Facendo alcune ricerche al fine di documentarmi, prima di parlare o di scrivere stupidaggini, ho trovato un grafico relativo alla pressione fiscale risalente a fine 2009.
Questo è un grafico aggiornato al 2011 di Eurostat, ma sulla base dei dati 2010. Pertanto non comprendono le cure da cavallo della Grecia, della Spagna e dell’Italia, oltre ad altri paesi con problemi di debito pubblico.
Quello che è interessante sapere è che alcuni paesi hanno intrapreso manovre correttive decise, partendo da una pressione fiscale molto bassa, come la Spagna ad esempio. Altri paesi, invece hanno attuato politiche di rientro, già trovandosi in una situazione di pressione fiscale elevata, come è il caso di Italia e sicuramente Francia.
Dal secondo grafico spicca come i paesi aventi la più alta situazione fiscale, come Danimarca e Svezia, siano quelli maggiormente virtuosi sotto il profilo del debito pubblico, viaggiando attorno ad un modesto 40%, fornendo oltretutto i servizi pubblici che noi conosciamo.
Questa mattina sottopongo il problema della pressione fiscale, abbinata al debito pubblico, perchè come lo vedo io lo vedono anche i tedeschi.
Dovendo stilare una classifica dei paesi più in difficoltà, in base ai dati sopra elencati, metterei l’Italia e il Belgio al primo posto, mentre addirittura la Spagna arriverebbe dopo la Francia. Anche il Portogallo, con una manovra determinata al rientro ce la potrebbe fare, ma non mi sento assolutamente di metterla dietro l’Italia, in quanto lo spessore economico non è nemmeno paragonabile. Portogallo e Grecia fanno storia a sé.
E’ chiaro che la Germania sembra proprio il paese più virtuoso, in quanto fino ad oggi la crescita (soprattutto la crescita) ha permesso di tenere i conti in ordine, nonostante una pressione fiscale inferiore di 3,5 punti rispetto a Italia e Francia. Ad oggi tale differenza di pressione fiscale si è fortemente allargata, con tutto ciò che ne conseguirà in termini di crescita futura.
Personalmente la vedo dura sul fatto che la Germania venga in soccorso dell’Euro. Spero vivamente di sbagliarmi.
Grazie in anticipo per il vostro contributo, qualora vi prendesse una botta di consapevolezza e generosità improvvisa.