“Il trattato di Lisbona riconosce espressamente agli Stati membri la possibilità di uscire dall’Unione. Una richiesta in tal senso deve essere approvata a maggioranza qualificata dagli altri Stati membri”.
Questo rigo lo potete trovare tranquillamente in fondo a destra della pagina 9 del “Il Sole 24 ore” di sabato. Il trattato di Lisbona è in vigore dal dicembre del 2009.
Adesso occorre vedere, cosa è accaduto in termini di forza comparativa tra il Dax e gli altri mercati europei da quella data in poi:
la linea verticale nera rappresenta il dicembre 2009.
Dopo aver visto le due righe del trattato di Lisbona e compreso i grafici appena pubblicati, cosa potrebbe pensare un qualunque lettore?
Sicuramente che la Germania è l’unico paese ad averne tratto vantaggio da questa situazione caotica europea.
Ma perchè?
Un dato è certo:
il mercato dal dicembre 2009 ha accelerato il deflusso di capitali dalle aree periferiche in favore della Germania.
Ovviamente, il dicembre 2009 ha coinciso anche con l’inizio dell’allargamento degli spread fino ad arrivare ai giorni nostri.
Per i paesi periferici è stato quindi sempre più difficile finanziarsi sul mercato.
Insomma, nel trattato di Lisbona si è pensato bene di introdurre la possibilità che un paese si possa chiamare fuori dall’Unione, mentre non si è vagliata neppure l’ipotesi di dare alla Bce gli ampi poteri che caratterizzano le banche centrali di qualsiasi Paese avente una propria moneta?
Come detto l’altro giorno, l’Efsf è stato rafforzato di zero Euro, anche se gli è stata data la possibilità di andare a leverage per un importo pressoché doppio rispetto alla capienza complessiva.
In queste ore l’Ue sta cercando di preparare una rete in grado di isolare gli Stati membri da un eventuale contagio da parte di Spagna e Italia. Come dire: “mettiamo le mani avanti e uno per tutti e tutti per nessuno!!!”
Inoltre è sempre più chiaro come l’Europa si presterà ad elemosinare al G20 qualsiasi aiuto che possa andare nella direzione di rafforzare il famoso Efsf, facendoci diventare molto probabilmente una vera e propria colonia asiatica, sapendo benissimo che, gli altri si muoveranno solo se ne trarranno un vantaggio, in termini economici e soprattutto politici.
Come vi ho sempre detto, il problema Euro, potrebbe essere risolto tranquillamente in casa, dando la possibilità alla Bce di stampare in stile Fed, nel momento in cui aprisse le linee di credito al Fondo salva Stati.
Se non fosse stato per i niet continui della Germania, a questa soluzione ci saremmo arrivati già da molti mesi, evitandoci molte, ma molte, grane, sia economiche che sociali.
Domanda:
E’ lecito pensare che la Germania stia pianificando un’uscita dall’Euro da qui a N anni?
E’ chiaro a tutti che un’uscita a 300 all’ora dalla Freccia Rossa finirebbe per uccidere qualunque avventuriero, ma se lo stesso treno diminuisse gradatamente la velocità fino a fermarsi la cosa sarebbe più facile e il risultato avrebbe esito positivo.
E’ lecito pensare quindi che la Germania stia cercando di rallentare il treno, quando con questo paragone mi riferisco soprattutto all’obiettivo di immunizzare il sistema bancario del proprio paese?
Come vi ho detto la volta scorsa tutto ruoterà intorno alla Bce.
Se questa sarà nella condizione di essere parificata in termini di poteri alla Fed, la mia sarà stata solo una maliziosa interpretazione.
Se invece continueremo a chiedere aiuti esterni e a vedere puntuali niet del Parlamento tedesco, il disegno sarà sempre più definito e il Marco più probabile.
E’ chiaro che il pugno nel manico ce l’ha la Merkel o Merkosy che sia.
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