A questo punto spero che il 9 dicembre (forse prima visto come scorre la crisi dell’Euro) la Merkel, Sarkosy e il nostro Mario Monti annunceranno:
“Signori e signori, quanto deciso oggi dal vertice trilaterale e che sta per essere annunciato è mirato esclusivamente alla crescita, alla soluzione e alla salvezza dell’area Euro.
L’impegno di tutti i paesi sarà quello di coordinare gli sforzi, dando la possibilità a quelle aree che per troppo tempo sono state vittime delle loro distorsioni strutturali e di politiche fiscali non adeguate, di riemergere fino a raggiungere il giusto equilibrio per contribuire alla crescita dell’intera Unione.
Con l’inizio del nuovo anno, Germania, Finlandia, Paesi Bassi e Austria, adotteranno il Super Marco, in rapporto di 1 euro. Il cambio tuttavia sarà soggetto a regole ben precise in quanto dovrà oscillare dentro il range compreso tra 1,2 e 0,80. La gestione della politica monetaria del Super Marco sarà coordinata dalla Bundesbank, mentre quella dell’Euro rimarrà alla Bce.
Contestualmente la Grecia adotterà la Nuova Dracma al fine di consentire al paese quella crescita necessaria a riequilibrare i parametri del Paese, oltre che ad isolare l’effetto domino. I titoli obbligazionari greci pertanto saranno convertiti in Nuova Dracma, mentre il cambio che inizialmente sarà alla pari con l’Euro, dovrà oscillare entro un range più ampio compreso tra 1,80 e 2,20 per 1 euro.
La conversione del titoli di debito tedeschi, austriaci etc. nel Super Marco sarà riservata esclusivamente ai residenti in tali aree, mentre per la parte restante rimarranno denominati in Euro.
I paesi aderenti al Super Marco, continueranno a contribuire attivamente all’Efsf per la parte che a loro compete, oltre a garantire parzialmente l’emissione di Eurobond per quei paesi che superano il 90% di debito sul Pil, ma che rispettino la convergenza fiscale prefissata. Con questo, siamo certi di aver messo le basi necessarie per stimolare crescita e rigore, oltreché posto fine alle forze speculative che per troppo tempo avevano interessato l’area dell’Unione”.
Queste non sono cazzate, ma esattamente quello che con molta chiarezza la triade ci dovrebbe dire il 9 dicembre (e che con molta probabilità non dirà), per mostrare davvero la volontà di cambiare e fare qualcosa per risollevare le sorti di quei paesi che per troppo tempo hanno subìto il venir meno delle proprie origini.
Prima di continuare vi prego di leggere questo articolo che Carmen the Sister mi ha girato cortesemente proprio ieri, al fine di avvalorare quello che fino a qualche mese fa poteva essere solo un miraggio: Perchè la Germania deve uscire dall’Euro.
Secondo l’articolo e purtroppo anche per me, la vera incognita è la Francia. L’unica cosa che posso constatare è che rimanere nell’Euro per i nostri cugini d’oltralpe significherebbe risollevare un’economia che da molti mesi sta dando segnali simili ai nostri, oltre a poter rimanere nel club della tripla A. Penso alle quote perse da Renault e Peugeout, per non parlare di Air France alle prese con una situazione fallimentare, dopo essere stata a lungo la prima nel Mondo. Ovviamente non oso pensare alla forte esposizione bancaria su Spagna e Italia. Un’adesione al Super Marco significherebbe subire forti svalutazione bancarie, con inevitabili fallimenti. E’ chiaro anche che un Euro senza la Francia porterebbe alla disgregazione totale dell’Eurozona con conseguenze inimmaginabili, in quanto il rapporto precedentemente ipotizzato non potrebbe essere sostenuto nel tempo.
Quali effetti potrebbe avere l’introduzione di un Super Marco, con sterilizzazione della Grecia?
L’area a moneta forte se ci pensate bene, è quella che non ha vissuto direttamente la speculazione immobiliare. Il sistema bancario di tale area non soffre per i mutui erogati all’interno, bensì per l’esposizione che questa ha verso l’esterno.
Pertanto il primo effetto positivo che potrebbe nascere sarebbe quella di una rivalutazione del comparto immobiliare proprio in quelle aree che hanno messo in ginocchio il sistema bancario, a partire dalla Spagna fino ad arrivare all’Italia, dove assistiamo ad un vero e proprio congelamento, che non è una bella premessa, per l’immediato futuro. Tutto ciò darebbe modo, in prima battuta, di spezzare il circolo vizioso al quale sono esposti da anni i principali istituti bancari. Migliorerebbe inoltre e senza il minimo dubbio la qualità del crediti verso le imprese a moneta debole, in quanto riconquisterebbero maggiore competitività verso l’esterno.
Per non parlare degli effetti che i paesi a moneta debole avrebbero sulla crescita del Pil, in termini sia reali che nominali, portati a braccetto, magari da una banca centrale che opererebbe in stile Fed, consentendo al mercato obbligazionario di raggiungere rendimenti reali negativi. Ad oggi la curva dei tassi per la nostra area è diventata insostenibile.
L’unico problema che vedo da questa operazione sarebbe legato alle attività bancarie dei paesi a moneta forte, che vedrebbero svalutare il loro nominale rispetto alle passività.
Pensiamo ad esempio ad una banca che vede trasformarsi le provviste in moneta forte e una parte delle attività rimanere in moneta debole, o magari in Nuova Dracma. Ebbene, le perdite non sarebbero altro che quelle ormai stimate dal mercato, se pensiamo a come vengono valorizzati i titoli di stato sia di Grecia che dei Piigs, oltre alla Francia ovviamente.
Il vantaggio da questo sarebbe tuttavia evidente, in quanto fermo restando lo stato attuale, le cose sono destinate sempre a peggiorare, in quanto è sotto gli occhi di tutto il circolo vizioso in cui sono finiti i paesi dell’area debole. Al contrario il nuovo scenario valutario darebbe modo a quest’ultimi di riprendere vigore, competitività e fiducia, con buone possibilità di migliorare dalla situazione attuale, a beneficio pertanto anche del sistema bancario a moneta forte.
L’idea che la Germania si chiamasse fuori dall’Euro ce l’avevo da tempo, come avrete potuto leggere anche lo scorso mese.
In questi ultimi giorni ho intensificato gli studi sull’Eurozona dalla sua nascita. Ebbene è impressionante il divario creatosi tra i paesi forti e quelli deboli negli ultimi dieci anni.
L’inflazione accumulata dall’Italia ad esempio, è stata del 26% contro il 18% della Germania. In termini di crescita il nostro Paese non arriva al 10% in undici anni, mentre la Germania è cresciuta di quasi il doppio.
Quale futuro potrebbe avere l’Euro attuale?
Guardavo per esempio il caso del Belgio. Il debito pubblico è simile al nostro, ma la crescita è stata addirittura superiore alla Germania da quando è nato l’Euro. Segno evidente che non si tratta solo di dover riformare un Paese, ma di consentire a ciascuno di essi di ritrovare la propria entità, al fine di rimettersi sulla retta via.
La perdita di competitività italiana è sotto gli occhi di tutti, mentre il debito rappresenta un aggravante in più:
Esso con questa situazione diventa insostenibile in quanto con le condizioni di oggi, il suplus di bilancio primario nel 2012 previsto nel 3,7% del Pil non basterebbe. Ad oggi infatti l’Italia, con la crescita corrente dovrebbe portare il suo surplus al 5,2 del Pil che in soldoni significano oltre 75 miliardi. Immaginatevi il giro di vite sulla crescita. Non sarebbe certo inferiore a quanto visto in Grecia in questi anni.
Coloro che si volessero divertire a fare delle simulazioni ecco qua il link.
In ogni caso
L’articolo che ho sottoposto ieri alla vostra attenzione sembra avere qualche riscontro
“They have already ordered the new currency and asked that the printers hurry up.”
“Hanno già ordinato la nuova moneta e chiesto in fretta le stampanti”
(Fonte Wikileaks data 7 novembre)
La Germania ormai è consapevole che la situazione attuale è tale che proseguire verso la strada dell’Euro, significherebbe per essa accollarsi di un peso troppo grande.
L’opinione pubblica tedesca, in una situazione tale avrebbe un consenso minimo (circa il 35% scarso), sul salvataggio del sistema attuale. Questo la Merkel e le istituzioni politiche lo sanno.
Nelle ultime ore, tuttavia, la tensione sull’area Euro, culminate con l’allarme del ministro degli Esteri inglese, alle ambasciate in Europa, oltre che alla presa di posizione del sistema bancario americano (diminuire rischio Euro) hanno intensificato l’agenda degli appuntamenti delle autorità politiche Ue.
Dagli ultimi colloqui tra la Merkel e Sarkosy è emerso la volontà di accelerare la convergenza fiscale, a costo di una perdita dei poteri sovrani, in modo da non perdere tempo con la revisione dei trattati che richiederebbe mesi. A questo punto anche la Bundesbank non si tirerebbe indietro di fronte agli Eurobond.
Questo processo potrebbe pertanto vedere un passaggio intermedio: ossia l’intervento della Bce con un piano di acquisto di bond, tale da iniettare immediatamente la liquidità necessaria al sistema.
Proprio adesso apprendo il probabile intervento del FMI per 600 mld in favore dell’Italia (la situazione proprio evolve di minuto in minuto) secondo indiscrezioni di stampa. Ricordate l’asse FMI-BCE? La Bce presta al Fmi (operazione consentita) e questo interviene. Oh del resto chi c’è nei due istituti? Un italiano e una francese, mentre il tedesco………come le barzellette…..ahahahahaha. Tale notizia mi è stata segnalata da Claudia. Se volete leggere ecco l’articolo:
Io speriamo che……..
E’ chiaro a tutti che i problemi attuali dell’Euro non sono solo strutturali, ma anche emotivi. La fiducia in questo momento è ai minimi termini, mentre qualcuno dall’esterno ha interesse, evidentemente, a far prevalere le regole del Super Dollaro, se uno si ricorda della storia.
A questo punto il Puzzle sta prendendo sempre più forma.
Vai con il QE. Immissione di liquidità immediata.
Vai con un sistema a due velocità. La Germania si tirerà fuori dalla mischia per pericoli inflattivi e per non sopportare interamente (ma solo dall’esterno) il peso di un risanamento che così come lo troviamo oggi è insostenibile, per i punti che abbiamo affrontato sopra.
L’importante è che questa gente non ci raccontino più cazzate. I mercati, i risparmiatori, i lavoratori e i consumatori hanno bisogno di tutto meno che di queste.
Un saluto a tutti, in particolare a coloro che riconosceranno la fatica del duro lavoro fatto. Anche se devo migliorare. Sempre e comunque.
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Uh! Grazie, caro Hawk per avermi segnalato, ma ho seguito per filo e per segno il ragionamento solo fino al link alla notizia della Stampa. Da lì in poi non capisco!<br />Quello del FMI sembrerebbe un prestito in successione, secondo me andrebbe a coprire aste scoperte o parzialmente scoperte, ma non mi sembra una monetizzazione del debito italiano. <br />Invece tu parli di QE. Non capisco!<br />
Più chiaro di così. <br /><br />Secondo te il FMI ha 600 mld da prestare all'italia? Ma manco per idea.<br /><br />La BCE presta a FMI il quale presta a Italia. OPERAZIONE CONSENTITA.<br /><br />non è consentito che bce compri invece titoli.<br /><br />DOPO SARA' LA BCE CHE CASO MAI MONETIZZERA' IL DEBITO….Una volta che saranno calmate le acque <br />e magari il quadro sarà più
Ah! Ho capito, grazie mille, lo dicevo che mi mancava un passaggio logico.<br /><br />A questo punto provo a fare un passo in avanti io, la Lagarde è un altro falco stile Merkel, un'altra dura che tira la corda, speriamo per noi, come al solito, che la corda non si spezzi.<br />Forse la Lagarde che ha studiato in America usa nella sua testa lo stesso stratagemma spesso utilizzato da Bernanke:
Sottolineo anche il fatto che la Lagarde era fino a qualche settimana fa il ministro delle Finanze francese = Sarkosy = Bce prestatore di ultima istanza…..quanto basta per far scappare di seguito la Germania. La Buba pian piano si chiuderà nel proprio bunker.
Giusto questa mattino mi sono fatto questa idea, un iniziale QE della Bce, taglio dei tassi per ristabilire la fiducia e successiva uscita delle Germania<br />L'uscita della Krukki sembra l'unica strada possibile, se dovessimo fare default noi e l'euro sarebbero dolori per tutti, non conviene a nessuno.<br />Grazie per il lavoro che fai !<br />Tenec
Ciao a tutti.<br />L'FMI i 600 mld€ pe l'Italia non li ha, ma dubiterei molto che a darglieli possa essere la BCE. Non ti metti l'orco in casa per auto-ingannarti.<br />L'Italia è un Paese core, l'Europa perderebbe parte del controllo su questioni europee in un Paese core? a che scopo? per non finanziare tramite BCE ma tramite FMI, finanziato da BCE?<br />sarebbe un non-sense.
Ciao Bimbo Alieno. Infatti, il FMI non li ha e sarebbe quindi la Bce a stamparli. Altro che richiedere soldi ai Bric. In questo caso finiremmo per rastrellare liquidità dai mercati con conseguenze negative su altre variabili e forte rialzo dei tassi a livello globale. <br />Anche secondo me la cosa più semplice sarebbe quella della Bce, ma vai a spiegarlo alla Merkel. Questi secondo me hanno già