MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Il tracollo dell’indice tedesco dall’11 luglio ha sfiorato il 29%. Impensabile fino a qualche settimana fa per una borsa di questo spessore. Pensare che certe ferite possano rientrare con estrema velocità è un’impresa piuttosto pericolosa. Tuttavia, ad oggi, dobbiamo prendere atto che nell’area compresa tra 5450 e 5100 sono situati supporti molto importanti. Quota 5100 rappresenta infatti il 61% di ribasso rispetto al rialzo iniziato nel 2009. Di contro non può sfuggire il fatto che l’area di resistenza di 5600 (50% del rialzo iniziato nel 2009) e di 6000 hanno respinto con estrema violenza i tentativi di recupero delle ultime sedute. Il quadro della Rsi conferma una forza ribassista molto elevata, che potrebbe allentare la morsa solo al superamento dei 5600 punti confermati. Qui sotto possiamo osservare la Rsi settimanale:

La Rsi settimanale (quella a più lungo periodo) si sta muovendo verso i livelli raggiunti nel 2001 e nel 2008. E’ doveroso sottolineare che minimi sulla Rsi settimanale sono stati seguiti da nuovi minimi dell’indice nei mesi successivi. Tutto ciò quindi per comprendere meglio, la natura di eventuali reazioni positive del mercato, che in ogni caso nella fascia 5450/5100 sembrano altamente probabili. Le stesse potrebbero durare anche qualche settimana, ma sarebbero da considerare rimbalzi tecnici, utili ad alleggerire una pressione negativa straordinaria, che ad oggi sembra non dare tregua.

Adesso è importante guardare il Macd giornaliero. In questi giorni sono stati segnati minimi assoluti a conferma della pressione ribassista presente nelle ultime settimane.
Tale pressione ha spedito gli indicatori di direzionalità ribassista ai massimi e al momento non accennano a curvare verso il basso, il che sarebbe per il Dax un segnale premonitore di reazione contraria.

 In termini di forza comparativa, è ben evidente come in queste settimane l’indice abbia perduto posizioni importanti rispetto all’Eurostoxx. Pensare tuttavia ad un’inversione di forza strutturale nel lungo periodo è piuttosto arduo al momento. Il crollo in termini di forza ha coinciso proprio con il divieto di short selling sulle altre borse europee, rimaste in essere invece sull’indice tedesco. Pertanto il dato che ne deriva oggi è da considerare poco attendibile. Sul lungo periodo infatti la maggior forza del Dax rispetto all’Euerostoxx non è ancora minimamente in discussione.
In conclusione, la forte discesa del Dax, se guardo alle performance negative dei titoli che compongono il paniere, sembra imputabile soprattutto al cambiamento delle prospettive economiche piuttosto che ad un blackout finanziario. Questo casomai dipenderà dal tessuto bancario in essere, che sicuramente è stato messo duramente alla prova. Diciamo un vero e proprio stress test in termini reali. Vedremo in seguito se ne usciremo vivi.

FTSEMIB

Ed eccoci qua ad analizzare Piazza Affari. Come possiamo osservare dal grafico sopra, a quota 16200/16300 si è manifestata una rottura molto importante. Per il momento il mercato sembra aver trovato nell’area di 14600 un supporto di breve periodo, mentre quello più importante, a questo punto, è da considerare in quota 12400, corrispondente al minimo di marzo 2009.
In questo caso non voglio parlare di ipervenduto, pressione ribassista ed altre cose similari, in quanto non ci troviamo nella condizione per poter fare delle distinzioni rispetto all’indice Dax, precedentemente analizzato. Diciamo che il divieto dello short selling, ha un pò più umanizzato l’andamento della borsa italiana.

Focalizzate bene il grafico di cui sopra

Quante volte avete sentito affiancare la Spagna all’Italia in momenti di tensioni sui mercati? Migliaia.
Ebbene, per quanto riguarda il nostro indice mi interessa solo sapere in che modo si sta comportando nei confronti di un mercato ad esso fortemente correlato. Il grafico di cui sopra è a dir poco impressionante, in quanto descrive a che punto si trova la nostra borsa in termini di forza nei confronti dell’indice spagnolo. In queste settimane sono stati perforati supporti di lunghissimo e di medio periodo, che confermano la gravità della situazione in cui il nostro paese si è venuto a trovare. Perdere forza in questi termini sulla Spagna significa che ci troviamo nell’epicentro della crisi finanziaria e non che siamo vittime, come spesso ho sentito dire. L’analisi tecnica serve a questo, ossia non a predire il futuro, ma ad avere una lettura sintetica il più chiara possibile. I grafici parlano da soli.
Ma perchè la Spagna è più forte in questo momento anche dell’indice Eurostoxx?

Ebbene, come potete vedere (nonostante il vostro timido sforzo nel sostenermi), in termini di forza l’indice Ibex sembra aver svoltato positivamente anche contro l’Eurostoxx. Qualcuno si domanderà, ma perchè se hanno addirittura una disoccupazione al 20% e passa?
Prima di tutto è doveroso sottolineare che se la Spagna ha un tasso di disoccupazione più che doppio rispetto all’Italia, non è dovuto al fatto che loro sono analfabeti e che noi invece siamo più colti e più preparati. All’elevato tasso di disoccupazione spagnola contribuiscono due fattori ben precisi:

  1. Elasticità salariale più alta.
  2. Occupazione pubblica inferiore del 10% rispetto all’Italia se guardiamo al rapporto dipendenti/numero di abitanti. 

In Spagna è senza dubbio più facile licenziare là dove le aziende si trovino in condizioni di doverlo fare. Questo ha portato il paese ad ottenere la più alta competitività salariale dell’Ue. E’ ovvio che lo scoppio della bolla immobiliare ha creato una vera e propria depressione nel paese, ma lo stesso si è dimostrato per il momento all’altezza della situazione, forte di un rapporto debito/pil che fino a qualche anno fa era inferiore al 50%, mentre adesso è poco superiore all’80%. Il vero problema della Spagna sono le Cajas (casse di risparmio locali) che sono state letteralmente devastate dallo scoppio della bolla immobiliare. Il governo spagnolo ha già stanziato 23 mld in due anni e se entro la fine di settembre le Cajas non dovessero avere le carte in regola, lo stato dovrebbe nazionalizzarle. Secondo uno studio fatto da Nomura il costo massimo stimato ammonterebbe a circa 50 mld di euro, pari ad un 4% del Pil spagnolo. Ciò porterebbe il rapporto debito/pil ad un livello prossimo al 95%, ossia ben 25 punti sotto quello italiano.
Ovviamente quando dobbiamo valutare la ricchezza di un paese , non possiamo trascurare le infrastrutture e sotto questo profilo la Spagna può passare l’esame a pieni voti.
Sul settore immobiliare inoltre, in un orizzonte a 5/7 anni non vedrei le cose con la solita visione pessimistica. In un contesto di estrema incertezza sul settore finanziario, di competitività valutaria, ma allo stesso tempo di tassi tenuti artificiosamente bassi, credo che qualche spiraglio di luce possa nascere anche dal bene reale/essenziale più martoriato della Terra. A questo dobbiamo aggiungere gli incentivi statali che ogni paese sarà disposto a dare per non deteriorare la ricchezza del patrimonio nazionale.
Tolte le Cajas, inoltre il settore bancario spagnolo rimane piuttosto solido in quanto ben esposto nei paesi dell’America Latina, i cui tassi di crescita sono sotto gli occhi di tutti.

NASDAQ

E’ impressionante vede come questo indice abbia rispettato con una precisione cronometrica gli obiettivi Fibonacci, posti a 2500 e 2870. Rimane tutt’oggi l’indice che presenta il miglior grado di forza, se comparato con gli altri indici, anche se ad oggi si registra qualche timido segnale di cedimento.
Da un punto di vista grafico è altrettanto impressionante la violenza con la quale il supporto di 2500 è stato perforato. Tale segnale è stato accompagnato da volumi record. Tutto questo non può trovare giustificazione ad un’uscita di massa degli investitori, in un mese (agosto) caratterizzato da minor attività. Qui sembrano essersi rotti dei meccanismi vitali per il mercato azionario, in senso lato. Mi viene da pensare ad esempio, a tutte quelle operazioni a leva che vengono costruite, per non parlare dell’Higt Frequency trading che fino a pochi mesi fa aveva fatto la fortuna delle grandi banche americane. Qui qualcosa di veramente importante è successo. Qualcuno ha dovuto svendere sul mercato a prescindere dal double dip sì, double dip no. Credo che lo sapremo a breve.
Arrivati a questo punto l’indice in questione trova adesso proprio nel 2500 la resistenza più forte, oltre la quale potremmo dichiarare guarito il mercato. Prima di allora le possibilità di raggiungere l’area di 2250/2260 sono a dir poco elevate.

Voglio ricordare che potete contribuire attraverso un sostegno diretto oppure se proprio proprio non ve la sentite guardatevi un pò di pubblicità.
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Categories: Anali Tecnica

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