La cosa che più mi fa sorridere in questo mini rally di ottobre è che vi era stata una caccia indiscriminata a comprare banche, banche e solo banche, tralasciando
a piene mani la grande distinzione che esiste tra economia essenziale ed economia di carta.
Allora ve lo ripeto per l’ennesima volta:
Economia essenziale: riguarda tutto ciò che rappresenta la prestazione di beni e servizi essenziali per l’uomo, individuo, questo, sempre più esigente e volubile. Per essenziale non intendo solo cibo, ma tutto ciò che soddisfi questo essere, al fine di farlo sentire un elemento importante nella società in cui vive. Se da un lato infatti vediamo gli Indignados protestare giustamente (anche se in ritardo), dall’altro non possono passare inosservate le code chilometriche per procurarsi il nuovo iPhone 4S, che nel solo primo weekend ha venduto ben 4 milioni di unità, superando del doppio il record del suo predecessore. E con questo non ho parlato di bisogni primari tra i quali rientrano certamente, l’acqua, il cibo, le medicine, la scienza, i trasporti, l’energia, gli immobili etc etc.
Purtroppo la società in cui viviamo è stata costruita a misura di multinazionale e ancora oggi sta dimostrando di non cambiare se non nel momento in cui vengono messe in dubbio le possibilità di soddisfare bisogni anche secondari, figuriamoci poi quindi se mancano quelle per soddisfare i bisogni primari.
Pertanto oggi, alla faccia degli ideologismi, il classico 1% della popolazione che detiene il 90% della ricchezza, sta concentrando tutte le proprie forze affinché il sistemi continui a vivere. Come? Concedendo uno spicchio per conservare il resto, consapevole che in assenza di tale passo finirebbe scaraventata nella mischia del 99%.
Quindi basta stare a parlare di ideali o di apocalissi che solo il Signore sarà in grado di compiere. Dobbiamo cercare in tutti i modi di trovare la via migliore per passare indenni questa fase in cui tutti sembrano aver perso la bussola, proprio a causa dell’assenza stessa di ideali. Se gli ideali fossero stati vivi il movimento di protesta a cui stiamo assistendo in tutto il Mondo sarebbe nato ben prima di adesso o forse non sarebbero stati nemmeno accesi mutui sub-prime al 120% del valore della casa impossibili da rimborsare.
Purtroppo è vero che l’1% della popolazione mondiale possiede il 90% della ricchezza, ma è altrettanto vero che quasi la totalità del 99% segue come in ipnosi il restante 1% bevendo tutte le novelle che gli sono state raccontate. Per avere un’unità di misura concreta, basti vedere le copie vendute dei giornali scandalistici o sportivi per non parlare dei programmi televisivi che anestetizzano l’individuo fino a renderlo un criceto in gabbia a correre sulla ruota.
Nel 2008 negli Stati Uniti nessuno è sceso in piazza, tanto c’erano i sussidi, tanto c’erano gli incentivi etc etc. quindi chi se ne fregava degli aiuti alle banche. Adesso a tre anni dall’inizio della crisi i sussidi non possono essere prolungati all’infinito, mentre gli incentivi stentano a causa del deficit pubblico. E’ in questo momento quindi che ci si muove. Forse le proteste sarebbero più efficaci se avessero obiettivi preventivi piuttosto che certificare lo stato di una crisi avanzata. Ma l’uomo è risaputo che si muove in gregge e solo una parte ininfluente possiede lo spirito di iniziativa necessario a scendere in piazza, nel momento in cui iniziano a traballare i propri diritti e non quando i giochi sono fatti.
Economia di carta: tutto quello che non rientra nella prima, ma che paradossalmente attrae maggiormente l’investitore frettoloso di far pacchi di soldi, a causa dei prezzi fallimentari. Questo tipo di economia si trova in questi giorni tutto il Mondo contro, a causa della sua forte influenza sull’economia reale e dei danni recati ad essa. A me è piuttosto chiaro che questa carta non vale il costo della materia prima, altrimenti non saremmo qui a parlare di rattoppare buchi per ben 200 mld di euro, nel migliore dei casi. Eppure molti investitori sono attirati da questa come dei mosconi che razzolano dove non si può dire. Con economia di carta non posso escludere i beni di debito che non siano garantiti da flussi certi derivanti da una politica fiscale adeguata o da una corretta gestione aziendale.
Fatta questa necessaria distinzione passiamo alla cronaca:
Pare che adesso i mercati siano rimasti delusi dalle parole della Merkel e del ministro delle Finanze tedesco, secondo le quali non ci sarà il miracolo il 23 di ottobre. E vorrei anche vedere il contrario? Qui stiamo parlando di un fiume di carta da stampare (e vi assicuro che prima o poi verrà stampata) mica di noccioline!!! La strada è lunga ma la meta è quella. Nel frattempo preferisco non ronzare insieme ai mosconi.
Dei black block preferisco non parlare anche se niente arriva a caso. In ogni caso la mia domanda è d’obbligo. A chi ha giovato tutto ciò?
Come potete vedere il semaforo è ritornato verde grazie ad un sostenitore attivo. E voi che aspettate?