che risucchierà risorse dall’esterno per polverizzarle all’istante.

L’Italia necessiterà infatti di una trasformazione strutturale in grado di rappresentare un propulsore per il mercato europeo e non certo il contrario.

Cosa vuole fare quindi l’UE dell’Italia?

La Silicon Valley o la Detroit d’Europa?

Un’Europa Unita, nel vero senso del termine, dovrebbe essere in grado di ridistribuire le risorse al fine di creare le condizioni nelle aree più depresse, per nuova crescita.

Faccio un esempio:

Un Paese come la Germania che investe in ricerca quasi il 3%, sarà destinato a rafforzare la sua leadership nei confronti degli altri, mentre si accentueranno gli squilibri con le aree più depresse. 
In Italia l’investimento nella ricerca sfiora l’1,2 del Pil con il settore privato che è il fanalino di coda in Europa.

In quali cambiamenti possiamo sperare, se non ci sono interventi dall’esterno che possano dare una sterzata forte al nostro sistema?

Quale sarà l’efficacia e il senso dei programmi di austeity, in termini di risorse “vere” per la crescita?

Ho sempre più la sensazione che l’Italia assomiglierà più ad una Detroit anziché ad una Silicon Valley.

Se questo fosse il nostro destino me ne frego del bailout.

Per chi volesse contribuire potete cliccare, grazie

Categories: italia

2 Responses so far.

  1. Anonymous ha detto:

    Per me l'entrata nell'euro non rappresenta che tempo, sotto le sembianze di bassi tassi d'interesse, offerto allo stato per riformare e riorganizzare se stesso e la società civile. Questo avrebbe dovuto portare a una minore pressione fiscale, e una maggiore efficenza della società e quindi minori costi. Purtroppo il tempo è stato sprecato gi interventi sono stati minimi lo stato e la

  2. the hawk ha detto:

    Diagnosi perfetta

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
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